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 +         Anime e Anime !

          Tortona, il 7 novem. 1917


 Eminenza Rev.ma,


 Un giorno vostra Eminenza dava ai miei orfanelli ospitalità paterna

nel suo Episcopio di Cassano Ionio, e quei poveri e derelitti ragazzi, raccolti tra le macerie

del terremoto, sotto cui erano periti i loro genitori, trovarono nel cuore di vostra Eminenza

e della sua santa madre tutto il conforto e la carità stessa di nostro Signore Gesù Cristo.

 Io non so, ma se mai un giorno non meno triste si avvicinasse per Venezia, si ricordi

vostra Eminenza Rev.ma che le povere case della Divina Provvidenza sono già tutte

aperte e spalancate come i nostri cuori in Gesù Cristo Signor nostro.

 Aiutandomi il Signore, già ho messo a disposizione dell’istituto dei vecchi

di Venezia, d’accordo con l’autorità politica di qui, una bella casa qui in Tortona, che era

come il seminario dei Figli della Divina Provvidenza per le Missioni all’Estero.

 Però se vostra Eminenza Rev.ma avesse bisogno in questi frangenti di trovare

ricovero per sacerdoti vecchi o per poveri chierici, o per fanciulli orfani o derelitti,

sarei ben felice di concorrere in qualche modo, ricevendoli negli istituti della Divina

Provvidenza a Sanremo, a Bra, a Cuneo, insomma in luoghi lontani

dalla zona di operazione e tranquilli.

 I chierici potrebbero qui continuare il ginnasio, o frequentare le scuole del liceo

e di teologia al seminario.

 Essi troverebbero, anche da parte di questo ven.mo Vescovo, ogni agevolezza

e carità.

 Io scrivo senza averne ancora parlato con Mg.r Vescovo, ma so di poter scrivere così,

perché esso è tutto zelo e carità del Signore.

 E adesso basta, per non abusare della sua benevolenza.

 Ho sentito con vivo dispiacere che vostra Eminenza è un po’ invecchiata; capisco

bene tutto; cioè il peso formidabile della croce, ma vostra Eminenza aspetti ad invecchiare,

perché ha ancora molto da lavorare in Domino.

 Adesso cominciamo.

 Nostro Signore ci aiuti a saper soffrire per lui, e coraggio!

 Qui preghiamo, e cerchiamo di renderci utili ai poveri profughi,

con l’aiuto del Signore, e così Dio ci aiuti!

 Vorrei confortare il cuore di vostra Eminenza e la santa Chiesa:

vorrei morire per la S. Chiesa.

 È tempo di vendere tutto per la margherita della carità: levare alto il S. Vangelo

e il Crocifisso in noi, e spargere balsamo di carità nelle piaghe nostre e dell’umanità:

la dominazione della carità è la più potente e divina.

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 E la Madonna? Ave Maria e avanti!

 Ma povero di me, che scrivo così, e non so mai cominciare.

 Ah mi benedica, mi benedica forte, perché vuoti il cuore di ogni cosa,

e venga solo l’amore di Dio e delle anime a darmi la vita.

 Bacio con venerazione la S. porpora, e sono sempre quel poveretto là.

 Aff.mo suo


            Sac. Orione

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