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 Eccellenza Rev.ma,


 Veramente è da tanto tempo che non mi sono fatto vivo, che non so quasi come

cominciare, comincerò dunque nel migliore modo che è possibile: sia lodato Gesù Cristo!

 Ho ricevuto una lettera da don Contardi che mi ha dato un po di consolazione,

ma mi è venuto il dubbio che quel figliuolo lo facesse perché fossi confortato nel lavoro

che ho qui; e quindi la vorrei pregare, veneratissimo monsignore, di dirmi un po lei

qualche cosa sull’andamento della casa della Catena e la pregherei di dirmi tutto

come vede, come vorrebbe che le cose andassero.

 Se vostra Eccellenza avesse bisogno di un po di danaro, me lo faccia anche sapere

che provvederò, con l’aiuto di Dio, subito.

 Io sto molto bene di salute, e trovo che il lavoro mi cresce di giorno in giorno.

Ora sono il delegato del Patronato Nazionale Regina Elena; mi sono messo io in mano

del Patronato Nazionale Regina Elena per non lasciarci cadere gli orfani, e finora non ce

ne ho dato uno: li vado collocando di qua e di là: ne sono partiti anche oggi

per le suore di Don Bosco di Catania.

 Il Signore mi da molto aiuto e consolazioni.

 Vostra Eccellenza Rev.ma preghi per me: io voglio amare Dio e consumarmi di lui

e delle anime x pure sono sempre allo stesso livello.

 Adesso, se piacerà a nostro Signore, vorrei fare una cappella dove si dica sempre

(eccetto nelle grandi solennità e feste,) la messa pei morti del terremoto:

me lo ha scritto il Santo Padre, e so che approverà.

 Come si sono spezzati questi palazzi così vorrei spezzare la mia volontà e nfrangermi

ai piedi di nostro Signore di carità, ma dopo un minuto sono subito pieno di me stesso:

preghi per me.

 Io spero tutto dal cuore adorabile di nostro Signore e dalla Madonna SS.,

ma ho poca fede, e poca speranza, e poca carità.

 Mi pare mille anni di non essere stato a trovare vostra Eccellenza, e la sua mamma,

e i figli, ma con l’aiuto di Dio, verrò.

 Sia fatta la volontà del Signore.

 Qui sono sopraffatto da molto lavoro, e non ci riesco.

É stato qui Mg.r Cottafavi, e vedo che amerebbe mandare una 20.na di orfani

a Cassano per la Colonia, e una 30.na per le arti. Che ne dice?

 Ho capito che sono bambini x del Patronato, che egli però avrebbe nelle forme debite

dal Comm.re Restani, delegato di Reggio Calabria.

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 Ora piuttosto ché quei bambini vadano in mano di gente senza fede,

[e certo vi è molto pericolo poiché il Patronato ha un andamento settario, direi di riceverli,

se appena si può.

 È vero che quei di Reggio potrebbero mandarli da Mg.r Morabito, ma c’è tale

un abisso tra Reggio e Mg.r Morabito che fa piangere, e piuttosto che darli a lui i ragazzi

temo corrano pericolo di cadere in mani laiche.

 Capisco che ogni ragazzo dovrebbe corrispondere un tanto al mese, almeno 20 lire,

e io dissi a Mg.r Cottafavi.

 Voglia dirmi in Domino se crede che si possa fare qualche cosa, e come si può fare.

 Finisco perché non posso continuare più pel sonno.

 Il Signore sia con noi e ci consoli: il Signore la benedica, e mi benedica,

e benedica tutti.

 Faccia i miei doveri alla sua signora mamma e sorelle: a Mg.r Vicario:

mi saluti i figli.

 E vostra Eccellenza accolga i sensi della mia profonda venerazione, e mi benedica.

 Suo in Gesù Cristo crocifisso.


        Sac. Orione Luigi  della Div. Provvidenza


 Messina, il 26 marzo 1909.

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