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[+] Tortona, il dì 10 / XII [1]928
Rev.mo Monsignore, [d’Alessandria]
Le chiedo scusa del ritardo a rispondere alla gradita sua,
della quale vivamente la ringrazio; - mi trovavo fuori.
Il sacerdote di cui mi scrive, mi parlò, ma vagamente, del progetto,
o meglio dell’idea, - ché né mi disse come avrebbe voluto attuarla,
né i passi che intendeva fare.
Gli opposi che la Casa, per sé, c’è, e che stesse attento a quello che faceva,
per non restarne male, quasi sembrasse volesse sorprendere la buona fede dell’Autorità:
che camminasse diritto, perché la chiesa ha annesso due locali in due punti diversi,
uso abitazione e abitati, - indipendentemente dall’Istituto, - in uno di essi abita sempre, -
e tutt’ora, - il sagrestano, e nell’altro ora abitano le rev.de suore della Michel
con
cortiletto separato dove fanno
raccolgono le fanciulle.
Io non intendo affatto recare un danno alla parrocchia,
ma il dire che il parroco non avrebbe alloggio non mi pare vero,
per
quanto non sarà sarebbe
certo una canonica ideale.
Ella, rev.mo sig.r teologo, che è sul posto veda un po’ prima
se è
cosa fattibile e che
per sé possa onestamente possa
richiedersi la si possa e raggiungibile fare pratiche, - e chiedersi
poi se c’è probabilità di riuscirvi -
io non potrò esserle che eternamente grato.
Ma di quello che le dicesse il caro don Saroli, ci sarà da andare un po’ adagio
ad
nel seguirlo, perché è un po’ facile.
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