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[Venezia, li] 25 luglio 1929
Anime e Anime !
Mio caro figliuolo in G. Cr.
La grazia di N. Signore sia sempre con noi!
Ho ricevuto e gradito le tue lettere, quella per S. Luigi e quest’ultima del 20 corr.
Per S. Luigi io ero a Roma, - non ti risposi perché mi avevi scritto
che
ti trovavi meglio di spirito, e che riuscivi a stare in piedi pella
nella bella virtù,
e che stavi per decidere sul tuo avvenire. Ho pregato però sempre per te, ma ho desiderato
non interloquire, perché tu fossi più libero di prendere quella strada che, col consiglio
del tuo confessore, avessi ritenuto più confacente per la tua vita.
Non è affatto vero quanto dici nella tua del 20 corr.,
che io sia rimasto male impressionato delle tue ultime visite di Roma.
Né ti ho messo nessun veto di sposarti, o figlio mio, - solo ti ho esortato
a non precipitare nella decisione, a riflettervi bene, a pregare e a non lasciarti stregare
da sguardi, voci e modi femminili, né dalla fugace e caduca bellezza, ma, sovra tutto,
di tenere conto dei valori morali: della virtù, della serietà, della vera vita pia
e cristiana pratica. Vedere di che radice viene, e di che stampo.
Pregare, e poi decidere come se tu fossi in punto di morte.
Non sposare alcuna che ti sia come imposta da altri, chiunque sia; ma che tu sentissi
che non facesse per te: sarebbe poi una catena insoffribile e un martirio per tutta la tua vita.
Bada bene che, certo, il tuo cuore non sarà mai colmato da nessuna creatura: -
la nostra felicità non la avremo che in Dio.
Tu poi hai un temperamento fine e animo più fine, e non è facile trovare
chi proprio faccia per te. Mi pare anzi che il tuo spirito abbia bisogno di ben altro,
di un più alto bene!
Io non ho mai dubitato un momento che tu non sia fatto pel Sacerdozio:
dubito invece pel matrimonio.
Quel divino Gesù che ti ha chiamato alla luce della vera Fede, ho sempre pensato
che ti desideri tutto e interamente suo, tutto per sé, per servirsi di te, figlio mio, a salvezza
di molte e di molte anime!
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Ma Egli rispetta la tua libertà: è una voce, un’ispirazione, un consiglio evangelico,
- non è un ordine, non è un precetto, e ti lascia libero.
Se tu sposi, farai bene; se ti consacri a seguire più da vicino Gesù nella vita religiosa,
farai meglio.
Non è un precetto, no, ripeto: - è un consiglio evangelico la vocazione a vita religiosa:
«si vis perfectus esse» ha detto Gesù a quel giovane, che aveva già risposto a Lui,
a Gesù Cristo, di avere sempre osservato i precetti cioè i Comandamenti,
sino dalla sua fanciullezza; allora N. Signore riprese: «si vis perfectus esse, se vuoi
(dunque era libero, è un consiglio) essere perfetto, va, vendi quello che hai,
dallo ai poveri e vieni, e seguimi».
Io non credo che per te sia dannoso lo sposare, - ma penso che ti sentirai
sempre più interiormente e spiritualmente a posto e più felice, in vita e in morte,
se tu ti attaccassi all’altare, e diventassi, col divino ajuto, un grande salvatore di anime
e degli stessi tuoi antichi fratelli di origine. E la SS. Vergine, che è del tuo popolo,
e il più bel fiore d’Israele, - Ella, che non può certo restare insensibile alla conversione
di quelli che sono del suo sangue, - non lascierà di essere maternamente vicino a te,
ti darà la grazia di lottare da forte e di alzarti a grande virtù e a purezza, e di essere luce,
alta luce ai passi verso la Chiesa di Gesù Cristo de’ tuoi antichi correligionari.
Se tu vieni, io ti prendo con me: a te decidere!
Io prego, - prega tu pure la Santa Madonna: consigliati,
e fa con la libertà di figlio di Dio quanto stimi meglio per l’anima tua.
Più chiaro di così non ti potrei scrivere.
Dovevo essere a Roma oggi, ma non l’ho potuto: scrivimi a Tortona:
qualunque sia la tua decisione, sempre Don Orione pregherà per te.
Ti conforto con grande e paterno affetto in X.sto e ti benedico!
Tuo
Don Orione
dei figli della Div. Provv.
P. S. Fa miei ossequî a P. Ascenzi.
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