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[l’azzurro corsivo è grafia di altri]

[esiste una minuta di otto fogli non digitata]


          Avezzano il 10 aprile 1915


 Eccellenza


 Le chiedo scusa di doverle scrivere su questa povera carta,

perché di meglio non ne ho. Ho ricevuto d la gradita lettera di vostra Eccellenza

dell’otto corrente, vivamente la ringrazio.

 Al riguardo delle suore zelatrici delle quali le parlò Monsignor Vescovo di Pescina,

vostra Signoria già saprà che fui io a chiamar qui dette suore, e ciò feci

per secondare i desiderî dello stesso Monsignor Vescovo.

Quando il patronato creda di approvarle, non si troverà in me alcuna difficoltà,

sarò anzi ben lieto se mi sarà dato di concorrere a toglierne.

 Ecco ciò che penso, e ciò che voglio fare, col Divino aiuto,

per venire dello spirito di Gesù Cristo.

 Che se altro vostra Eccellenza, che ha sentito Monsignor Vescovo di Pescina,

avesse a suggerirmi, io lo avrò assai grato.

 Nulla nella mia vita religiosa ho desiderato di più, che di essere figliolo umile

e fedele della santa chiesa di Dio e dei Vescovi anche in ciò che non si riferisce

alla dottrina e alla disciplina cattolica.

 E così, in verità, mi pareva di avere agito nei rapporti

con questo veneratissimo Vescovo.

 Però, ben comprensibile della mia debolezza amerei conoscere ove ho mancato,

non per iscusarmi, ma per riparare nel modo più sentito e più ampio.

 Quando mi sono dato a Gesù e alla chiesa, mi ci sono dato per divina grazia

tutto per intero. Allora sento la gioia interiore di vivere dello spirito di Gesù Cristo

e di dovere ringraziare la Divina Provvidenza ogni qual volta mi è dato annichilire

il mio amor proprio e tutto me stesso ai piedi di un sacerdote e specialmente di un Vescovo

della mia santa chiesa, come pure ai piedi di qualunque più piccolo fratello,

verso cui ho mancato di carità nel Signore.

 Così anche Dio qui mi aiuti e la Santissima Vergine! Con profondo ossequio

mi onoro dirmi di vostra Eccellenza

 Devotissimo Servitore

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