V050T073 V050P100



 +      Anime e Anime !

       già da Rio de Janeiro, il 24 de Agosto de 1921

       (Mercoledì)


 Molto rev.da madre, [Michel]


 Le scrivo che sono quattro giorni dacché mi trovo a Rio.

Allo sbarco ho trovato il p. De Paoli, il quale è ancora qui con me,

vi era anche quel mio cugino Eduino, che ella conosce, e che prima abitava a S. Paolo,

ma ora negozia qui in macchine.

 Ebbimo una cordialissima accoglienza, e nulla si pagò di dogana.

 Giunse anche don Dondero, il quale e si fermò una giornata e mezza,

e poi accompagnò a Mar de Hespanha i due sacerdoti che avevo condotto meco.

 Io ho dovuto trattenermi qui per avviare meglio e definire di sbrigare quella pratica

che riguarda quell’Istituto di preservazione di Rio.

 Sono stato dal Nunzio, il quale mi volle gentilmente a pranzo,

e mi trattò con grande bontà, e si dichiarò pronto ad ajutarmi e sostenermi in tutti i modi

e nel modo il più ampio. Sono stato pure a fare visita al Cardinale Albuquerque

con padre De Paoli e la visita durò una buona mezz’ora, e fu molto buona cosa

e promise il suo appoggio, e diede la sua approvazione,

perché assumiamo l’Istituto di preservazione, e se ne mostrò molto contento -

Sempre con De Paoli sono stato per più di un’ora in udienza dal Vescovo ausiliare

don Leme, il quale ora qui è tutto e pure ci appoggerà e ci benedisse Molto cordialmente;

questo l’altro jeri ottava dell’Assunta - Jeri poi fui dal dott.r Nabucco,

assai amico del Presidente della Repubblica, e la cosa è quasi combinata,

anzi da parte di lui e della signora non si desidera altro.

 Ci faranno la cappella modesta per 30 conti, e ampia libertà di governo

ed educazione cristiana.

ed egli Egli, tornando a giorni il Presidente della Repubblica, che ora è a San Paolo,

si disse sicuro di ottenere questo, e gli andrà a parlare essendogli amico.

Ho chiesto che vi sia una totale e assoluta separazione tra la sezione maschile e femminile -

Finché la sezione femminile non sarà trasportata altrove

non è prudente presso questo popolo che vi siano suore, dopo sarà data a voi altre loro.

            V050P101


femminile -, e la La cappella intanto si farà in modo che tolga la vista

dalle finestre della sezione femminile. Spero, entro un mese, che tutto sia fatto,

cioè prima della mia partenza dal Brasile.

Cento dieci su cento ho intenzione e desiderio di assumere questa opera di cristiana

e civile redenzione dei fanciulli più pericolanti, più abbandonati di Rio:

non cerco denaro al Brasile, ma i suoi figli più poveri e più bisognosi di Dio,

e Dio è con me, lo sento, benché io sia tanto nulla e tanto miserabile -

Ora bisogna pregare e prepararci, perché quelli che tengono quell’Istituto

faranno il diavolo per non uscirne, e il diavolo farà ogni sforzo per non uscirne. Pregare!

 Scendendo a terra, ho implorato l’ajuto della Madonna SS.

e di tutti i santi protettori celesti del Brasile, ed ho messo tutto me nelle mani del Signore,

e per queste tre notti ho voluto dormire sul terreno

per implorare misericordia per l’anima mia e la benedizione del Signore,

e vado avanti audace in Domino, solo tremante di me.

 Ho fatto voto che, entrando in quell’Istituto, vi entrerà a prendervi possesso

e posto di madre e di Regina la SS. Vergine, e vi collocherò n. Signora di Nazaret,

precisa come quella che avete qui in questo orfanato ove ho celebrato la prima volta,

scendendo al Brasile e poi in questi giorni. Siamo ospiti dei padri della Salette,

molto buoni.

 Don De Paoli è rimasto qui con me, per farmi da interprete e condurmi,

ma andremo a Mar de Hespanha per domenica. Dovremo tornare dal Nunzio

per la facoltà di binare a Queluz. Oggi scrivo all’Arcivescovo di Marianna.

 È bene che Lei sappia che il Nunzio qui è già pienamente e bene informato

della situazione di San Paolo, e conosce molto bene il carattere di quel Vescovo

e la sua ostilità verso le Congregazioni, specialmente italiane. Il Nunzio

non è contro di lei, ma tutto favorevole alla dipendenza religiosa di quelle suore.

 Favorisca riverirmi Mg.r Capra, che confido vorrà pregare per me,

come faccio io per lui, e lo riverisca anche da parte di don De Paoli.

Dovrò andare a San Paolo anche per interessarmi degli orfani degli emigrati nostri,

che vennero in Italia per la guerra e che vi lasciarono la vita, ma,

non sapendo quando potrò andarvi, e desiderando prima concretizzare possibilmente qui

per questo Istituto di Rio, ho pensato di mandare innanzi per posta,

unendovi un mio biglietto, la lettera che il Direttore mi diede per suor Cherubina, -

come feci per altre lettere che tenevo per San Paolo.

            V050P102


 Jeri sono stato a San Gonzalez, presso Nicteroi. -

Don De Paoli mi disse che quel Vicario vorrebbe avere quella Casa per 10 conti,

ma che è pochissimo, e che solo le tegole valgono quanto egli offre.

 A me sembra che non si debba vendere, a meno non offrano una somma

che equivalga ad una volta e mezza almeno il prezzo reale di quella bella Casa.

 È una Casa alle porte di Rio, e in località alta e unita a Rio e a Nicteroi

da interrotte linee tranviarie; è dunque in vicinissima a località popolose,

dove si può trovare da fare del bene: bambine da raccogliere, o vecchi da raccogliere,

o malati da raccogliervi; domani potrebbe anche essere un semenzaio preparatorio

al Noviziato, quello che noi chiamiamo aspirandato o probandato.

 Non è bene forse avere due case vicine, per cui una può con facilità aiutare l’altra?

Mio criterio è sempre di fare il possibile per avere due case vicine,

per molti vantaggi che sarebbe troppo prolisso il dire. Se la Divina Provvidenza

ci darà in mano la Casa di Preservazione di Rio, per i 260 orfani che vi sono, -

subito pregherò Iddio di darmi un’altra Casa in vicinanza di Rio stesso.

 Le case vanno sempre aperte a due a due in vicinanza.

 Ora voi altre già l’avete a San Gonzales, - qui vicino perché venderla?

Forse mancano poveri o orfane a Rio e a Nicteroi? E per i vecchi

non si potrebbe fare qualche cosa? - È una bella Casa, vicino alla chiesa,

con facilità cioè comodità di avere dei confessori da Nicteroi o da Rio, -

perché venderla? - Non dico di farne un noviziato, no affatto;

ma una istituzione di carità che dia la mano a questa di Rio, e Iddio sarà con voi!

 Nicteroi - dove è S. Gonzales - è già città di più che 60.000 abitanti

e va ora prendendo grande sviluppo, e Rio Janeiro fa più di un milione:

ci vogliono due case.

 Prego di sottoporre questo al Direttore Mg.r Capra e,

occorrendo a Mg.r Vescovo di Alessandria: Case di poveri, di malati, di orfani,

di vecchi, se ne aprano sempre e nostro Signore sarà sempre con noi, e la sua grande

e Divina Provvidenza non mancherà mai, ma di queste case dei poveri,

che sono case di benedizione, case di Dio, se ne aprano sempre,

e non se ne chiudano mai, specialmente alle porte delle grandi città.

 Li mi manderà due buone suore, quando manda le altre con suor Camilla,

siano magari ignoranti, e che non sappiano né leggere né scrivere, anche zoppe,

            V050P103


guercie gobbe, - fa niente, - basta che siano di orazione, umili e di sacrificio e di lavoro

per le anime e per la chiesa, - e così, prima di partire, le riapro la Casa di San Gonzales, -

poiché in coscienza non si può tenere una Casa chiusa così,

mentre Gesù geme nei poveri, e i protestanti hanno dato 15 milioni per aprire qui

e attorno Istituti di beneficenza evangelici e strappano alla s. chiesa di Roma i suoi figli, -

così mi disse il Nunzio, e l’ho visto già anch’io, ed ho letto anche sui giornali di stamattina.

 Poi bisognerà che anche Mg.r Capra faccia un sacrificio e venga, perché poi,

più tardi, potrebbe trovarsi in una posizione da non poter più venire.

 E per la Casa di Roma cosa ha pensato di fare? Veda che don Sterpi ha in mano

la procura generale di don Adaglio, e appena loro ci dicono in testa a chi deve passare

quella Casa di via Alba, noi vivamente desideriamo che si compia l’atto.

Preghiamo e avanti!

 Ho trovato questo Istituto orfanato di Rio molto ben avviato

e stanno aspettando suor Camilla e le altre.

 Ho consegnato le sue lettere.

 Jeri venne da Mar de Hespanha Suor - quella che è veneta e sta alla S. Casa,

ad accompagnare qui una figliola, che qui avevano bisogno e che di cui colà

si poteva scusare.

 Ho conosciuto donna Balbina, che somiglia molto moralmente

ad una nostra benefattrice di Sanremo.

 Avendo scritto a lungo a lei, non avrò tempo a scrivere a don Sterpi.

La pregherei perciò di trasmettergli questa stessa lettera, perché vi sono notizie nostre

che lo possono interessare. Mentre scrivo, don De Paoli è andato al Consolato italiano

con Orione Eduino, - che vi è conosciuto, - per farsi fare una procura generale

a don Sterpi, per la vendita di certe terre che avevamo fatte intestare,

da un nostro benefattore morente, al don De Paoli, e che si cerca ora di vendere,

ma che non si poteva senza procura di don De Paoli. Questo documento sarà tosto spedito -

Don Sterpi si trova a Venezia, Istituto Manin Maschile - Lista di Spagna. -

 Amerei che don Sterpi mi mandasse notizie,

dirigendo la posta a Mar de Hespanha (Minas Geraes).

 La lettera scritta a matita la voglia, invece, mandare ai miei (don Zanocchi)

a Tortona, - perché saranno le prime notizie non avendo ancora loro scritto,

eccetto un breve e primo saluto su cartolina a don Gatti, che fu primo a venire qui.

            V050P104


 Spero che tutti loro, lei con le sue suore e il Direttore Mg.r Capra,

e che anche i miei di Tortona stiano bene e che i miei si mantengano

nelle vie della Provvidenza e uniti al Signore.

 Non so se don Adaglio sia poi partito con gli altri per Gerusalemme:

voi altre avete chiamati noi qui, e faccia il Signore che noi chiamiamo loro in Terra Santa:

la legge che ci dà vita e moto e che ci custodisce non è legge che chiuda il cuore

ma l’apre a tutto ciò che è Dio e prossimo, e povertà e sacrificio,

e la povertà diventa ed è ricchezza per noi, e il sacrificio di noi

è la nostra vita in Gesù Signor nostro.

 La benedico con tutte le sue figliole e con tutte le sue opere.

 Dev.mo in G. Cr.


          Sac. Orione L.  d. D. P.


 Con Mg.r Capra voglia anche riverirmi tanto Mg.r Villa mio benefattore,

e quel canonico così ardente che volle donarmi il suo cappello,

che fa scuola di teologia al Seminario, nemico di don Capra, don Devenelli.

 Mando sia a lei, rev.da madre, che a Mg.r Capra gli ossequî di P. De Paoli

e di don Dondero come degli altri miei.

 Il Nunzio Mg.r Gasparri, benché da poco qui, è già stato a San Paolo,

e conosce bene la situazione del paese anche perché era stato prima qui tre anni.

¨