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          Bs. Aires, 8 Sett.bre 1936

          Calle Carlos Pellegrini, 1441


 A sua Eccellenza rev.ma il sig.r. Abate Em. Caronti, visitatore Ap.co


 La grazia di Dio e la sua pace siano sempre con noi! -

Il 27 dicembre dello scorso anno fui chiamato d’urgenza da sua Eccell. il nunzio Ap.co;

mi disse che mi aveva liberato dalle insistenze dell’Arcivescovo di Santa Fé,

di accettare un Istituto con annessa parrocchia in Santa Fé,

perché la città di Rosario ne necessitava di più. Rosario è la seconda città dell’Argentina,

con più di mezzo milione di abitanti, - moltissimi italiani.

Ha il Vescovo solo da poco più di un anno, non era sede vescovile.

Disse che era urgentissimo il bisogno di religiosi italiani,

che i quali si prendessero cura dei nostri emigrati a loro figli:

non c’era una comunità maschile italiana. Che era stato in Nunziatura il nuovo Vescovo

a supplicarlo: bisognava istituire subito una nuova Parrocchia nel quartiere più povero

e abbandonato, detto la raffineria, e riaprire scuole elem. -

lasciate da una comunità di religiosi, non da Messa, e non italiani,

mentre la località era centro di operai il più misero e il più insidiato dai comunisti. -

E senza un edificio scolastico municipale. - Di lì a un po’ giunse in Nunziatura

lo stesso Vescovo di Rosario, Mg.r A. Caggiano,

il quale parlò della sua dolorosa situazione con tanto accoramento,

che io non potei più far altro che inginocchiarmi e dire:

Voi siete Vescovi, fate di me come uno straccio nelle vostre mani:

la Divina Provvidenza mi aiuterà. Il Vescovo disse che, in ringraziamento,

alla nuova Parrocchia avrebbe dato per titolare il santo del giorno, San Giov. Evang.sta,

e al Collegio il nome del venerando e intrepido Vescovo - ora defunto -

a cui il S. Padre Pio XI affidò, una decina d’anni fa, le sorti della chiesa di Bs. Aires, -

quando qui si corse pericolo come di uno scisma: «Mg.r Giov. Agostino Boneo».

 A far breve, al principio dell’anno scolastico (marzo) si sono aperte le scuole

(tutti esterni), circa 500 alunni: tutti poverissimi, nessuno paga un centesimo.

 Mg.r Vescovo fece aggiustare un po’ la Casa, e ha pagato o pagherà lui: -

noi pagheremo i banchi e attrezzi scolastici (non abbiamo trovato che le i muri

e qualche letto vecchio, donato dal Vescovo, offerto da buone famiglie).

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 In banchi avremo ancora da pagare un 7000 lire, - ma la Div. Provvidenza

mi dà da poter far fronte; non ho ancora pagato, perché no il debito non è urgente,

e vorrei che i miei si dessero un po’ attorno. Ho poi mandato molta roba di qui,

qualche vagone: è la Provvidenza del Signore!

 La cappella delle scuole, per ora, fa anche da parrocchia;

la vita parrocchiale si va svolgendo bene, Mg.r Vescovo ne è molto contento:

vi sono già i varî rami dell’azione cattolica, c’è la Messa festiva

apposita anche per i nostri cari ragazzi: si dicono quattro Messe.

si Si è costituito un comitato di padri - famiglia, e,

se si potrà avere tre o quattro aule nuove, per il prossimo anno scolastico,

potremmo avere 700 e più alunni. Sono due sacerdoti e otto maestri,

di qui quattro nostri e quattro di fuori, vengono solo a far scuola:

due sono così così, speriamo di liberarcene pel prossimo anno:

abbiamo dovuto accettarli pel minor male; anche per consiglio di Mg.r Vescovo.

 Dato il numero degli scolari, ora avremo un altro insegnante: -

ce lo paga una buona signora.

 Abbiamo ottenuto un sussidio dal Governatorato, -

paghiamo i maestri, e si vive, fame non se ne fa. Come delle altre Case e personale,

così Le darò più dettagliata relazione anche di questa. -Quanto alla parrocchia,

mando copia del decreto di erezione e di lettera con cui la Curia Vescovile di Rosario, -

(che ha ora ottenuto dalla santa sede l’autorizzazione richiesta),

mi domanda che accetti per iscritto, da parte della nostra piccola Congr.ne,

la nuova parrocchia, - che non ha nessun beneficio parrocchiale né altri sussidî,

ma che è ricca della ricchezza della Divina Provv.za.

 Però, senza la approvazione della sacra visita, ritengo di non poter rilasciare

il documento che si chiede.

 Mi sono tanto diffuso, perché vostra Eccellenza rev.ma possa avere gli elementi

per regolarsi in merito.

 Io sarò felicissimo di qualunque sua decisione, ora e sempre rev.mo padre:

Glielo dico proprio di cuore.

 Che, se ci fosse qualche difficoltà, farò di tutto, col divino aiuto,

per sistemare in Domino le cose, come la S. Congr.ne dei religiosi

e la Eccell.za vostra desiderano, e ne verrebbe, certo, più gloria a Dio

e maggior bene alle anime.

 E finisco, - mi scusi tanto, carissimo padre!

 Le bacio le mani con grande venerazione e con dolcissima dilezione

in n. Signore e nella Madonna benedetta.

 Suo dev.mo servitore


          Sac.te G. Luigi Orione

          della Div. Provv.

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