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[brani di minute incomplete] [esiste una minuta di un foglio non digitata]
................................................... stesso da Messina aveva telegrafato qui che,
non potendo allontanarmi dal don Bariani, inviavo don Sterpi.
Giunto venerdì a Roma non trovai notizie di qui, e chiesi a don Adaglio
come don Sterpi era rimasto con vostra Eccellenza rev.ma e mi disse
che
vostra Eccellenza lasciava alla Colonia
la rinunciava al suo progetto primitivo
su
Casa Rossa con i terreni annessi e che si prendeva
sarebbe preso il monte San Luigi,
che però don Sterpi sarebbe venuto a Noto per vede re e definire.
E
allora io sono partito
lo stesso giorno
col
primo treno diretto con
che portava la 3a classe,
parendomi che con qualche condizione la cosa potesse essere effettuabile.
Qua giunto, trovai ancora viva la benefattrice nostra
ma ne avrà per un giorno o due ancora.
Non posso più oggi mandare ancora don Sterpi da vostra Eccellenza
perché
egli è suo esecutore
testamentario di essa benefattrice,
e
sono questi i giorni nei quali anche si deve combinare un
al altro lavoro importante
per
la denuncia del dei
patrimoni il cui termine non fu prorogato
e scade alla fine di questo mese.
Venendo
ora a quanto vostra
Eccellenza rev.ma mi ha ultimamente proposto,
io, quando Ella mi parlò, non capî che v. Eccellenza
insistesse
ancora di poter
voler ancora disporre di Casa Rossa e dei terreni
annessi,
poiché
essa da ella infatti non me
ne avendomene parlato affatto,
dove
capî doveva capire ..........
...............
e avendo detto messo
avanti che la diocesi poteva lamentarsi
se si faceva la cessione senza compenso, e per questo mi proponeva il Monte San Luigi,
io ritenni che Casa Rossa dovesse naturalmente restare alla Colonia.
Poiché e chiaro che, levandoci Casa Rossa con gli annessi terreni,
che
sono la parte più di buona valore
e più remunerativa della Colonia
alla Colonia si toglie il più buon polmone di sua vita,
e levandoci poi anche Monte San Luigi, si toglie anche l’altro polmone,
e
vuol dire che la Colonia si vuol
dovrà...........
Ma
quando mi hanno risposto di no, allora, io
ho sentito che o
pur non potendo sempre approvare ciò che Mg.r Blandini aveva fatto,
ho
sentito che V. E dovevo
salvare la vita della Colonia, per quanto è in me,
e
da ma metterla su tale base che avesse il suo vero
sviluppo e un avvenire.
Vostra Eccellenza rev.ma non se ne deve offendere;
vuol
dire che quanto avrà da
vorrà commettermi qualche altra cosa che le sta a cuore,
ella così sa, che se anche vostra Eccellenza rev.ma non sarà più a Noto,
ciò che assumerò, lo mantengo, fin che mi è possibile.
Quando fui interpellato, la prima volta, da Roma,
ho
senz’altro risposto interpellato
se era volontà o desiderio del S. Padre che io cedessi,
che senz’altro avrei subito ceduto anche tutto.
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Egli aveva avuto una somma e venne tosto a Noto,
perché voleva che essa andasse ripartita metà agli orfani di guerra della Calabria
e
metà a quelli in della
Sicilia. Mi disse essere Mi
disse ancora anche che
da quattro
o
cinque mesi inviò un lungo telegramma proprio
a vostra Eccellenza rev.ma.
col
quale, Con esso si impegnava a te nere sulla Colonia
tanti orfani
quanti essa ne potesse convenientemente ospitare e mantenere,
quando la Congregazione fosse stata libera di poter spendere sulla Colonia stessa,
o fosse riuscita per mezzo del Ministero di agricoltura (e l’attuale Ministro
gli è personalmente amico) o di benefattori e metterla in reale efficienza,
ma
ma almeno in modo che le fossero state rifuse le
spese fatteci
che
la Congregazione come tale vi
avesse fatte sopra,
qualora
i religiosi per ragioni indipend
avessero dovuto lasciarla.
È
chiaro Mi pare evidente c
la Congregazione sarebbe pazza se si
non sarebbe giusto si pretendesse che la Congregazione venisse a spendere
dei capitali su terre non sue, o capitali non riversabili.
Vostra
Eccellenza rev.ma, a detto telegramma, non avrebbe neanche
risposto.
Ora,
ripet a mostrare ancora
una volta tutta la sua buona disposizione,
dice
mi disse che non solo non ha difficoltà ad aumentare
gli orfani,
ma
che anzi darà sarà
lieto di dare la preferenza a quelli che v. Eccellenza rev.ma
si degnasse proporgli.
¨