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[l’azzurro corsivo è grafia di altri]


[Anno 1928 - 10 Aprile

Risposta ad una lettera della S. Congr. del Concilio]


Copia esatta; la lettera fu spedita, raccomandata,

a Sua Emin.za il Cardinale Sbarretti,

a Roma Prefetto della Congr. del Concilio.

 In fede D. Orione d. D. Pr.


          Tortona, il 10 Aprile 1928


 Eminenza Rev.ma


 Riferendomi alla venerata lettera di vostra Eminenza n. 4252/27,

ho l’onore di significarle che il sac. dott. Pietro Mongiardini,

coadiutore nella parrocchia di Voghera è un buon prete.

 A primo vederlo si direbbe un po’ sostenuto; ritengo però sia serietà di carattere,

non posa; ha modi educati.

 Destò meraviglia, a principio, che frequentasse la facoltà di medicina,

e che poi la esercitasse; ci fu qualche critica contro del Vescovo e contro di lui.

 Ma bisogna sapere ch’egli è di Sale, grossa borgata che ha tre parroci,

i quali non sono quasi mai andati d’accordo, pure essendo buoni sacerdoti

e qualcuno anche distinto.

 La popolazione risente, si capisce, dei contrasti e delle piccole beghe di sacrestia.

 Il sac.te Mongiardini ha trovato specialmente le critiche di qualche prete

di altra parrocchia, che gli si è messo contro più per spirito di campanilismo,

che per le contrarie disposizioni della chiesa ad esercitare la medicina.

 Così incontrò l’ostilità di qualche medico - Anch’io, e lo confesso,

quando venni a sapere che il don Mongiardini visitava i malati, ne sono rimasto male.

Poi ho avuto occasione di conoscerlo più da vicino, e mi sono formato di lui

una buona opinione.

 Questo prete - medico, così com’ha fatto finora, non fa ma la impressione,

anzi fa del bene; entra da medico e ne esce da  prete. - Usa poi molta carità

coi malati poveri, e porta loro anche le medicine. Non dico mica che lo faccia con tutti,

ma anche con chi può pagare è discreto.

 Ha serietà e prudenza; le visite le compie con molti riguardi, - e certe visite

si rifiuta di farle, indirizzando ad altri medici donne e ragazze - Dice bene la sua Messa;

recita il suo breviario e lo si trova in chiesa anche fuori d’ora delle funzioni;

fa volentieri il catechismo; confessa, fa il prete.

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 L’arciprete della sua parrocchia di Origene, (che non è poi l’ultimo della diocesi,

e che il rev.mo Mg.r Bruno di codesta sacra Congregazione conosce personalmente,

il teol. don Rognoni), me ne parlò sempre bene; anche l’arciprete di Voghera

ne parla bene.

 Vostra Eminenza si degna chiedermi che ne penso. - Che vuol mai che le dica?

 Davanti ad un sacerdote che, fin’ora, ha dimostrato buono spirito,

e che per quanto io sappia, non ha dato mai motivo ad appunti, -

che anzi mi pare che faccia del bene, - direi di andare adagio prima di dare una negativa.

 La santa sede, del resto, deciderà, nella sua sapienza come lo Spirito Santo la ispira:

io non sono competente, sono un povero peccatore.

 Il ritardo mio a rispondere prego non sia interpretato in senso sfavorevole

al don Pietro Mongiardini, né a mancanza di riverenza e di sentita venerazione

verso vostra Eminenza rev.ma.

 Già sono stato qualche mese fa a Concilio, e in assenza di Mg.r segretario,

ne ho riferito a Mg.r Bruno. - Poi la mia vita fu un po’ randagia.

 Tornato a Tortona, trattandosi di un caso abbastanza singolare,

ho voluto condurre altre accurate indagini.

 È con piena conoscenza che oggi posso scrivere la seguente,

assicurando che il sac.te Pietro Mongiardini, data la prudenza e delicatezza che pone

nelle sue visite ai malati, non lascia mala impressione, anzi ha indotti a ricevere

i sacramenti molti che erano ben lontani da Dio.

Egli è stimato come buon prete e come buon medico, viene chiamato a tenere consulti

da sanitari distinti, e anche da professori d’Università, e lascia buona impressione.

Se si riterrà di concedergli di continuare, mi parrebbe tuttavia opportuno

dettargli circospezione e norme che la saggezza di codesta sacra Congregazione

crederà convenienti, e inculcargli ogni prudenza e quella che è prudenza di spirito.

E che intensifichi la vita del Ministero sacerdotale, corroborata da sempre maggiore pietà

e dallo studio delle sacre discipline; pronto a lasciare da parte e medicina e malati,

qualora la sacra Congregazione e i Vescovi lo credessero.

 Comprendo che qui forse, ho trascorso ma dacché vostra Eminenza,

con ripetute lettere, ha insistito, le ho detto tutto il mio pensiero.

 E qui mi permetto di deporre ai piedi di vostra Eminenza rev.ma un’idea -

 Il sac.te dott. Mongiardini è ancora trentenne: e indubbiamente intelligente

e assai portato a certi studî; non potrebbe domani, servire nelle mani della chiesa

per l’Università del Sacro cuore, o per qualche altra Università cattolica all’estero?

 Non sarebbe il caso, non dico direttamente, ma indirettamente

per tramite del Vescovo diocesano, di fargli intendere che non si vedrebbe male che,

mentre è giovane, si specializzasse in qualche ramo della medicina,

e che desse una libera docenza (con i debiti permessi della s. sede),

e facesse qualche concorso, sì da averlo pronto per qualche Cattedra di medicina? -

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e da poterne fare una forza nelle mani della chiesa, ai fini di mantenere alto

il prestigio della fede e cristiana tanta gioventù studiosa?

 Perdoni vostra Eminenza tanta libertà: veda un po’ in Domino.

 Bacio con profonda venerazione la sacra porpora, e sono di vostra Eminenza

rev.ma umile e dev.mo servitore in Gesù Cristo.


          Sac. Luigi Orione

          dei Figli della Divin Provv.

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