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+ Anime ! Anime !
Carissimo sig.r Domenico,
Lasci che le chieda umilmente scusa di non aver risposto prima d’ora
alle sue carissime lettere ed ai tratti grandi di benevolenza verso i giovani del Collegio.
È da alcuni mesi che mi sento tratto fuor di me stesso
da uno di quei terribili conturbamenti dell’anima che offuscano l’intelletto
e straziano il cuore.
Povero me! fino a pochi giorni fa, io mi trovava in uno stato di dubbio
e di disperazione. Niuno si fece mai buono senza passare per queste prove dolorose,
che, come la prova del fuoco, tormentano, distruggono, ma purificano.
Lei dunque, che è tanto buona, anche lei ne avrà dovuta provare
tutta l’inesprimibile amaritudine!
Saprà quindi benignamente compatirmi e scusarmi; e pregherà ne sono certo,
il Signore, affinché la bufera che soffia ancora, non più così impetuosa,
ma gagliarda ancora, specialmente ne’ momenti del S. Sacrifizio, non mi atterri
e trasporti seco; ma mi renda ognor più forte e saldo
contro gli impeti degli uragani avvenire. E poi, caro amico in Gesù,
si mostrerà anche sul mio cielo un po’ di sereno? Possibile, dopo tanti peccati ?!
Ma c’è Iddio? Ah povero me!- Sì, che c’è, sì! -
E allora perché non mi fa morire d’amore, perché vivo ancora?
Ma e tutti questi uomini lavorano davvero per Gesù?
E lei, caro amico, lavora per Gesù ?
- Mi perdoni, se le dico che io dubito, e sento che ho bisogno di credere e di amare
e di amare e di amare Gesù!
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