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Minuta di lettera al Card. De Lai
+ Messina, 3 / IV [1]910
Eminenza Rev.ma,
Sua
eccell. Mg.r
Arcivescovo avendo appreso da
me prima, poi,
ultimamente
da un telegramma che da Roma gli inviò Mg.r Cottafavi che,
per
la Sicilia, si erano
sono
stabiliti due Seminarî
teologici a Palermo e a Catania,
incaricò Mg.r Cottafavi di ottenergli di avere in Messina la teologia,
ed
ora decise di venire domani a Roma allo scopo precipuo
di ottenere di
parlarne
al
s. Padre e di avere qui
il Seminario con la teologia e i
fondi per erigerlo.
Già ebbi occasione di far conoscere a v. Eminenza
come questo venerando Mg.r Arcivescovo sia attaccato al suo Seminario
per
cui per
cui egli ha già dimenticato il pericolo del terremoto,
benché
ancora
anche con solo
da pochi giorni si sia an
fatto
sentire assai
molto
forte.
Di
questo
scrissi visita questa
sua venuta Ne
scrissi ne
scrissi qualche ora fa
a sua Emin.za il sig.r Cardinale segretario di Stato,
anche
per prevenirlo di
questo, e infine di
qualche altra
cosa cosa; e di perciò altra
cosa;
mi
pare doveroso avvertirne pure
anche pure
vostra Eminenza rev.ma.
E
siccome,
pur troppo, poiché
la disciplina del clero della archidiocesi
lascia
molto a desiderare, e pur troppo, come
ebbi a riferire a vostra Eminenza,
molti
di esso si
sentono molti abbandonati, e trascorrono trascorsero
nella
vita morale
forse
anche perché
conoscono si di poter fare, essendo abusandosi
nel sapere
che Mg.r Arcivescovo era molto assorbito dalle cure del Seminario e dall’insegnamento
della
teologia morale, così mi parrebbe questa
una
buona occasione questa
per
un
provvedimento addivenire
a quanto suggerito
suggeriva
già da
vostra
Eminenza rev.ma
quando io fui
a farLe visita.
venni a Roma.
Allora
ella
vostra
Eminenza mi disse se non credeva fosse stato
il caso
di
scrivere si
scrivesse da Roma qui
a
questo Mg.r
Arcivescovo
di costruire una commissione di vigilanza sul clero formata da buoni parroci,
residenti nei punti diversi della vasta archidiocesi.
Io dissi di sì, ma di soprassedere al quanto, perché non si pensasse
che fosse disposto in seguito alla mia venuta.
Se
Ora se
vostra Eminenza rev.ma
credesse di
parlargliene nel
parlare
a Mg.r Arcivescovo, di indurirlo a ciò, mi pare che la cosa verrebbe molto bene,
e
sarebbe di grande
non
pochi vantaggio.
Si degni scusarmi, e mi dia la sua benedizione.
Implora
la carità delle
Le bacio con profonda venerazione la sacra porpora, mentre imploro la carità
delle sue orazioni
Di vostra Eminenza rev.ma umil.mo e osseq.mo servitore
in nostro Signore G. C. e in Maria SS.
Sac. Orione
¨