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 +        Anime e Anime !

         Roma, il 22 febbraio 1923


 Caro signor conte, [Servanzi]


 Jeri doveva venire da lei per riferirle sulla mia andata a S. Severino,

e per portarle le notizie della sig.ra Contessa Decia e dell’altra sua sig.ra sorella,

la Crivelli, che ho pure visitata, le quali, insieme con gli altri suoi cari

che sono a San Severino mi hanno dato il gradito incarico di dirle tante buone cose.

Jeri fu per me un vero dispiacere di non aver potuto venire, come lo è oggi;

- e per questo mando il mio luogotenente don Risi, riserbandomi di venire io

appena mi sia dato, e anche domani. Rimandando a dirle meglio a voce ogni notizia

che si riferisce all’Istituto del Sacro Cuore di lassù e a San Domenico, mi limito, per oggi,

a farle conoscere che la funzione a San Pacifico è riuscita veramente quale il mio cuore

la desiderava, cioè tutta una cosa del Signore, e un vero pio e modesto pellegrinaggio,

nel quale quei cari e poveri fanciulli e i frati si trovarono ai piedi del Santo, come fusi

in un’anima sola. E, dopo, quei buoni padri vollero che gli Artigianelli fossero serviti

nel loro refettorio.

 Tutti fecero la Santa Comunione per lei, caro sig.r conte.

E davvero che San Pacifico doveva esultare di gioia nel vedersi circondato

da quei bravi ragazzi! - e se Vostra Signoria avesse mai potuto essere presente

avrebbe certo pianto di consolazione nel vedere il fervore, e la pietà con cui

quei cari giovanetti pregavano e si accostarono a ricevere Gesù, e lo ringraziarono

del beneficio della educazione cristiana che ricevono per la beneficenza di lei.

 E così abbiamo ai piedi di S. Pacifico festeggiato la sua onorificenza

e inneggiato al Papa e al sig.r conte. E i musici vollero poi dare un po’ di concerto

in Convento, e poi sul Piazzale del Santuario, e se ne tornarono suonando l’Inno Pontificio.

 Che gran bene è mai educare al Santo timore di Dio e al lavoro la gioventù.

 Vostra Signoria troverà un gran premio in Paradiso per quest’opera che ha fatto,

- e tutta la popolazione di San Severino è unanime nel riconoscere che è l’opera più bella

che poteva aversi, me lo ripeterono anche il R. Commissario del Comune,

il Presidente del Ricovero e il Marchese Luzzi: mi dissero che in tutta

la provincia di Macerata non c’è un Istituto più pratico, e vennero da Tolentino ad offrirmi

un locale. Ma di tutto dirò a voce.

 Gradisca con gli ossequî miei quelli di Mg.r Vescovo, di don Pietro e di tutto

il personale e giovinetti. La SS. Vergine di Loreto la conforti di ogni grazia e la benedica!

 Sono il suo aff.mo e obb.mo servo


         Sac. Orione  della Div. Provv.

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