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[Roma, 6 Novembre 1914]
Rev.mo Monsignore, [Cottafavi]
Ricevo la sua graditissima lettera del 5 corr., e la ringrazio di avere pensato a me.
Io parto stanotte, e starò fuori Roma per otto o dieci giorni,
ma, appena ritornato mi occuperò con premuroso dovere e molto affetto
di quanto ella mi scrive.
Rassicuri quell’ottima signora, poiché io sono in tale situazione
che posso compulsare tutte le carte, anche quelle più riservate, - e riferirò ampiamente.
Bene inteso che non si potrà mai fare il mio nome.
Intanto io ricordo molto bene ancora la pratica di quella bambina
e la parte che vi ho preso.
Io conosco poi molto lo Stracuzzi. Egli non è ragioniere, ed ora abita a Messina
Il Giovannino, che è nominato nella lettera di vostra Eccellenza
come supposto fratello della bambina, trovasi da me, da circa un anno e mezzo,
ed è proprio a S. Prospero a Reggio Calabria. Egli infatti fu prima ad Oneglia,
poi a Venezia affidato a padre Ghignone al quale il Patronato diede 12 orfani
a L. 100 mensili cadauno più le spese. Poi p. Ghignone trovò che il fanciullo
è mezzo deficiente, e il Patronato lo regalò a me passandomi la metà della metà della metà
di quanto dava a p. Ghignone.
Lo Stracuzzi infatti è ritenuto dal Patronato quale padre del Giovannino,
il quale lo crede zio ed ignora di avere una sorellina.
Lo Stracuzzi però ha un’altra donna con sé, (se sia sposato non so,
poiché una buona metà dei messinesi non hanno l’uso di sposarsi) -
ed ha già altra prole dalla donna con la quale convive.
Non credo quindi che disturberà la buona signora togliendole la bambina -
Comunque riferirò più ampiamente e con dati sicuri.
Vado a Tortona ove domenica dirà la I Messa Quadrotta, a cui lei,
caro Monsignore, ha indossato l’abito in S. Prospero.
È il fratello del Quadrotta [Guglielmo] segretario di don Marri.
Spero molto bene da questo novello sacerdote.
Vostra Eccellenza mi parla dell’oratorio festivo di Reggio Emilia:
oh con quanto piacere verremmo! ma ora chiamano già la classe del [18]95,
e me ne andranno a soldato altri 7!
E sono tutti braccia di lavoro che mi mancano! Preghi un po’ per noi poveretti!
Mi benedica, e mi abbia per suo aff.mo in G. C. e Maria SS.
Sac. Orione d. D. P.
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