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[incompleta]


        [Roma - S. Filippo, li] 3 Gennajo [191]6


 Eccellenza rev.ma, [Mons. Turchi]


 È stato a Sant’Anna fratel Prosdocimo a portarmi il biglietto di P. Sarpi.

 Mi spiace che ero assente.

È doveroso chiarire Permetta che chiarisca brevemente la cosa.

 Io dunque ho detto a P. Sarpi che toto corde lo accolgo alla Colonia,

dove egli può andare quando vuole, purché vi si diporti da buon sacerdote.

 Per l’anima mia sento che veramente mi conforto potergli dare poter dare

e fare un po’ di bene a un fratello sacerdote in charitate Christi modesta, povera,

ma cordiale ospitalità.

 Per altro siccome egli, quale religioso, dipende sempre dalla Congregazione

dei religiosi, e per la facoltà di celebrare e di stare a Roma dipende dal Vicariato,

è bene che la sua sistemazione sia pur provvisoria da noi, sia fatta in modo chiara

e regolare, - che cioè abbia il placet dei religiosi dalla Congregazione dei religiosi,

e il placet e celebret dal Vicariato, - per non avere io, da un atto di carità, noje e richiami,

che sarebbero giustamente fatti.

Questo tocca a lui non a me.

Con profondo ossequio

 Ecco di che io ho parlato al Sarpi.

Come Vostra Eccellenza

Io però confesso che io ho riportato l’impressione da tutto questo suo ondeggiare -

andare e non andare alla Colonia che egli trovi difficoltà a menare una vita povera

e di sacrificio a vivere di un vitto semplice e campagnolo e frugale

e lontano dalla fascino della città, - e sinceramente amerei sbagliarmi.

Quest ella Vuol dire che se ve è buono

¨