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[A Sua Eccellenza

Mg.r Vescovo]


 [+]         [Tortona,] 18 Nov.bre 1931

          - notte -


 Mio buon padre in G. Cr.


 Se stasera, quando v. Eccellenza era giunta presso il Santuario,

non fosse capitato quell’ingegnere a don Giov. Vercesi, e avessi potuto parlarle a solo,

Le avrei detto che, a quell’ora, a Pavia, forse si concludeva

per la consaputa Casa di Montebello.

 E si è, infatti, concluso, in Nomine Domini, per L. 150.000 mediazione compresa

e quell’essiccatoio di cui le parlai.

 Si è fatto un compromesso per mano di notaio e di caparra si versarono L. 100.000

in consolidato; - tempo sei mesi per l’istrumento.

 Occorreranno parecchi lavori, ma non di grande entità, - lo stabile è a disposizione

da domani.

 Prego già vostra Eccellenza di venirlo a benedire.

 Domattina dovrò assentarmi per sposare un nipote, e posdomani andare a Genova,

e scrivo perché non potrei venire.

 Oggi è il primo giorno della novena dell’apparizione dell’Immacolata,

detta della Medaglia miracolosa, - che quella casa sia tutta della Madonna,

sia unicamente di gloria di Dio, di bene alle anime e di consolazione

al cuore di vostra Eccellenza e della chiesa.

 Il parroco è al corrente di quanto si è fatto, e ne è contento.

 Il Signore mi ha visitato: jeri moriva a Roma, alla Colonia agricola di Montemario,

il mio eremita più anziano e più caro, e lo hanno sepolto oggi; - lo visitai malato,

ma ci ho assai pena di non averlo più veduto, - spero di vederlo presto in Paradiso!

 Quest’anno è l’anno dei morti!

 Sia fatta la volontà del Signore!

 Questo mio caro morto era diocesano, di Robecco Pavese,

e aveva un po’ più di ottan’anni; era un vero servo di Dio, pieno di fede, di semplicità,

d’intelligenza, di rettitudine, tutto preghiera e lavoro, e assai assai umile, -

poteva mettersi con quei frati dei fioretti di S. Francesco.

 Era rimasto vedovo con due figlie, - queste andarono suore tra le suore della Carità,

e una è maestra delle novizie e l’altra superiora d’Una Casa; e lui, frate Igino,

se ne venne con me trent’anni fa, e stette sempre a Roma, dove era l’esempio

e la colonna della casa.

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 Gli volevamo tutto un gran bene, e avevamo tutti una riverenza per lui,

ci sentivamo tutti così piccini davanti a lui!

 Mi parrà una cosa tanto dolorosa andare a Montemario e non trovarlo più!

 Se il Signore me lo facesse vedere un po’ in sogno! è una sciocchezza, capisco,

è una vera sciocchezza.

 Sia fatta la volontà del Signore!

 Bacio il sacro anello, e mi benedica in Gesù e Maria SS.

 Suo dev.mo figlio


            Sac. Orione

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