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[incompleta]


[esiste una minuta, di due fogli, non digitata]


 +         Tortona, 21 febbraio [1]910


 Eminenza rev.ma, [Card. Merry Del Val]


 Mi trovo alquanto in pena di non essere ancora tornato, e mi pare sento doveroso

far conoscere a v. Eminenza rev.ma la ragione di questo ritardo -

Mi pare che Nostro Signore abbia ha forse voluto aspettare a farmi venire qui

perché farmi assistere assistessi i miei parecchi dei miei che egli voleva chiamare a sé

o per confortarli nelle loro malattie.

 Appena giunto; ho trovato un fratello mio grave in istato grave;

dopo alcuni giorni questi stava un po’ meglio che me mi ne mori uno in pochi giorni

dei miei, quasi che pur non essendomi fratello, tanto mi apparteneva, in età di 45 anni.

 Otto giorni oggi mi è morto sempre qui un caro sacerdote della Congregazione,

ed oggi sono sei giorni che c’è don Sterpi, il sacerdote che mi sostituisce ne sostituiva

in tutto qui e altrove che è malato, e non va bene. Il Signore lo sa: noi siamo suoi,

e siamo per grazia sua siamo lieti di servirlo e di nella nella vita e nella morte di benedirlo.

Tra un morto e l’altro ho visitato le povere Case, devo ancora andare a Cuneo.

Arrivai fino a Torino, ma poi mi fermai da don Rua, che fu mio confessore, per tre anni,

e dopo dovetti venire qui perché don Sterpi destava apprensione - Intanto

ho ripetutamente scritto Si degni a vostra Eccell. Monsignor Arcivescovo di Messina

dal quale ebbi pure una bella lettera dal quale ebbe risposta si degni,

Se lo crede si degni vostra Eminenza far conoscere manifestare questo al santo Padre,

e voglia assicurarlo che affretterò il mio ritorno, appena appena lo possa,

e verrò a prendere la sua benedizione e giunto là cercherò a M di utilizzare il tesorizzare

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il tempo e di riparare, lavorare con più amore di Dio, di riparare al tempo che giorni, e lo farò a qiesto e spero che la Madonna SS. mia buona madre,

me la darà tale ajuto da moltiplicarmi grazia.

 Vostra Eminenza rev.ma benedica e preghi per noi, che possiamo umiliarci

sotto la santa mano di Dio, e valercene a nos ad amarlo di più.

 Con profondissimo ossequio e venerazione sono

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