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+ Roma, 16 / 6 [1]915
Caro Monsignore, [Mg.r Albera]
Don Risi mi fa vedere la tua lettera a lui da Castellamare,
e ho pure ricevuto la tua. Scusami che non ti ho ancora risposto:
a) l’ho avuta tardi, perché sono stato in alta Italia;
b) e poi in questi giorni mi trovo molto occupato.
Anche oggi non ti scrivo che poche parole per farti subito pervenire la posta
che ti è giunta qui oggi.
Quanto al venire tu qui, o alla Colonia, tu puoi ben pensare quanta consolazione sia
per me e per tutti noi della Provvidenza: qui a S. Anna troverai una camera pulita e anche
faremo in modo che sia decente, ove si mangia, così se viene qualcuno potrai riceverli.
Alla Colonia e a San Giovanni potrai andare e stare a tuo piacere.
Io non ti posso dire la consolazione che provo di vederti Vescovo.
Sta tranquillo che prego, e sono io che mille volte chiedo a te perdono,
e mi raccomando che preghi per me.
Mi fai sapere quando arrivi: lascia che venga a ricevere l’Arcivescovo e te.
Ne ho più di 20 sotto le armi, e mi tocca correre un po’ di qua e di là;
ma la Madonna mi ajuta assai.
Bacia per me il S. anello a sua Eccellenza Mg.r Arcivescovo.
Scusami che ti ho dato ancora del tu; ma adesso cambio linguaggio e permetterai
che lo faccia per rispetto alla dignità a cui lo Spirito Santo e la S. Chiesa ti hanno elevato,
e mi dico con tutto l’affetto in Gesù Cristo e Maria SS. di vostra Eccellenza Rev.ma
Aff.mo e dev.mo servo
Sac. Orione Luigi d. D. P.
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