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 [+]        Bs. Aires, 17 maggio 1935

         Calle Victoria, 2084


 Eccellenza Rever.ma,


 Ho ricevuto la venerata lettera di vostra Eccellenza Rev.ma e la ringrazio di cuore.

Circa la vertenza di San Michele le sarò sempre profondamente grato di quanto si degnerà

fare per salvare almeno il principio.

 Non chiedo di più, ma non posso chiedere di meno.

 E, dopo avere molto riflesso e pregato, non posso desiderare che il Santuario

della Madonna della Guardia diventi, per ora, e nelle attuali circostanze, sede di

parrocchia; - confesso che ne avrei un vero dispiacere, e non dubito che mi si vorrà

caritatevolmente risparmiare. Anche in questo mi affido alla paterna bontà di vostra

Eccellenza Rev.ma.

 E qui mi vedo costretto ad accennare a dolori che avrei amato non dire mai.

So chi, da qualche anno, e dopo che il Santuario già era fatto, - (avrei lasciato anche

di farlo, se me lo avessero detto) - osteggia il Santuario, e certo non mi pare allo scopo

di diffondere ognor più la divozione alla Madonna della Guardia, che pure è tanto sentita

dalla popolazioni del tortonese. Ora, - si mira forse a cambiar anche nome al Santuario?

E, portando la sede della parrocchia di San Michele, a togliergli il suo carattere di

Santuario? A disturbare il bene che, - per la celeste protezione di Maria SS. si fa, a

divergere i divoti della Madonna? - Domani il Santuario andrà a chiamarsi San Michele? -

Ma no! - Cada ogni passionalità, e si facciano le cose in Domino, sotto lo sguardo di Dio,

e come in punto di morte.

 Già, prima della questione di San Michele, ho dovuto scrivere a chi osteggia

il Santuario che i nemici mi cavino pur anche gli occhi, basta che mi lascino il cuore

per amarli.

 Dunque, venendo a San Michele, non ne ho chiesto le rendite:

anzi vi ho esplicitamente rinunciato, fin dal ricorso dell’8 giugno dell’anno scorso,

(siamo ormai ad un anno).

Ci siamo noi stessi limitati a chiedere solo un terzo di territorio, il corridojo, che ci unisca

a San Bernardino. Mi pareva, questa e mi parrebbe sempre, la migliore soluzione; ma,

se non si crede, pazienza!

 Ora, Eccellenza Rev.ma non chiederei più neanche questo: solo mi limito a chiedere

ciò che non potrei non chiedere, e cioè che sia salvo il principio del rescritto pontificio,


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dato su richiesta del Vescovo di Tortona, per Convenzione intervenuta, rescritto che andò

subito in esecuzione per due parti su tre, e che deve esaurirsi anche in quella parte

di esecuzione che non fu possibile prima, ma che costituisce un tutt’uno col già eseguito.

Io ho stesso quel ricordo piangendo, e solo quando mi vidi preclusa ogni via,

e dopo aver sentito i migliori canonisti.

 Avrei potuto prendere un’altra strada, e mi era stata assi curata piena

di soddisfazione: ho preferito la via amministrativa, da figlio, più da figlio,

e pienamente fiducioso.

 Ed eccomi, Eccellenza, alla proposta ultima, che espongo a v. Eccellenza e,

occorrendo, per suo tramite, alla Sacra Con gr. del Concilio in umiltà e fiducia grande.

Eccettuata la canonica di San Michele e la casa annessa che dà sul sagrato della chiesa,

e il nostro Istituto che dall’altro lato della chiesa e il probandato, pur di finire tutto

in Domino se vi hanno difficoltà per la striscia, - non domanderei neanche più detta

striscia, che ci eravamo limitati a chiedere, pur di addivenire ad un accomodamento

amichevole, - e che alla S. Congr, del Concilio si erano mostrati disposti a dare, anzi

vi avevano fatto buon viso; striscia che unirebbe la chiesa parrocchiale di San Michele

alla campagna, alla frazione del Groppo e a San Bernardino, cioè a quella porzione

che ci è stata designata.

 Quindi non insistendo più sulla striscia, noi non avremmo più territorio in Tortona,

non territorio né case ai margini di Tortona, nulla sino alla frazione Groppo.

Del Groppo se volete lasciarmi quella parte, (a sinistra di chi va verso Genova), dove sono

le mie povere suore cieche, mi farete una grande carità, e non finirò di ringraziare.

 Le suore cieche sono quelle che sempre pregano per me, e sono le uniche suore

adoratrici della diocesi, - allontanano i castighi e ci ottengono tanti ajuti dal Signore; -

se no, pazienza! Sia per l’amore di Dio. Mi darete, come già designata, la campagna

dal Groppo in su, e sarà la parrocchia di San Michele, ma chiedo che la sede sia

nella attuale chiesa di San Michele: è tanto logico! Così è salvo il principio.

 San Michele e Santuario della Guardia. E non si porta confusioni al Santuario.

 Si lasci che il Santuario resti Santuario: diffonda il culto e la divozione

alla Madonna, svolga e compia sempre più e sempre meglio la sua missione

di Santuario Mariano.

 I Santuarî della Madonna fanno sempre del bene, e non sono mai troppi:

la Madonna non ha gelosia di sé stessa,

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anche se i suoi Santuari sorgono uno a 70 chilometri da un altro.

 Il Santuario della Madonna della Guardia non farà mai meno bene alla città

che lo volle nelle ore trepide della guerra, e a migliaia di fedeli diocesani anzi ne farà

di più, che se diventasse - subito, (mentre è ancora ai suoi primi anni) una parrocchia.

 Il Santuario non lascerà di far del bene ai ragazzi, di far del bene ai giovani,

e agli uomini cattolici: né di far tanto come se fosse una parrocchia.

 Non avesse fatto che marginare una certa propaganda protestante, e snidare quel covo

di socialisti, farà di più, già la santa Madonna fece maternamente qualche cosa.

Lasciamola fare, non disturbiamola, e vedrette che cosa farà la mano e il cuore di Maria

SS.! - Mio buon padre in Gesù Cristo, io vi confesso che quel Santuario se l’è fatto

la Madonna, mattone per mattone, e con prodigi, malgrado i miei peccati.

Un giorno si saprà di più. Et, si digitus Dei est, supplico che si vada adagio a toccarlo,

per non correre pericolo di storpiarlo, - pur con tutte le migliori buone volontà.

 Il Santuario della Madonna della Guardia in Tortona non è che all’alba della sua

grande giornata: e le dico che la beatissima Vergine prepara al cuore di vostra Eccellenza

non poche consolazioni e grazie.

 A questa ultima proposta, - che è il minimum - che si possa chiedere, addivengo

perché sia ben chiara tutta la mia buona volontà. - Quantunque devo per criterio di

ragionevolezza, = ripetere che il corridoio che univa San Michele a S. B. sarebbe sempre,

e sotto ogni riguardo, - anche per voi, voglio dire per curia o diocesi, pel vero bene delle

anime, la soluzione a preferirsi. Così mi pare. Capisco che divento lungo; ma mi permetta

ancora la intelligente bontà di v. Eccellenza alcune brevi riflessioni che sottopongono

alla sua saggezza e, per tramitem, alla Sagra Congr. - ove ella lo ritenesse opportuno.

 Avrei più riflessioni ma mi limeterò ai morti e ai fanciulli. La tesi che sostengo che

la chiesa di S. Michele continui a restare chiesa parrocchiale, è anche avvalorata

dal riflettere che a quelli che abitano oltre l’ospedale e dal Groppo in su, per portare

a seppellire i loro morti devono pur passare davanti alla chiesa di San Michele,

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trovandosi il cimitero dalla parte opposta.

 Quelli poi della parrocchia che vanno a morire all’ospedale, - e, per la cognizione

di tanti anni, non sono pochi, prima su al Santuario e poi riportarli giù al cimitero,

passando sempre davanti a San Michele.

 Che dirò, Eccellenza, dei fanciulli e fanciulle? Per le scuole tutti devono venire

in città. - Usciti dalla scuola hanno la chiesa di San Michele vicino per frequentarvi

il catechismo.

 Se, invece, dovessero andare al catechismo lassù al Santuario, facendo oltre

un chilometro di una strada, che divaga molto, perché Corso Genova è il più frequentato,

come è il più pericoloso, molti si sbanderebbero, e finirebbero di non andare più da

nessuna parte. Mi si potrà dire: vadano a San Michele. - Va bene; ma, allora, tant’è, si lasci

San Michele sede di parrocchia. Certo, Eccellenza, per l’insegnamento religioso

la Piccola Opera potrà dare sacerdoti e aiuto di chierici più preparati a San Michele, che

non al Santuario, - dove la più parte dei sacerdoti sono vecchi e, qualcuno, sotto una tale

vigilanza; - e i chierici sono o dei primi anni di ginnasio o vocazioni tardive.

 Ma, umilmente, chiedo: si potrebbe sapere la ragione per cui si vorrebbe trasportare

la sede della parrocchia al Santuario?. Facendo cosa che mi pare così innaturale e una vera

amalgama?. - Sarei tanto lieto se potessi così togliermi qualche pregiudizio.

 Per parte mia, per i motivi esposti e altre convinzioni ed esperienze, dovrei dire che

non sono favorevole e, finchè mi sarà lecito, dovrei oppormi, pur col massimo rispetto.

E finisco. Mi scusi, Eccellenza, la prolissità della presente e le ripetizioni, in parte volute,

ma non avrei tempo a rifarla.

 La S. Congr, e vostra Eccellenza avranno, certo, rilevato come, col divino ajuto,

ci siamo portati in questa vertenza: - ora poi ecco fin dove si è disposti a conchiudere,

quando non sia possibile avere la striscia di unione.

 E continueremo a pregare, in silenzio et in spe, pienamente affidati al Signore

e ai nostri Superiori.

 In questa ho dovuto accennare a dolori, ma, grazie al Signore, tengo il cuore aperto

verso tutti quelli che, per misericordia disposizione di Dio,

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e a purificazione della mia anima, mi hanno fatto o mi fanno soffrire: -

io li ho come benefattori insigni miei e della Congregazione - e siano essi benedetti.

Li amo e vorrei poter far loro qualche bene per mia grazia di Dio, prego per essi,

e anche stamattina nella Messa ho offerto al Signore lo straccio di questa mia vita per loro.

 La Piccola Opera della Divina Provvidenza e il Santuario di Tortona non sono opera

mia, Eccellenza, non sono opera mia: sento che le devo amare e difendere con carità:

di mio non ci sono che le storpiature: in quello che c’è di bene, è il Signore e la Madonna.

 Se in qualche cosa avessi trascorso, vostra Eccellenza Rev.ma mi voglia

paternamente perdonare, - non era nella mia intenzione.

 Che le fiamme del Sacro Cuore di Gesù abbrucino tutto il male che qui

e nella mia vita ho fatto, e la divina Misericordia sia sopra di me sempre.

 Si degni vostra Eccellenza Rev.ma pregare per l’anima mia e per la Piccola Opera.

Le bacio con grande venerazione il sacro anello: - si degni benedire a me e a tutti i figli

della Divina Provvidenza, che nulla più desiderano che poterle dimostrare la profonda

loro gratitudine e il loro amore di figli in X.sto.

 Di vostra Eccellenza Rev.ma umile e osseq.mo figlio in G. Cristo e in Maria SS.


        Sac. L. Orione  della Divina Provvidenza

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