V048T062 V048P084
+ Roma, il 21 febbr. [1]916
Eccellenza Rev.ma,
Ricevo la venerata lettera di codesta sacra Congregazione in data di oggi
num. di prot. 194/16, che si riferisce al sac. Giuseppe Ricci.
È vero che tempo addietro mi venne affidato il sac. Giuseppe Ricci,
già
parroco n della diocesi
di Rieti, ma non direttamente dalla sacra Congr. Concistoriale.
Né mi risulta che codesta sacra Congregazione si sia mai impegnata di provvederlo
dopo sei mesi di buona condotta.
Egli
del resto rimase con figlio noi
altri assai più di sei mesi.
Venne
d Detto sacerdote affidato
a me mi venne dato perché lo ajutassi
a
togliersi il vizio quotidiano della ubriachezza. Delle
volte fu Talora lo trovarono
lungo le strade disteso pieno di vino e lo portarono a casa sui carretti.
E,
con la divina grazia pel
tempo che si fermò con me cioè in
alta Italia
cioè per un anno circa sono riuscito nell’intento, dandogli nei pasti a bere del latte
invece
che del vino, e collocandolo in una Colonia Agricola
dell’alto Piemonte,
in
provincia di Cuneo, sotto la vigilanza di alcuni miei
sacerdoti di pietà
buono spirito
e di
molto occhio. aperto.
Ma, venuto a morire Mg.r Quintarelli, Vescovo di Rieti,
il
don Ricci credette di poter ritornare in diocesi, o forse
internamente lusingandosi
di
essere guarito, oppure male rassegnandosi
adattandosi alla nostra vita
che
è un po’ alla contadina; dichiarò per lettera che non
non si sentiva adatto -
più
indegno a di fare la nostra vita e
S si disse allora ammalato,
e
partì dovetti
lasciarlo partire.
Io
Ne avvertî quel
però il vicario capitolare di Rieti, con lettera
riservata.
la
diocesi era vacante. E feci
conoscere la cosa anche qui a Roma feci conoscere la
cosa,
a chi me lo aveva raccomandato.
Giunto il don Ricci in Roma, dove ha una sorella maritata,
fu
visto subito veduto più
volte anche per le vie
in istato di vera ubriachezza.
e la sorella venne da me a pregarmi di indurlo a partire
So
che r Ritornò in diocesi perché un mio prete gli
diede il denaro pel viaggio
ma
uno mio sacerdote de’
miei mi riferì di averlo veduto per Roma
pochi
non molti giorni fa
sono, e che cercò di fuggire per non essere veduto
visto. -
Da me non venne più.
Durante la sua permanenza in alta Italia dichiaro che si diportò veramente bene
sotto
ogni riguardo; ma è È
tale però che ha avrà
sempre bisogno di essere tenuto guidato
con mano di ferro, e continuamente vigilato perché non beva affatto vino né liquori. -
Ecco
quanto so di lui del
don Ricci.
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Con profonda venerazione bacio a vostra Eccellenza rev.ma il sacro anello,
e la prego di benedirmi.
Suo devotissimo osseq.mo servo in G. C.
Sac. Orione
Scusi il mal scritto perché è notte e scrivo con un lume poveretto
da Divina Provvidenza.
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