V047T094 V047P099
[+] Anime e Anime !
Tortona, il 7 marzo 1928
Distinto signore,
La grazia e la pace di N. Signore Gesù Cristo siano sempre con noi.
La prego di scusarmi, se ancora non ho risposto alla gradita sua del 28 febb.: -
ero assente da Tortona, e non ho letto la sua lettera che jeri, - né altri poteva risponderle,
come ella comprende.
Conoscevo
solo da alcuni pochi
anni il Ven.do Mg.r Cani, zio di V. Sig.ria,
ed ho di lui il più alto concetto: Egli era veramente un angelo di sacerdote
e un
vero «cane fedele»
della Santa Chiesa e del Papa, siccome lo aveva già definito
quel grande Pontefice, che fu Pio IX.
Mg.r Cani era appunto postulatore della Causa di beatificazione di quel Papa,
come
ella saprà, e un anno fa mi volle nominarmi
suo sostituto in detta causa;
fu
steso il Decreto, e fui
venni presentato alla Congregazione dei Riti
dallo
stesso compianto Suo Zio
Mg.re e dal quale ebbi poi confidenze in
proposito
e parecchi incartamenti relativi.
Da qualche anno egli mi aveva anche detto che voleva consegnarmi il suo testamento
e
chiamarmi suo erede; io
non ma io non entrai
sono mai entrato in merito
quel discorso
e
non so neanche se poi lo abbia
fatto testamento. Tutto quello quel
denaro che aveva
Egli
dava, da alcun tempo, a certe povere
figlie la cui raccolte da tal Suor Maria Silvia,
morta
l’anno scorso; una specie di suore: e, dopo la
morte della loro fondatrice,
avvenuta
l’anno essa scorso,
mi pareva che per esse si privasse anche
pur financo
dello
strettamente necessario. per aiutare
quelle povere figlie, che non le quali non si sa
ancora
se saranno dalla S. Sede riconosciute per Suore o no.
Le
nostre conversazioni La conversazione nostra si
aggiravano aggirava
sempre,
o
quasi, sulle condizioni attuali della Chiesa, ma specialmente egli mi
confidava molte
cose
riguardanti parlava di Pio IX.
Mg.r Cani non viveva che per la libertà e indipendenza della Sede Apostolica
e
pel trionfo di Gesù Cristo nel suo
Vicario il Papa, e si può ben dire che
non parlasse
che
di questo. La sua fu una romanità schietta, una romanità
sincera granitica,
una romanità che non deflette.
Era
Vecchio oramai e cadente, ma si
rianimava e pareva ringiovanire
al solo nome del Papa.
Ogni
qualvolta mi trovavo davanti a quella veneranda canizie, al
guardare
a
quella sua fronte serena e all’occhio, quasi di mite agnello, che
pieno di innocenza
sacerdotale,
candore si alzava a guardarmi, io sentivo come il fascino della sua
virtù
bontà,
e mi pareva di diventar anch’io un po’ buono, anch’io,
della sua pia e intelligente
bontà
buono di quella buona e santa vita sacerdotale che
avevo davanti.
E ai suoi discorsi, pieni di fedeltà e di amore dolcissimo alla Santa Chiesa,
io vivevo il soffio del suo spirito animatore e papale.
V047P100
Deve
aver molto Molto ha lavorato Mg.r Cani, e
deve ma molto deve avere
anche
aver patito, molto
e gravi e intime sofferenze; intime; -
ma
a me però non disse mai verbo. Era di una riservatezza delicatissima.
Egli
Certo Egli sapeva a prova che Gesù, il Papa, la Chiesa si amano
e si servono fedelmente solo in croce e ben crocifissi, -
e
che chi non li ama e serve in croce, non li ama né li serve affatto.
e non è da tutti
Durus
est hic sermo Quanto ho
av ho desiderato che Mg.r Cani
venisse a finire gli ultimi suoi anni con noi,
in una umile Casa della Divina Provvidenza di Roma!
Ma
la situazione era tale che proprio non
si poté.
E
quanto ci ho sofferto patito
di non averLo potuto assistere, ne
potuto più vedere
su questa terra! Sia fatta la volontà di Dio!
Nel Cinquantesimo anniversario della morte di Pio IX ero a Roma
e,
dopo la funzione a Campo Verano, sono stato
andato con i Conti Fani ed altri
a
pregare sulla sua tomba
di Mg.r Cani. e non
Non Le posso dire quanto mi è caro che quell’uomo di Dio riposi là,
insieme con i Figli della Divina Provvidenza.
Ho
detto parecchie S. Messe a suffragio dell’anima sua, ma io
lo penso in Paradiso,
e mi vado raccomandando a lui come ad un santo.
Carte di lui, che non riguardino la causa di Pio IX, io non ne ho.
Sono
stato a Roma ultimamente per consegnare
fare la consegna di ogni documento
che si riferisce appunto a detta causa: [sono stato anche dal Santo Padre, e Sua Santità
ricordò
il caro Monsignore molto benevolmente]. questo
Zio di Vostra Signoria
sono
stato fui poi alla Congregazione dei Riti e da Sua
Emineza il Card. Vico, prefetto, e
presso tutti ho trovato che la memoria di Mg.r Cani era in benedizione:
Molte
sono le benemerenze di questo del
Venerando suo zio, verso la Chiesa,
specialmente
nella che tutta la vita consacrò alla formazione del
giovane clero,
ma penso che tra i suoi meriti più insigni di educatore sia questo: egli, con l’esempio
e
con la parola seppe l’insegnamento,
romanizzò il giovane clero e lo
seppe stringere
stringerlo infrangibilmente alla Santa Sede.
Fu
la sua vita: ed è la
sua gloria: sarà, certo, la sua corona in cielo.
Ci assista, ci conforti dal Paradiso, dove domani lo incontreremo, per la Misericordia
di Dio sopra di noi, pur così peccatori e per la intercessione celeste
della Vergine Immacolata.
La benedico in N. Signore Gesù Cristo, e preghi qualche volta anche per me.
Suo dev.mo servo
Sac. Orione della Div. Provv.
¨