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+ [Anime e Anime !]
[Tortona,] il XXVII / IV - 918
Caro sig.r teologo,
La ringrazio della gradita sua, e della sua buona parte.
Ho ogni migliore disposizione, ma non tratterò con quella persona sinché essa,
ritirandosi affatto, non dia passo al mio diritto. Non c’è altra via.
Che, non facendolo, mi obbligherà a reclamare tutti i danni, e allora
non dovrà lamentarsene, poiché fui longanime assai e sento di avere agito fin qui molto
sacerdotalmente, con l’ajuto del Signore.
Mi fece esibire una somma, purché mi ritirassi: no, non si fa così.
Se ho diritto, si ritiri, e amen; - se non ho diritto, non devo toccare un centesimo.
Ma egli sa bene il mio diritto, ed io so che cosa tengo in mano, e non sono uomo
da stancarmi.
Mi dispiace che egli mi obbligherà ad atti che mi ripugnano ma sarà un esempio,
se mai, e l’avrà voluta lui la sua rovina, se ruina sarà.
Pensi che fui così delicato con quell’uomo.
Avrei potuto vendere piû d’una volta il mio diritto col costo ora della legna
per un prezzo assai lusinghietto; venne qui che non è un mese il parroco di Casanova
per un noto signore e cinque giorni fa un ingegnere.
Non l’ho fatto: ho preferito vendere, pur con dispiacere, l’unica mia casetta,
eredità de’ miei vecchi, e tanto cara a mia madre.
Caro sig.r teologo, io sono l’erede: voglio poter andare a possesso di quel tanto
o poco che mi fu lasciato: sono tutt’altro che alieno, dopo, di far stimare da persone eque
quella roba, e di usare una preferenza e agevolezza al fratello del Defunto.
Dò
quindici giorni di tempo: se entro il 15 maggio sulla
il Buscaglia Francesco
non riconosce il mio diritto, darò ordine ai miei avvocati di andarci fino in fondo.
Le rinnovo ringraziamenti, e le sono
Dev.mo
Sac. Orione d. D. P.
[esiste una minuta non trascritta]
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