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per l’Italia
[Alla Rev.da Madre Teresa Michel Grillo
Piccolo Ricovero della Divina Provvidenza
via Faà di Bruno in Alessandria]
+ Anime ! Anime !
Rio de Janeiro, 12 Aprile 1937
Rev.da madre Michel,
La grazia di n. Sig.re Gesù Cristo e la sua pace siano sempre con noi!
Ho ricevuto la gradita sua del 31 marzo.
Avevo già veduta la Provinciale al mio arrivo, e poi la rividi più a lungo,
poiché essa venne qui all’orfanotrofio di Rua Lopes Quintas,
insieme con la madre Maestra delle novizie e con la Superiora di Rua Itapirú. -
Mi valsi di quel colloquio per avvertire, - da parte di don Zanocchi,
del quale tutti conosciamo lo spirito di prudenza e delicatezza, -
di voler vegliare sulla troppo giovane e troppo espansiva Superiora,
posta a reggere la nuova Casa di Bs. Aires.
Essa è religiosa di tante buone attitudini e intelligente,
ma, forse, non ancora ben formata per sostenere una posizione così esposta
e decisiva per Bs. Aires.
Lei, rev.da madre, stia, però, tranquilla, anche le abbia scritto questo;
io mi fermerò in Argentina ancora sino verso la fine di luglio,
disporrò poi anche che don Zanocchi, come va alla Casa del Tigrè,
e così vada alla nuova Casa di Bs. Aires, e veda, e ajuti nel Signore; -
e, se mai ci fosse qualche cosa che non andasse, non dormiremo,
e
ma, con tatto e carità si provvederà tosto, di
pieno accordo con la Provinciale di qui
e la Superiora dell’Argentina. Per ora non c’è nulla, ma ho voluto prevenire.
Jeri ho celebrato alla Casa di Rua Itapirú, e oggi ho detto Messa al Noviziato.
Ho offerto il S. Sacrificio pel buon andamento di queste sue Case
e del Brasile e dell’Argentina, per l’unione, per la concordia e pace
di queste sue figlie in G. Cr.: ho suffragata l’anima benedetta di suor Maria,
non solo nel Noviziato e con le novizie, ma a S. Paolo, mi fermai otto giorni, -
ed ho pregato per la Congregazione tutta. Non ho visto quelle di S. Paolo.
Ho parlato alle suore riunite di Rua Itapirú: - oggi poi ho parlato alle novizie,
raccolte nella loro cappella dopo la S. Messa. Jeri ho conferito a lungo con la Provinciale,
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e la ho sentita in tutte le sue cose; - oggi ho sentito la maestra del Noviziato.
Ritornerò a Rua Itapirú, e sentirò le suore,
così che tutte possano liberamente aprire l’anime loro nel Signore.
E n. Signore mi aiuterà: farò con carità tutto quello che potrò.
Nel primo colloquio con la Provinciale, presenti le altre due,
avendomi chiesto consiglio se dovesse vendere la Casa del Noviziato, - invocato il Signore,
Le ho detto di no; ora poi che l’ho visitato, mi confermo nel giudizio che sarebbe,
per ora, un grave sbaglio vendere quella Casa; - farà un po’ caldo lassù,
ma ci sono tante buone ragioni per non venderla, e anche per non portare il Noviziato
a Rua Itapirú. So che la Provinciale ha definitivamente desistito dal pensiero di alienarla,
anzi pare voglia far allungare la cappella. E Deo gratias!
La maestra delle novizie rimase contentissima che ho detto di non vendere.
Alla maestra delle novizie ho detto parole di conforto
così
farò con quelle a cui parlerò in questi giorni; - e le ho poi anche
detto raccomandato
di parlare e di influire su alcune altre, perché comprendano bene che p. Angelo
deve desistere, almeno per alcuni anni, dal dirigere le suore, e dall’occuparsene,
sia direttamente che indirettamente, poiché così vogliono i sacri canoni.
E questo stesso dirò al padre Angelo. Dato tutto il periodo di anni,
nei quali egli ha avuto tanta parte, non solo nel dirigere le anime delle suore,
ma anche nella partita amministrativa e di governo delle Case, - egli,
per eseguire quanto la s. sede molto saviamente ha stabilito,
deve ora astenersi da qualunque ingerenza, sia nel loro interno che per gli affari materiali.
Non è una misura presa nei rapporti del p. Angelo,
ma è una disposizione canonica generale, data dalla sede apostolica,
e che io darò qui non solo al p. Angelo, ma a tutti i miei sacerdoti.
In questo senso spero di persuadere e calmare tutte le suore. Vuol dire che, fra tre anni,
si vedrà nel Signore.
Lei quindi, rev.da madre, non scriva, la prego, al p. Angelo
di riprendere il posto di prima, poiché io non lo potrei permettere.
Le scriverò ancora di qui; ella, intanto preghi con fiducia.
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E così Le dico di stare lieta nel cuore di Gesù crocifisso, poiché,
ajutandomi n. Signore, sempre sarò e farò da padre, nel vero senso religioso,
alla sua Congregazione.
Ella preghi e preghi tanto per me - E dica pure anche a suor Cristina che,
per qualunque evenienza, stia tranquilla.
Benedico a lei, m. rev.da madre, a tutte ed a ciascuna delle sue suore
e figlie in X.sto, a tutte le vostre Opere e alla intera Congregazione.
E Gesù e Maria SS. vi benedicano sempre.
Dev.mo in n. Signore
Sac. G. Luigi Orione D. D. Pr.
P. S. Non scrivermi più qui, dove le lettere non giungerebbero più a tempo,
e potrebbero cadere in mano d’altri, ma in Argentina - Calle Carlos Pellegrini 1441 -
Buenos Aires, dove vado il 22 aprile.
N. B. Mandi pure la suora infermiera per S. Antonio d’Arecco,
quantunque ne abbiano mandata una provvisoriamente. Veda che, se già non sono partiti, -
dovrebbero anche presto venire un mio sacerdote e chierici.
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