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+ [Roma - Sette Sale] 14 Ottobre 1937
Mio venerato padre Visitatore,
Il Signore sia sempre con noi!
Jeri sono stato ricevuto in udienza privata dal S. Padre,
e ne uscî col cuore pieno d’una grande consolazione. Mi voglia perdonare,
se non le ho scritto subito jeri, come tanto ho desiderato, ma ci fu un succedersi di cose,
che non m’è stato possibile.
La udienza fu breve, e breve volutamente da me,
e perché doveva limitarsi a un puro e doveroso atto di filiale devozione,
e perché vidi il S. Padre in uno stato da far pietà.
Veramente me lo avevano anche raccomandato d’esser breve,
data la prostrazione di sua Santità, ma lo avrei fatto ugualmente.
Insieme con una ineffabile e dolcissima gioia, ho sentito, dunque,
anche una profonda pena, - una pena indicibile,
poiché ho trovato il Papa molto giù in salute, e tanto diverso, nell’aspetto,
da quello che lasciai, tre anni fa, quando, pure a Castel Gandolfo, lo vidi l’ultima volta
egli mi accolse con tanta bontà, ma a me, a trovarlo in quelle condizioni così,
di persona così cadente, mi mancò la parola.
Povero santo Padre! povero santo Padre! - Cosa avrà detto di me, non so:
mi sono sforzato di non piangere, e non potevo parlare.
Ma non c’è più che l’intelligenza e la volontà, anche l’occhio non è più quello: -
sarà stata cosa di jeri, ma là, nelle anticamere, mi dissero che anche venerdì
o sabato scorso stava molto male, e tutto lunedì lo passò a letto. -
Jeri poi aveva già ricevuto alcuni, e due Vescovi francesi,
che
i quali ci stettero tanto a lungo. - Io, dunque,
cercai d’esser breve il più possibile e,
a un dato punto, preso il coraggio a due mani, e gli dissi: padre Santo,
ho scrupolo a fermarmi di più: è già tardi, e so che vostra Santità dovrà ancora dare udienza
a mille e trecento persone: mi benedica, e benedica a tutti i miei.
E mi è parso che quella filiale franchezza gli avesse fatto piacere.
Mi aveva già trattato con tanta paterna carità! Mi aveva fatte alcune domande
sull’andamento
della Piccola Opera, desiderò sapere sapere
quanti siamo,
che cosa si fa in America, e che si fa in Roma.
Evidentemente dal comm.r Castelli doveva esser stato messo al corrente
del nuovo edificio sorto sull’Appia Nuova.
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In complesso mi parve restasse molto soddisfatto.
Da un prelato, che gli sta vicino, ho saputo, un po’ prima dell’udienza,
che il S. Padre aveva fatto le meraviglie che non fossi ancora andato,
mentre sapeva che già da qualche tempo ero giunto.
È proprio quello che io temevo.
E, invero, quando gli riferî alcuna cosa da parte di sua Eminenza
il Cardinale Arcivescovo di Bs. Aires, il Papa subito mi chiese:
e da quanto tempo ha visto sua Eminenza?. E capî più che non dicesse.
Come v. Eccellenza sa, quando mi si disse che la prassi è di non accordare udienza
a chi ha il Visitatore, ho proibito che più se ne parlasse, onde l’udienza
mi è capitata quando più non la aspettavo, e meno male che ho fatto a tempo,
poiché lo seppi l’altro jeri a tarda sera, ed ero solo a Genova.
Perché ero a Genova lo rivelerà da qualche tagliando di giornale che accludo; -
mi sono giunti un po’ fa. Non so da quanto tempo sua Eminenza il Card. Minoretti
non
si è visto circondato da tante Autorità. E, di
anche di questo, Deo gratias!
Ma, per tornare al S. Padre, «spiritus promptus, caro autem infirma»:
Lo ho trovato stanco e fin accasciato, ma era sempre lui. E mi coperse di benedizioni,
per me e per tutti, onde ancora me ne sento imparadisato.
Ma, se sta vero che S. Teresa del Bambino Gesù gli avrebbe assicurato
altri dieci anni di vita, la buona santa non lascerà, certo, la grazia a metà,
ma vorrà che sia piena e intera, e farà che il nostro santo Padre
viva una vita non trascinata, ma rifiorente di salute.
Ho poi il piacere di farle conoscere che in questi giorni giunsero
il prof.re avv.to Boggiano - Pico e don Sterpi, e stamattina si siglò in Campidoglio
la consaputa convenzione dell’area presso la parrocchia di Ognissanti.
Voglia gradire con i miei i loro devoti ossequî.
Bacio con venerazione il s. anello, e si degni di benedirmi.
In G. Cr, e Maria SS. umile servitore
Sac. Orione D. P.
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