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[l’azzurro e dattiloscritto]
Tortona, 2 Luglio 1938 - A. XVII
Gentilissima signora, [Lantini]
stamattina passerà a Tortona Malcovati e mi condurrà uno de’ suoi cari figlioli,
Piero; - mi valgo della occasione per inviarle, signora, un devoto saluto
e mille scuse di non aver ancora risposto alla gradita dell’8 c.
Si, ho pregato per lei e suoi cari, e voglio sempre ricordarli
nelle mie povere orazioni: - mi sento tanto vicino a loro nelle elevazione dello spirito.
Oggi ho il piacere di riferirle che alcuni de’ miei già furono a Pietralata,
sotto forma di passeggio - altri vi andranno ad esami finiti. Ho disposto che la visita
non fosse in truppa, ma a gruppi e, direi, in punta di piedi, -
anche per non umiliare quella povera gente e per meglio vedere.
Io ci tornerò a mio agio a fine mese o ai primi d’agosto; -
saranno due le visite che farò in Roma, al Papa e ai poveri di Pietralata.
Fu, giorni fa, ospite nostro a Tortona un Vescovo, che è segretario
al Vicariato di Roma, S. E. Mg.r Pascucci: - si parlò di quelle due nuove parrocchie,
tanto bisognose, ed egli mi segnalò un altro folto raggruppamento di vere baracche,
dove il popolo sta ancor peggio. Vedrò anche quello.
Bisogna portarsi sul terreno e, invocato lume da Dio, studiare bene il da farsi; -
certo i bisogni sono molti, ma la Divina Provvidenza aiuterà.
Penso anch’io ad una scuola professionale
che educhi ad onesto vivere cristiano italiano tutta quella turba di ragazzi capaci a lavoro,
traendoli dall’ozio e dal pericolo del mal fare, dando loro in mano un’arte remunerativa
che li rieduchi e li provveda di un pane onorato per la vita.
Affidiamoci a Dio, che ci è Padre, ma anche con santo coraggio: -
poi da cosa nasce cosa.
Più d’una volta ho pensato che se il Duce vi facesse un sopralluogo,
anche solo di quindici minuti, quella zona diverrebbe, in breve,
la vera città giardino di Roma. E chissà non venga ad inaugurare la scuola professionale?
Occorreranno, certo, altre opere, direi; di igiene, sociale, - ma il soffio della fede
e del fascismo le creerà.
Bisogna andare al popolo!
Gesù andava al popolo, camminava col popolo,
evangelizzava beneficava confortava il popolo. Anche oggi il popolo ha sete di Cristo,
e di quella bontà, di quell’amore santo che Cristo ha portato,
e di cui ha fatto «il suo precetto».
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Il mio cuore di sacerdote so che dev’esser davvero di Dio e di Cristo-Dio,
debb’essere pieno di amore verso il prossimo, e in modo speciale verso il popolo,
verso i figli dell’umile popolo, verso i fratelli più bisognosi di conforto amorevole
e di aiuto.
Ah, signora, quanto è cosa dolce e lieta amare e servire Cristo nella povera gente,
nei fratelli più infelici e abbandonati!
Allora si sente la grazia dello Spirito Santo, che si diffonde nei nostri cuori.
Preghi; sig.ra Lantini, che, condotto dalla mano di Dio e della chiesa
segua la voce e la via di Dio, in un’azione che vuol essere di rinnovamento
e di elevazione in Cristo dell’umile nostro popolo, e avremo data gloria a Dio
e alla nuovo Italia una nuova forza, una viva, una grande forza.
Invoco in umiltà una grande benedizione: benedico a lei, a S. E.
e ai vostri figli, a tutti i vostri figli.
Pregate per me.
Con devotissimo ossequio.
Don Orione
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