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L’Eminent.mo Card. La Fontaine
Patriarca di Venezia
e la Piccola Opera della Div.na Provv.za
non
sò se avrò tempo a mandarvi anche questa
la parte che si riferisce alla Piccola Opera
[+] [1935]
Il 9 luglio passava da questa misera vita a vita beata il Patriarca di Venezia
Eminent.mo Cardinal Pietro La Fontaine.
La
sua morte, serena e santa come è il
la dolce trapasso
dipartita dei Servi di Dio,
venne confortata di speciale benedizione del Sommo Pontefice.
Il
veneto tutto si commosse alla alla
dolorosa notizia, della morte di santo
Pastore di
anime
ma sovra tutti la città di Venezia, dove popolo, autorità e Clero
lo
amavano e
veneravano qual padre.
Il
Quando la salma benedetta di lui venne
apparve sulla porta della Basilica di
San Marco, per essere trasportata all’ultima sua dimora, l’amplissima piazza era gremita
da una moltitudine di fedeli di tutti i ceti sociali che, in ginocchio, chiamavano ancora
il loro santo Patriarca, tra gemiti e preci.
E
la lancia che lo tras portò
al tempio a Lido venne
seguita da mesto
lunghissimo
corteo,
da di centinaia e
centinaia di gondole a lutto: e tutta
la laguna risuonava
di
canti mestissimi, e e
parea piangere.
Il
grande Egli
Ora il Patriarca tanto amato riposa ora
in Cristo in quel xxxx
Tempio
votivo,
saprò alla
Madonna di Lido,
che egli volle innalzato a perenne
monumento di arte
cristiana,
di amor patrio, di fede di pietà
riconoscente alla Vergine Celeste,
a
perenne testimonianza di grazie per
di aver salvata Venezia dai ripetuti spaventosi bombardamenti aerei.
E
là, ai piedi di Colei, che tutti gli afflitti invocano, e
chiamano che è tutela ai
periglianti
e Castellana d’Italia, - il gran cuore del
di Pastore di sacerdote
e di italiano, di
pastore e di padre del Patriarca di Venezia, e primate della Dalmazia, - volle pure composte
e da
lui Lui stesso
benedette le salme gloriose dei suoi cari
veneziani, eroicamente caduti
in
quella guerra, che doveva dare all’Italia i suoi
materiali confini.
Oh
sì! Riposa piamente in
pace e da padre tra i tuoi figli di predilezione, o venerando
Patriarca
La Fontaine, tu, che per le insigni benemerenze ben hai meritasti
meritato che il
Governo
della nuova Italia del
della nuova Italia ti decorasse della grande Croce di Guerra.
Pace
a te in Cristo e gloria
a te in eterno!
____________________
Il
Patriarca Cardinal P. La Fontaine era
nato nacque a Viterbo nel 1865.
Ordinato sacerdote nel 1883, era nominato Vescovo di Cassano Ionio in Calabria
da Pio X, nel 1906. Dopo alcuni anni, veni va chiamato a Roma e fatto vice-Prefetto della
S. Congr. dei Riti. Nel 1915 Benedetto XV lo promoveva a Patriarca di Venezia,
e nel 1916 era elevato alla dignità della sacra porpora.
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(è la parte che riguarda noi)
Eravamo
nel 1908, ed egli era
quando Mg.r La Fontaine, Vescovo allora amatissimo
di
Cassano al Ionio (Calabria), conobbe la nostra
piccola nascente nostra
Congregazione, -
la
conobbe e la amò. E ci offerse, senz’altro, xx
Don Orione il Santuario
della Madonna
della Catena con annesso edificio in sua diocesi.
Per
Cause diverse non si potè, allora,
impedirono di subito di
accettare.
Il
Ma il 28 dicembre sempre
di quell’anno, l’Italia fu ebbe
fu colpita dal terribile
terremoto Calabro-Siculo: 200.000 morti!
Don
Orione corse sui luoghi del disastro e
telegrafò dopo aver telegrafato al Vescovo
La
Fontaine di Cassano che avrebbe
accettava la casa offertagli per dare una casa agli
orfani estratti dalle macerie dell’immane disastro. Mg.r La Fontaine non solo diede
Santuario
l’annesso edificio e
casa, ma tutto pose
a disposizione aperse
tutto il suo stesso
palazzo
vescovile. I Vasti
saloni furono tosto trasformati in dormitorî
e sotto lo stesso il
baldacchino
delle stessa sala del
trono avevano ebbero il
loro lettino due poveri orfanelli.
Tutto
il Clero della diocesi si strinse
si era stretto, in quei giorni, attorno al suo
Vescovo,
per a
per festeggiare il suo XXV.mo
di sacerdozio, e gli offerse una somma
di alcune migliaia di lire.
Tutto
egli Il Vescovo tutto diede per i quei
piccoli orfanelli
superstiti,
fin
le coperte del suo modestissimo
letto.
Il
cuore del nostro Patriarca La Fontaine
fu tutto per i poveri, specie per i fanciulli
più
poveri derelitti. e
più orfanelli abb
Per
questo amò molto tanto
la nostra piccola Congregazione perché è la
Congregazione
dei poveri dell’amore
al Papa e
dell’unione agli
umili e ai poveri dei piccoli
e
dei poveri più abbandonati. Don Orione
gli diventò come uno della sua famiglia, partecipe delle sue gioie e
dei suoi dolori Amò i poveri, e visse sempre
povero: - non gli
avranno,
certo, trovare trovato
da fargli i funerali. Anche quando, nominato Patriarca,
doveva
partire per andare a
Venezia, non aveva nulla. Li xxxxx
Alla vigilia della di
sua
partenza
Don Orione lo incontrò sulla piazza di San Pietro in Roma e lo vide
un po’
alquanto
amareggiato. Gli avevano promesso che
sto un po’ di danaro a
prestito, ma poi esigevano una cambiale
cambiali. Uno scritto sì, ma una
cambiali no, x non gli
pareva è decoroso per un Vescovo aveva risposto. Si
era in guerra: le condizioni di Venezia erano
tristi:
al Patr nuovo Patriarca
necessitava un po’ di danaro al suo
ingresso per le prime e più
urgenti necessità del suo popolo. Proprio allora la Divina Provvidenza aveva mandato a
Don
Orione L. 12.000, che egli x
e le porta ancora in tasca. non so
denza gli era La
somma passò senz’altro nelle mani del Santo Patriarca per non restarci che pochi giorni: la
Divina Provvidenza gli era andata incontro sulla piazza di San Pietro. - Quando si era a
maggio, il Patriarca non aveva più nulla, e tutto era andato in carità, e allora vendevano le
candele offerte dai fanciulli della Cresima, e si andava avanti così. Per far carità e per
ispirito
di mortificazione, d’inverno non teneva fuoco nel suo studio, ma
avvolgeva si
accontentava di avvolgere le gambe in una povera coperta.. L’ultima volta che venne a
Tortona
si vedeva che
non doveva essere sufficientemente coperto, si vedeva che aveva
freddo,
e gli fu dato da una suora
uno scialle che poi rimandò. a
restituirle. Tutto
Attorno a lui tutto predicava semplicità, umiltà, portava mitezza, carità di padre.
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Nel periodo più doloroso della guerra egli mandò a Tortona le poverissime Clarisse
della Giudecca e l’ospizio dei vecchi di Venezia, per sottrarli ai pericoli
dei bombardamenti; anche un gruppo di chierici dei Cavanis furono da lui indirizzati
a Tortona.
Egli aveva la Congregazione come cosa sua.
Dopo
la guerra chiamò a Venezia i Figli della Divina
Provvidenza, e molto operò
fece perché ad essi venissero affidati l’orfanotrofio delle Zattere e l’Istituto Manin.
A
E mai ci diede poi i
bambini di Lido, i più cari al suo cuore, gli
orfanelli di Lido e
quell’orfanotrofio
La Fontaine che prese
porta il suo nome. da Lui e che gli
costò Venne sempre molto volentieri
Oh come ci vedeva volentieri! E come veniva volentieri da noi a Villa Saronzo!
E là
ci predicò anche pure
gli Esercizî Sp.li e quando
visitava le nostre Case come una festa per Lui con
quanta pietà e bxxx ed
edificazione.
Venne
a Fu a Tortona venne
visitatore Apostolico, dei
e poi a benedire la I pietra
del
tempio votivo sul
Castello.
A
Tortona corse a dar conforto
con amore dolcissimo di padre, quando alcuni
anni fa
Don
Orione fu cadde
gravemente malato, e ci ritornò qualche anno fa a visitare il
Santuario della Guardia, dove celebrò e parlò al popolo e ai
chierici.
Nel
venire a Tortona Quella volta venne da Milano, e si
trattenne con x x
qualche ora
con
visibile piacere a Montebello, visitò la Casa di Voghera e la pxx
Casa di riposo per
dei vecchi di Pontecurone.
E’
stato Fu pure un mese alla nostra
nostra Villa S. Luigi che la
Congregazione tiene a Varallo Sesia.
Era veramente il nostro Patriarca!
Egli divise sempre con noi le nostre gioie e i nostri dolori.
Anche
in questi ultimi mesi, e già sentendosi vicino
verso la fine, di sua vita,
scrisse
a
Don Orione e a don Sterpi, rallegrò
e si compaicendosi
compiaceva del bene
che
con l’aiuto di Dio, la Piccola Opera va facendo, e
dava e voleva darci conforto.
Crediamo
di far piacere del bene
agli amici e benefattori della nostra cara
Congregazione,
riportando qui un passo di lettera che Lui
il compianto Cardinale
egli
scrisse il 27 aprile ad una sua prima cugina, residente a Buenos Aires,
sposata all’Ing.r D’Ormea.
«.............. di Don Orione ho notizie dirette. Io ho scritto a lui ed egli ha scritto a me.
L’opera sua è opera di Dio, poiché è tanto contrastata. - Ma domani è San Paolo della
Croce, il quale tanto dovè soffrire, ma l’opera sua glorificò il Signore.
Quando scrissi a Don Orione gli parlai anche di voi»
Che la memoria venerata di sua Eminenza Rev.ma il Cardinale Pietro La Fontaine,
nostro indimenticabile padre in Cristo, passi in benedizione di età in età, a gloria di Dio
e a conforto dei buoni!
(non deve portare firma).
¨