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[l’azzurro è dattiloscritto]


[A Sua Ecc. Rev.ma

Mg.r Dalmazio Minoretti

Arcivescovo di Genova]


         Tortona, il 10 Gennaio 1928


 Eccellenza Rev.ma,


 Ho ricevuto la venerata lettera di v. Eccellenza

che si riferisce alla signora Maria Vittoria Risso; quanto prima sarà tutto a posto;

del resto v. Eccellenza rev.ma avrà rilevato che è assai più quello che essa ha in mano

o intestato, che non siano le 10.000 Lire che ancora le si devono.

 Tuttavia ho già incaricata persona benevola alla Risso di sistemare ogni cosa.

 Ed ora mi permetta v. Eccellenza di parlarle d’altro.

 Il m. rev.do parroco di San Tommaso in Genova si è personalmente occupato

di ottenere da codesta rev.ma Curia il nulla osta per la vestizione chiericale

del rag.r Adriano Callegari, suo parrocchiano, giovane universalmente stimato.

Egli desiderava che detto rito si compisse in parrocchia, ad aedificationem.

 Ora, mentre mi comunica che è sorta qualche difficoltà,

mi suggerisce di domandare direttamente a v. Eccellenza rev.ma la desiderata facoltà.

 A dire il vero è da parecchi giorni che pensavo di scriverne a v. Eccellenza,

e di umilmente pregarla di degnarsi compiere la divota cerimonia;

e pensavo che questo poteva fare tanto bene, specialmente ai giovani,

essendosì il Callegari distinto e nell’azione Cattolica giovanile del circolo B. Spinola

e in guerra, ond’è Medaglia d’argento.

 Ma poi me ne sono trattenuto, credendo di chiedere troppo ad un Arcivescovo.

Chissà che queste difficoltà il Signore non le abbia permesse per aprirmi la via

a pregare v. Eccellenza di voler dare lei l’abito chiericale al Callegari, che è figlio suo,

figlio di Genova?

 Questo atto potrà forse suscitare qualche buona vocazione anche pel suo Seminario,

come quella del caro mio amico avv. Franco Costa che tanto avrà confortato

l’animo di v. Eccellenza in questi passati giorni. Che se v. Eccellenza rev.ma

credesse conveniente si faccia a S. Tommaso, dica dove meglio crederà.

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A me era pure venuto in mente l’umile chiesa di S. Gerolamo a Quarto,

tra i poveri del Piccolo Cottolengo; anzi, a dire la verità, mi pareva il posto più indicato

ma non lo manifestai per un riguardo verso il parroco di San Tommaso

e il circolo della G. C. B. Spinola della G. C., che a voce e per iscritto mostrò desiderio

che il Callegari vestisse l’abito in Parrocchia per meglio presenziarvi.

Però, ciò detto, aggiungo che, per divina grazia,

non desidero che di compiere i desideri di n. S. Gesù Cristo e della sua chiesa.

 E, poiché a Genova Gesù Cristo visibile e il padre e pastore della chiesa

è vostra Eccellenza, io sarò sempre contento di quanto ella disporrà.

 Onde, se è contenta che detta vestizione si possa fare o in un posto

o nell’altro di Genova, ed io ne sono contento; ma se v. Ecc.za non lo ritiene bene,

ed io anche non lo ritengo bene, e ne rimango ugualmente contento e felice in Domino.

 Bacio con ogni venerazione il sacro anello, e la prego di benedirmi.

 Suo umile servitore in Cristo e nella santa Madonna


           Sac. Orione Luigi

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