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[esiste una minuta di un foglio non digitata]


[A Sua Eccell. Rev.ma

Mg.r Simon Pietro Grassi

Albergo «Qui si sana»

Montecatini Alto (Pistoia)]


 [+]         Tortona, il 17 Luglio 1929


 Mio buon padre in X.sto,


 Vengo da Voghera, e trovo il grandissimo scritto di v. Eccellenza:

la ringrazio sentitamente, e ne vado confuso.

 Formulo i migliori voti per la sua salute e per i due Francesco.

 Devo esser breve, perché sul partire per Sanremo, dove ho un malato,

e dove c’è pure un gruppo di alunni del «San Giorgio» ai bagni. Il malato di Sanremo

per ora penso non morirà, ha bisogno di fare altra penitenza; -

invece ne ho uno qui che andrà in Paradiso, - è un probando, già all’ospedale da tempo,

ben preparato.

 Quest’anno va ad essere l’anno dei funerali; forse v. Eccellenza saprà che mi è morto

anche quel buon giovane trentino, che ella si degnò vestirmi chierico a Roma,

in uno dei Pellegrinaggi nell’anno del giubileo. Sit Nomen Domini benedictum!

 Nel pomeriggio di l’altro jeri, domenica, si compì nel Duomo di Voghera,

la benedizione, data in forma solenne dall’arciprete con tutti i canonici in cappa,

di una nuova statua in legno della Madonna della Guardia,

dono di Mg.r Malfatti alla chiesa dell’Istituto missionario della Div. Provv.za

La vasta chiesa Il Duomo era tutta una testa: salî sul pulpito per dire due parole,

ma poi, come fare a licenziare quella massa di popolo con due briciole?

Ci ho picchiato una discorsa forse di un’ora e più: un gran ragù

ma chi fa è poi la Madonna, e ho visto molti a piangere.

 Non si fece la processione, per non creare precedenti, e giustamente;

Ma il trasporto non poteva essere più solennemente spontaneo e grandioso insieme:

sSi può ben dire che c’era tutta Voghera.

 La testa del corteo era già alla nostra chiesa, e la Madonna non compariva ancora

nello sfondo di lungo via Emilia.

 Dietro poi non c’erano meno di tre mila persone; l’accompagnò

l’arciprete con tutti i canonici, sempre in gran cappa. E allora, come fare a tacere?

Giù un altro discorso, almeno per quelli che poterono entrare in chiesa;

come fare a dimetterli senza un ringraziamento? Si ripeté la benedizione eucaristica

entro e sulla porta della chiesa, - e Deo gratias!

 Don Abbondio, lasciando la sua cura e guardando ri volgendo uno uno sguardo

un’occhiata alla sua chiesa, nell’andarsene, uscì in quelle (mi limiterò a dire)

poco felici parole: «a loro tocca

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 A funzione finita, mi sono portato un momento e solo ai piedi della Madonna e,

prima di lasciarla, un po’ da biricchino un po’ alla napoletana,

se non proprio alla don Abbondio, Le ho detto: Ora, a te tocca!

 «Senti, cara Madonna mia, vedi che ti ci ho portata a Voghera; sei qui,

dove non eri ancora.

 Qui sono più di 100 bocche che mangiano forte: la Casa è insufficiente;

ho poi bisogno di mettercene almeno altri 100, anzi un po’ più: ora a te tocca,

cara Madonna mia, a te tocca!»

 Ebbene, le dirò, Eccellenza, che un po’ dopo mi vennero a dire

che ero chiamato al telefono. Mi trovavo col maestro Mocchi,

venuto da S. Nazzaro de’ Burgundi, e ho detto risposto: mandate don Sterpi.

Era l’arciprete il quale telefonava che vi erano da lui alcuni buoni uomini,

i quali si offrivano di andare alla questua del grano per l’Istituto missionario

della Div. Provv.za e che speravano di raccogliere forse più di cinquanta quintali di grano, -

anzi l’arciprete disse avrebbe detto 80 o 100 quintali. Speriamo! La Madonna

mi dava una buona lezione. Deo gratias!

 II A don Madama, partito per Roma, ho dato lettera per don Risi,

che certo farà di tutto per agevolarlo.

 III A don Gatto e pei chierici che andranno pel 25 corr. a Roma, -

è a loro disposizione la casa di via Sette Sale, 22.

 IV Oggi mi fermo a Genova, e, se ancora fo’ a tempo a fermare e trovo liberi i posti,

col I agosto farei partire sul «Giulio Cesare» sei missionari, quattro sacerdoti

e due catechisti, mo tutti assai validi in Domino: se farà a tempo pel passaporto

vi sarà anche don Colombo, il bergamasco.

 Vostra Eccellenza rev.ma, che mi ha ordinato un po’ di sacerdoti,

avrà dalla mano di Dio la sua parte di merito e di celeste ricompensa.

 Due vanno in Brasile, due dell’Uruguay e due nell’interiore dell’Argentina.

Io andrò più in là.

 È un momento che non potrei fare questa spesa:

mi vengono non meno di 6000 L. cadauno, e anche più; - compreso viaggio

e il corredo onde vanno riforniti, perché colà costerebbe assai più. La Madonna mi ajuterà!

 Quasi che la funzione di partenza la farei nella questa volta nella nostra chiesetta

dell’Istituto di Voghera per portare a sempre maggior conoscenza del pubblico

che quella è una Casa dove si vanno formando i missionarî.

 Farebbe del bene la funzione allo spirito di quei chiericotti e,

mettendo in evidenza il carattere speciale della istituzione, forse potrebbe essa essere

anche più ajutata, quantunque non mi lamenti, anzi!

 Al sig.r arciprete non ho ancora detto nulla, perché desideravo prima

sentire vostra Eccellenza.

 Domenica 21 corr. comincia il I corso de’ nostri Esercizî Sp.li a Bra, -

li predicano due missionarî di Rho. Essi passeranno poi qui al «Dante»,

dove daranno un altro corso, - valendomi che il «Dante», attualmente, è vuoto.

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 Dal 5 agosto al 14, vi sarà il 3° corso presso Roma, al Soratte,

per quelli della media e bassa Italia; poi altri Esercizî a Villa Soranzo, nel Veneto.

 Si degni pregare un po’: il buon andamento nostro molto dipende dagli Esercizî.

 Domenica sarò a Venezia, piacendo a Dio; - è da un po’ di tempo che non vado,

e così rivedrò il Patriarca, che poi andrà fuori

 Devo aprire la nuova Casa di Castelfranco Veneto, che fu poi acquistata e,

con l’ajuto di Dio, è già anche pagata.

 Mi pare averle parlato di questa pratica: è dove andava a scuola Pio X,

venendo scalzo e con una fetta di polenta da Riese.

 Come v. Eccellenza sa, ho lasciato la postulazione di Pio IX, ma facilmente,

prenderò, per farvi una istituzione di carità, il palazzo Mastai di Senigallia,

dove Pio IX è nato, e dove soggiornò anche da Papa, nel 57.

 Sono stato a visitarlo per desiderio del Card. Pompili e della nuova postulazione,

Mg.r Serafini e Mg.r Canestri.

 Ora, tolto il piano nobile che è, si può dire, un museo di ricordi personali di Pio IX,

gli altri due piani sopra son affittati, e a gente che, pare, fa poco onore a quella casa.

Preghi un po’.

 Ora poi ho un incaglio pel Santuario di S. Bernardino:

hanno sbagliato la misura dei blocchi di granito per lo zoccolo,

e si è dovuto sospendere i lavori, ed è proprio un grave contrattempo. Pazienza!

E non si può alzare i muri, se non va a posto lo zoccolo. Bisognerà bene

che la Madonna ci pensi anche qui.

 Adesso dovranno giungere altri vagoni di granito, - che però tardano, e vedremo.

È quel medesimo che fornì v. Eccellenza a Verdello.

 Capisco che devo finire, se no, non partirò più.

 Se v. Eccellenza è nella camera abitata, pochi dì fà, dal Card. Boggiano,

avrà, ci avrà forse sentito anche un po’ di odore di Don Orione, -

non solo odore di porpora, ma anche di stracci.

 Perché il Card. Boggiani ha nelle mani le nostre Costituzioni,

per dare loro una forma com’è voluta dal nuovo Codice di D. C.,

e come stanno facendo tutte le famiglie religiose. Niente di più facile

che se le sia portate anche a Montecatini. Dunque finirò.

 Rinnovo a v. Eccellenza rev.ma i più fervidi voti, e mando saluti cordialissimi

e a Mg.r Francesco e al can.co don Francesco: mi vogliano raccomandare al Signore.

 Bacio il s. anello, e mi benedica forte.

 Suo umile figlio in G. Cr. e Maria SS.


            Sac. Orione


 P. S.  Ha letto «la Tribuna» e, che è più, «Il Tevere»? Nel «Tevere» è lui.

Pax, pax..... et non est pax!

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