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Riservata alla Persona


 +         Tortona, il 1 dic. 1925


 Eccellenza Rev.ma,


 Sono stato fuori Tortona fino a jeri sera, chiedo quindi scusa a v. Eccell. Rev.ma

del ritardo a rispondere alla venerata sua.

 Il sac. Sebastiano Vaccaro, alla vigilia dell’anno scolastico, e cioè proprio quando

i nostri istituti stavano per aprirsi, e più grande era il bisogno di ajuto di personale,

mi chiese di recarsi a casa d’urgenza disse che aveva urgenza di recarsi a casa

per un consiglio di famiglia e per divisione di eredità paterna.

per cui x non poteva mancare. Egli era

 Era già stato in famiglia prima e, benché il suo mi paresse più un pretesto che altro,

gli ho raccomandato di venire tornare il più presto, e partì.

 Dopo alcuni giorni mi scrisse che poteva ritornare per poi andare a casa dopo,

ma voleva intanto sapere dove lo avrei destinato.

 Era una lettera non da buon religioso, ma aveva del subdolo, -

non ho creduto di dover rispondere.

 Egli sapeva benissimo che doveva - se aveva c’era buona intenzione volontà, -

venire, che doveva recarsi qui alla Casa Madre, come fanno tutti. Già sapevo che egli

 Ma prima di partire aveva dimostrato che se fosse stato voleva una località che gli

fosse piaciuta, un posto a piacer suo, come ad es. Sanremo, e quale Capo Istituto, non

dipendente da altri, sarebbe tornato, se no, ci avrebbe pensato, etc e non indipendente.

 Sulla sua condotta morale, nulla ho a dire, grazie a Dio. ma Pel resto,

ultimamente era più un religioso da potersene fidare, benché con dolore [lo] confesso.

An Ho motivi, purtroppo, di dubitare ritenere che, da qualche tempo, facesse borsa.

 A Mestre, dove era prima, non lasciò una posizione troppo chiara. né soddisfacente.

 A Padova, oltre a molti contrasti suscitati con l’amministrazione di quell’

dell’Istituto, che è presieduta da quell’Eccell.mo Vescovo, non dava conto,

com’era suo obbligo. neanche al Superiore delle Case del Veneto.

 Fu Mg.r Vescovo stesso che mi pregò di levarlo quando perché la situazione era

divenne divenuta troppo tesa, insostenibile ed egli E finì di venire via mica non bene.

Una Banca Ad es. una banca mandò un’offerta dì L. 500 in offerta: egli doveva

darne conto subito passarla all’amministrazione, invece tacque con tutti, anche col suo

stesso Superiore di Venezia, che egli nel frattempo aveva ripetutamente veduto.

 Fu per pura combinazione che se Un un amministratore venne poi per puro caso, a

sapere dalla banca stessa dell’offerta inviata; e solo così alla distanza di più d’un mese e

più si scoperse la cosa. che egli non poté negare.

 Si scusò dicendo che se n’era dimenticato.

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 Lasciò poi parecchi debiti migliaia e migliaia di lire di debito,

che si vennero a conoscere da me dopo.

 Il suo successore ha più in breve ha sistemato tutto, e l’Istituto va ora

avanti benissimo.

Un Altro fatto che mi fece molto dispiacere molta impressione, fu il contegno

tenuto durante gli Esercizî Sp.li a Roma in agosto.

Si Tutti dovevamo dire la Messa Missa pro mensa: egli solo non disse una Messa, e

mai il più che fu poi, mostrò molta difficoltà a fare tirar fuori quel poco di elemosina

che pur si doveva alla Casa che ci aveva accolti.

 Per le Messe si scusò dicendo che aveva un corso di Messe Gregoriano da lui

ricevute, xxx ma allora doveva dare la corrispondente elemosina senza farsi rincrescere.

 Da qualche tempo il suo modo suo di agire a sé, il suo contegno con i confratelli,

il desiderio troppo palese di sfuggire ad ogni controllo; l’aver detto, dopo gli gli stessi

Esercizî Spirituali, che egli non sarebbe stato molto andava a Venezia dove lo avevo

destinato che per poco tempo, l’essersi messo poi come da parte, quando capì che non

avrebbe avuto più danaro da amministrare maneggiare, -e tante altre cosette spiacevoli,

mi recarono riempirono l’animo di una grande pena.

e Egli poi non pregava più, non aveva più spirito, e si capiva che cercava tutti

i pretesti puntigli per volgere ogni cosa in mala parte e trovar modo pretesti di

per andarsene. Povero figlio!

 Tutti i riguardi glie ho cercato di ho usato usargli, e mi son fatto come madre

per l’anima, sua nella carità di nostro Signore Gesù Cristo.

 Quanto a grado di cultura è scarsissimo, e a gran fatica ho potuto farlo ordinare.

 Del resto v. Eccell. Rev.ma, lo potrà constatare constatarlo anche dalle sue

votazioni riportate negli anni del di Seminario: è molto limitato d’intelligenza.

 A noi venne inviato da certo don Casa.

 Se vostra Eccellenza crederà di incardinarlo in codesta sua diocesi,

la nostra Piccola Congregazione non ne perderà nulla.

Ed Io, pur con dolore di vedere un figliuolo che se ne va, che mentre a principio

mostrava abbastanza buono spirito religioso, pel quale la piccola Congregazione ha pur

fatto qualche sacrificio che se ne va, - tuttavia, dato il suo contegno suo così poco sincero

e lo stato di tiepidezza in che è caduto - mentre ostentando una tal quale pietà, -

sarò ben grato a vostra Eccellenza Rev.ma di quanto farà per lui. E Dio la ricompensi!

Dei sacrificî da noi fatti ci pagherà il Signore.

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 Mi scrisse, invero, in questi giorni, dicendomi che era molto spiacente di dover

uscire di Congregazione; ma per quello che già mi risultava un vuoto indubbio di lui e pel

suo subdolo modo di giuocare cioè a doppia carta, - ho deposto quella lettera

ai piedi del Crocifisso. attendendo di vedere come si sarebbero svolte le cose.

 Profondamente grato a vostra Eccellenza, le bacio con ogni venerazione

il sacro anello, e la prego benedirmi.

 Di vostra Eccell. Rev.ma umile servitore in Gesù Cristo e nelle santa Madonna.


       Sac. Luigi Orione  dei Figli della Div. Provv.za


A Sua Eccell. Rev.ma

Mg.r Felice Del Sordo

Vescovo di Alife

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