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+ Roma, il dì XI Febbraio 1926
Beatissimo Padre,
Prostrato ai piedi di vostra Santità, umilmente espongo:
il
campanile della parrocchia di Ognissanti al quartiere Appio si
trova
è ancora senza campane.
Fin qui hanno servito due campanelle piccole campane poste su la Casa;
ma
esse sono ora diventate affatto
insufficienti perché il loro suono la
parrocchia
va
ingrandendosi estendendosi.
Sto raccogliendo il fondo per l’acquisto di un concerto tanto necessario,
che
vada bene pel non
disdica al grandioso campanile e che, soprattutto,
che
serva pel al
bisogno del quartiere Appio, che è assai vasto.
Un
concerto però, anche solo discreto, oggi
non verrà oggi alle
dalle sessanta
alle settanta mila lire.
Ho
già raccolto più di L. 12 lire
dodici mila; e la
raccolta continua
e sarà più abbondante quando sentiranno le campane.
La ditta, darebbe tempo tre anni all’intero pagamento,
accontentandosi di un terzo per anno.
Una
parrocch parrocchiana
defunta ha lasciato lire diecimila,
alla
e esprimendo il desiderio che, se era possibile, si
facesse un quarto Parrocchia chi
in chiesa un altro altare.
Lo stile della chiesa, anche a detta dell’architetto, non lo comporterebbe;
né
le lire diecimila sarebbero la
somma sarebbe sufficiente per un altare decoroso,
e
non disdicevole a quelli che ci
già vi sono.
Appena
ho ricevuto le lira diecimila, dietro consiglio dell’em.mo
dell’emint.mo
Cardinal Vicario, le ho depositate alla Cassa del Vaticano.
Umilmente chiederei a vostra Santità la grazia
di
degnarsi di volersi degnare concedere che le
lire diecimila possano detta somma
possa servire per l’acquisto delle campane tanto necessarie alla parrocchia.
Bacio con devozione il sacro piede, e imploro su di me,
sui
sacerdoti miei coadiutori e sull’intera
parrocchia del quartiere
sull’intero quartiere Appio l’apostolica benedizione.
Di vostra Santità
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