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+ Anime e Anime !
Roma, il 15 di luglio 1922
ore 10 Antim.ne
Mio carissimo Monsignore, [Maurilio Silvani]
Sono giunto a Roma da Venezia un’ora e mezza fa, e, detta la s. Messa,
ho subito letto la tua lunga, ma tanto e tanto gradita lettera - relazione,
per quanto non tutto mi portasse consolazione.
Per motivi gravi, ma che ora mi sarebbe troppo lungo riferire,
non ho potuto lasciare il Brasile che il 19 giugno, ma sono partito lasciando colà
le cose a posto, anche a S. Paolo, per la grazia del Signore.
Sono giunto a Genova dieci giorni fa; dovetti fermarmivi una giornata,
e
per svincolo di bagagli e per visite indispensabili: f
Fui anche dall’Arcivescovo,
cui presentai i tuoi ossequî, e gli dissi molto male di te.
È dimagrito e fatto un po’ curvo, e mi disse che la croce di Genova gli pesa assai
più che quella di Alessandria. Mi parlò di te anche lui, non entrando però affatto in merito
a quanto era corso tra te e lui, mi parlò bene di te, e sentì con piacere
quello che tu fai in Argentina.
Quando passerai a Genova, sarai ricevuto a braccia aperte,
perché ho capito che qualche cosa ora ha capito anche lui, ma troppo tardi.
Ora vuole darmi una casa a Genova.
Andai subito a Sanremo, e mi fermai tre giorni:
Don
Quadrotta pare mi ha abbia
aspettato per morire evidentemente tra le mie braccia.
Può
La sua chiamata può essere da un giorno all’altro:
sai come sono le malattie di petto così avanzate; non ha più che metà di un polmone,
ed ha 30 anni appena!
Sia fatta la volontà del Signore!
Prega per lui e anche per me, e Dio te ne ricompenserà.
Sono poi stato a Tortona tre altri giorni, e due a Venezia, e una ½ giornata a Mestre,
perché il Patriarca voleva vedermi prima che andassi dal S. Padre.
Oggi è sabato e avrò l’udienza privata lunedì. Lunedì sera cominciano a Venezia
i nostri annuali Esercizî, e quindi parto di qui subito per essere con i miei:
ne ho tanto bisogno d’un po’ di ritiro e di preghiera!
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Qui giunto, sei il primo cui scrivo.
Domani consegnerò a Mg.r Pizzorno una lettera che ebbi dal tuo Nunzio,
e che riteneva perduta insieme con due valigie.
Circa il tuo letterone ti risponderò a più agio dopo l’udienza;
oggi sono qui ad Ognissanti assiepato di gente. Però non ho voluto tardare
neanche un’ora a dirti tutta la mia piena adesione a quanto hai fatto
e tutta la piena mia riconoscenza Ti ricompensi Iddio di tutto!
L’altro jeri da Venezia, dove ero appena giunto, mandai un telegramma qui
al
dott.r Alvear, di devoto saluto e mi riserbavao
di chiedergli di fargli visita oggi;
ma lasciò Roma da jeri. Pazienza!
Farò tuoi augurî (siano pure posticipati) al prof.r Costantini e a Centoz. -
Non vidi ancora - e non lo potei - il p. José Vespignani, - e qui, fuori di quei di Casa,
non vidi, finora; altri.
Tutti, don Risi, don Fiori e ogni altro ti salutano carissimamente -
So che il S. Padre mi aspetta - Prega che tutto possa andare bene - Io penso all’Argentina. Scusami, non ho più tempo!
Ti abbraccio in osculo sancto, e la SS. Vergine ti benedica mille e mille volte!
Stasera vedrò Mg.r Perosi e anche Renzo: prima vado alla casa del lutto
e poi quella della letizia.
Domani fa suo ingresso il nuovo Vescovo di Alessandria.
Tra Mg.r Signori e lui non ci sono affatto rapporti:
egli nulla ha chiesto a Mg.r Signori sulla diocesi, e alle Pastorali
o altro ricevuto da Mg.r Signori, o non ha risposto, o solo con biglietti di visita
e molto freddamente. Solo ora nella Pastorale d’ingresso accenna -
e
come non poteva farlo? - al suo P
predecessore con parole benevoli
ma
non entusiaste entusiastiche.
Ai manifesti affissi alla Cattedrale e chiese d’Alessandria
in
occasione ingresso nuovo Vescovo, là ove si parlava a
di Mg.r Signori quale padre,
furono tali punti esclamativi e in tale rilievo e con diverso colore, -
che si dovette far cambiare i manifesti stessi.
Non so poi se il brutto scherzo sia stato ripetuto.
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Ma basta - Preghiamo e solleviamoci da ogni miseria, da ogni morta gora!
Tuo aff.mo in G. Cr. e Maria SS
Sac. Orione d. D. Provvidenza
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