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+ Anime e Anime
Roma, il 4 gennaio 1919
Caro don [Giuseppe] Beltrami,
Il vostro Vescovo fu a Roma, dopo che ebbi la vostra lettera e mi è dispiaciuto
di non avergli potuto parlare.
Ritengo che egli vi debba volere molto bene e da quanto me ne avete detto
e da quanto mi scrivete.
Si capisce che al cuore d’un padre è sempre molto doloroso staccarsi da qualche
suo figlio, e quindi comprendo benissimo per la risposta che vi ha potuto dare.
Ritengo però che, se Dio vi chiama e voi continuerete a pregare il Signore,
ed a pregare con umile preghiera il Vescovo, egli, una volta persuaso,
non solo acconsentirà, ma di buon grado vi darà la benedizione.
Giacché, quantunque la volontà del proprio Vescovo sia certamente un segno della
volontà divina, tuttavia la Chiesa pone un limite a questa regola, e dichiara che la volontà
del Vescovo è tale quando non impedisce ciò che è più perfetto, - perché la volontà del
Vescovo non può opporsi alla pratica dei consigli evangelici e della perfezione, come dice
San Paolo: «non possumus aliquid adversus veritatem;» e poco dopo:
«potestatem - quam Dominus dedit mihi in aedicationem et non in destructionem.»
Monsignor vostro Vescovo vorrà, certo, con questo suo rifiuto provare la vostra
vocazione, e non altro, - perché non è neanche a dubitare che egli non sia persuaso che
la via che gli chiedete di percorrere sia sotto ogni riguardo più atta ad aiutare la vostra
anima, e sempre migliore di quella che fin qui avete condotto.
Chi si offre a Dio illimitatamente con umile e sincero desiderio di seguire i consigli
evangelici, questi fa il maggiore bene che possa fare, prima a sé,
poi anche per la S. Chiesa di Dio.
È sentenza ritenuta da S. Tommaso, come da S. Alfonso, che la vocazione
alla religione sia il più grande benefizio di Dio, dopo il S. battesimo.
Che sia meglio per voi entrare dai Gesuiti che da noi poveracci, io non so.
Io non vi posso certo dare né cattedre né onori né comodità di sorta; siamo poveri
stracci e viviamo, per la divina grazia, per gli orfani, e per gli stracci, sed Spiritus Domini
ubi vult spirat, e se Dio vi chiama a stare in basso. e a venirvi a nascondere tra gli
straccioni della Divina Provvidenza, dite al vostro buon Vescovo e padre che se ne rallegri
in Domino, - perché sarà che voi di questo avete bisogno, e così il Signore vorrà
provvedere al vero vostro bene. Che per quanto riguarda l’attaccamento al Papa ai Vescovi,
alla Chiesa, oh benché infinitamente si debbano per questo amare i Gesuiti, perché essi
sono, se mi è lecito dire, i pretoriani di Cristo, - pure assicurate il Vescovo vostro che
questa umile e nascente Congregazione è tutta consacrata nei suoi affetti, e nelle sue forze,
ad unire a Gesù Signor nostro, e alla sede Apostolica, e ai Vescovi, e alla S. Chiesa, i più
poveri e derelitti figli del popolo, che sono oggi i più insidiati. Onde, per quanto siamo
pochi e deboli pure, per divina grazia, abbiamo per regola che niuno ci debba mai vincere
nel lavorare a sacrificarci a diffondere e radicare nel cuore,
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specialmente dei piccoli e dei poveri, l’amore al Vicario di Gesù Cristo e ai Vescovi,
e ciò è proprio della nostra vocazione.
Noi ci riteniamo come votati alla S. madre Chiesa di Roma, in un sacrificio continuo
e totale di tutti noi, pronti a dare per essa, con amore dolcissimo di umili figli,
il sangue e la vita.
Lei preghi, caro don Beltrami, e legga la vita del suo omonimo, che morì in
concetto di santità dai Salesiani, il servo di Dio don Andrea Beltrami,
et confortare, et esto robustus valde.
E la SS.ma Vergine della Divina Provvidenza la benedica, e le ottenga
da n. Signore la grazia di compiere nella volontà del Superiore la volontà del Signore.
Suo aff.mo in X.sto.
Sac. Orione d. Div. Provv.
P. S. Sento che stasera si è pubblicata la notizia della promozione del suo Vescovo
ad Alessandria; può darsi che questo agevoli in Domino le sue aspirazioni.
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