V048T104 V048P135



Copia conforme

 D. Orione


[l’azzurro corsivo è grafia di altri]


 +         Instaurare omnia in Christo!

          Casa Divina Provvidenza

          Tortona, 24 Novembre 1916


Eccellenza rev.ma, a Mg.r D’Arrigo Aricivescovo di Messina


 Chiedo scusa del ritardo a rispondere al venerato suo telegramma.

Mi son presa la libertà di telegrafare a vostra Eccellenza rev.ma,

perché dovevo partire, ma, quando giunse la risposta ero già lontano.

 Come dissi, aveva destinato quel padiglione a ricovero di orfani,

e così speravo anche di salvare un sacerdote che avrei mandato a far loro da direttore,

come feci per don Mario e per altri, perché, trattandosi di orfani dello Stato,

avrebbe ottenuto l’esonero. Ma il 24 corr. (ho ripreso questa lettera oggi 27,

perché dovetti interromperla) ho telegrafato a Reggio Calabria

che facessero iscrivere a Reggio stessa alcuni già destinati a Messina;

e, nei passati giorni, ad altri ho potuto dare diverse destinazioni.

Quanto a salvare il sacerdote, il Signore spero che mi aiuterà altrimenti.

 E così quel padiglione resta libero.

 Ora quanto a cederlo definitivamente, lo avrei fatto spontaneamente

anche prima d’ora, se non vi avessi speso colà nella casetta in muratura, nei bagni ecc.

alcune migliaia di lire, che non erano della s. Sede.

Ho fin vergogna a dire quanto ci ho speso,

perché sento che m’hanno veramente tirato su per l’osso del collo.

 Io credevo poi di rifare la piccola Congregazione

con una somma che mi è stata promessa allora, ma che non ebbi ancora.

 A voce, in caso, dirò di più.

 Stando così le cose, e risultandomi che dove ora abbiamo la chiesa

si dovrà forse aprire una strada, mi pare che da parte mia,

non potrei cedere quel padiglione definitivamente, perché, a guerra finita,

se la Congregazione avrà maggior personale (ora sotto le armi sono circa 50 tra sacerdoti

e chierici) o se fosse sloggiata dalla chiesa, essa possa servirsi del padiglione,

dove ha fatto delle spese con danno proprio.

 Che se però vostra Eccellenza rev.ma credesse,

pel maggior bene delle anime a lei affidate, che io debba, ciò non ostante,

fare subito la cessione definitiva, non ho nessunissima difficoltà di farlo,

dopo che ho ora candidamente esposto quanto sopra; sentendo di essere,

benché assai indegnamente, figlio della Divina Provvidenza,

            V048P136


o almeno desiderando umilmente di divenirlo, e lo farei anche con gioia del cuore

per atto di filiale ossequio alla Autorità della chiesa.

 Diversamente farei una cessione puramente provvisoria, non solo del padiglione,

ma di quanto vi è infisso (bagni, cucina ecc) fatti da me - con verbale di consegna di tutto -

ben lieto che quel locale, e quanto ancora vi è,

possa servire a fare del bene, anche vi siano altri a farlo, purché il bene si faccia.

 Mi scrisse padre Aliffi che un padre Gesuita parlò di passarci un affitto.

Non se ne parli neanche.

Vorrei poter aver denaro che ne manderei volentieri a quelli che vi lavoreranno

a tirar anime a Dio. Quello che si lasciasse anche di mobili (quello che c’è io non so)

sarà un modesto contributo che si è felici di portare al bene che altri vi si farà.

 In attesa di suoi riveriti ordini, bacio a vostra Eccellenza rev.ma

con affetto riverente il sacro anello e la prego della santa benedizione.

 Di vostra Eccellenza rev.ma dev.mo servo in Gesù Cristo e Maria SS.


           Sac. Orione Luigi

¨