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 +        Anime e Anime !

         Tortona, il dì 8 di agosto 1920


 Eccellenza Rev.ma,


 Richiesto dal M. Rev.do don Cesare Pedrini di volergli rilasciare una attestazione

di buona condotta da presentare a v. Eccell. Rev.ma, avendo egli deciso di lasciare questa

piccola Congregazione dei Figli della Div. Provv.za, presso cui lavorava - senza però

essersi mai canonicamente aggregato, - allo scopo suo di entrare a far parte dell’Opera

dei Piccoli Missionari, ch’egli mi scrive essere stabilita in codesta città: - sono ben lieto

di poter dichiarare che il m. Rev.do Cesare Pedrini. per tutto il periodo di tempo che fu

presso di me, tenne sempre condotta veramente da sacerdote esemplare sotto ogni riguardo.

 Già Arciprete in Diocesi di Mantova, e poscia, per l’amore ai poveri di Gesù Cristo,

fattosi servo della carità nella Congregazione istituita da quel servo di Dio che fu

don Luigi Guanella, trasferito a Roma fondò la Crociata pei moribondi e, per alcuni anni

pur in mezzo a mille occupazioni, trovò tempo da poter venire a confessare i miei orfani

di quelle case della Divina Provvidenza.

 E, morto il don Guanella, e sorta qualche divergenza tra il don Pedrini e la sua

Congregazione, mi richiese prima, di ospitalità, e poi, dopo aver io sentito il parere

favorevole del Successore di don Guanella, cioè di sua Eccell. Rev.ma Mg.r Aurelio

Bacciarini, amministratore apostolico di Lugano, fu accolto a lavorare direttamente

insieme coi Figli della Div. Provvidenza, quasi uno di noi, da due anni circa.

 E il don Pedrini lavorò rivelando ognora zelo costante e illuminato,

da sacerdote di costumi illibatissimi e di principî sicuri.

 Non dico con questo a vostra Eccellenza ch’egli sia esente affatto da ogni difetto, -

purtroppo tutti ne abbiamo et septies in die cadit iustus.

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 Però ciò che a me, sì miserabile del resto, può parere debolezza o difetto,

potrebb’essere, davanti a Dio, sia alta virtù.

 Certo è che l’Opera dei Piccoli Missionarî di Cremona, alla quale egli ha creduto

bene in Domino di ascriversi, guadagna in lui un ottimo elemento ed è con vivo

rincrescimento, - che io lo vedo allontanarsi da noi, come del resto ho scritto anche a lui,

quando appresi tale sua decisione.

 Alle povere case della Divina Provvidenza il don Pedrini potrà sempre ritornare e

da sano e da ammalato, accolto fraternamente in X.sto, benché ritraendosi così com’è

avvenuto, egli oggi effettivamente abbia da sé cessato in ogni modo di far parte

del nostro Istituto.

 Comunque, i figli della Divina Provvidenza non dimenticheranno mai il bene

ricevuto, e memori e grati, pregheranno sempre per lui.

 Benché non conosciuto da v. Eccellenza Rev.ma, vengo in Domino,

e con molta fiducia, a raccomandarlo alla paterna sua bontà.

 Il don Pedrini è sacerdote che molto ha patito, e che avrà bisogno di molto conforto:

egli non sta neanche troppo bene di salute, benché, a vederlo, sembri un colosso.

 Nostro Signore ricompensi vostra Eccellenza Rev.ma e la ricompensi largamente

di tutto quanto farà per lui!

 Le bacio con venerazione il S. anello e, mentre le chiedo scusa e della libertà e

del disturbo, la prego degnarsi di benedire a me poveretto, e a tutti questi miei orfani

e figli in Gesù Cristo.

 Di v. Eccell. Rev.ma

 Dev.mo servitore in X.sto e nella Madonna.


         Sac. Orione  della Div. Provv.

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