V049T146 V049P197
[incompleta]
+ Anime e Anime !
Veneratissimo Monsignore, [Mg.r Daffra sul Convitto di S. Romolo]
So bene d’aver tardato troppo a risponderle, o caro e veneratissimo Monsignore,
ma ella che è buona mi scusi, e così mi perdoni anche se le scrivo così alla buona e
troppo con famigliarità per essere lei Vescovo ed io un povero prete peccatore.
Mi
consideri ancora come un suo figliuolo,
spirituale nel Signore e
queste cose che
le
dico qui le senta come
se lo dicessi a lei in confessione, e così io resto più tranquillo.
Dunque ho messa la sua lettera ai piedi del Signore come lei mi ha scritto, ed
ho pregato Gesù che facesse lui, e mi sono messo ai suoi piedi, pronto a fare tutto ciò
che avessi conosciuto venire da lui. E di giorno in giorno, mano mano che pregavo,
mi pareva che Gesù volesse questo gran bene per le anime di tanti figliuoli,
e il bene che né verrà mi parve sempre tanto grande.
Già io però sono una povera zucca, tuttavia permetta, o veneratissimo Monsignore,
che le dica di farsi coraggio, che mi par proprio che il Signore lo voglia e sia con lei, e
come un fiume di grazie e di consolazioni verranno sopra di lei, e sopra la diocesi,
e sopra tutta la riviera per la vita buona e le preghiere di quei figli.
Ed è saggia cosa sua un semplice convitto, e il bene non sarà meno grande, anzi
per Sanremo, sarà più grande: si avrà l’unione degli animi e mezzo di educare
cristianamente i figli di tanti, che non li metterebbero se vi avessero le scuole interne
e private.
Fra le due proposte a conto di chi fare andare avanti il Convitto mi parrebbe miglior
cosa se il Superiore agisse a nome del Vescovo e fosse in tutto agli ordini e alle
disposizioni di lei: questa mi pare anche la vita più breve e più sicura
per la nostra santificazione.
Oh mille e mille volte meglio ubbidire al prelato che reggere in propria volontà!
E quanto al personale? - E neppure il personale mancherebbe, - siamo più di 80
già con abito ecclesiastico e quasi tutti dalla filosofia in su, e ci sono anche buoni...
¨