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pratica di Pontecurone


         [Tortona] 4 marzo 1932 A X


 Egr. signore,


 Chiedo venia del ritardo a risponderle, sono stato fui quasi sempre fuori, - son

son tornato jeri sera.

 La ringrazio delle sue parole piene di bontà, ma sento di non meritarle.

 Stamattina sono stato lungamente dal sig.r Avv. Barberis il quale mi ha detto

confermato che, essendoci un fino a che c’è un tale precetto (quello della Banca Agraria)

non si può fare farsi alcun atto di acquisto. Quanto alla causa in corso con detta Banca,

Agr. Ital. di Torino egli spera bene e ritiene che la ipoteca di L. 53.000 sia uno sbaglio,

invece di L. 5.300.

Tuttavia persona Persona competente e di fiducia alla quale, in mia assenza, avevo dato

incarico di studiare la posizione di quella Casa e suoi pesi, mi riferisce che, secondo essa,

qualche pericolo, che possa esser questa messa all’incanto c’è, indipendentemente

dal precetto dell’Agricola; forse perché non si è in regola coi pagamenti degli interessi

con altri che hanno prestato, e che potrebbero provocare un’asta.

Ho Circa all’acquisto ho le migliori disposizioni, ma non conosco lo stabile,

e, al momento, ritengo riterrei intempestiva qualunque visita o perizia.

 Nella fiducia che la posizione sia resa tale da poter entrare in trattative, Le es

prego da Dio ogni bene a lei e ai suoi cari, e le esprimo i sensi di tutta la mia stima

e ossequî.

 Di V. Sig.ria dev.mo servitore


         Sac. L. Orione  d. D. Provv.

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