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          Messina, il 18 Maggio 1909


 Ill.mo signor Prefetto,


 Avrei desiderio di innalzare a Messina una cappella votiva per i morti del terremoto:

un tempio che simboleggi il sentimento della fede e del cuore.

 Già nessun popolo si è mai rassegnato ad essere un pugno di polvere trascurata,

e la ricordanza dei cari che sono morti ha fatto vivere molti uomini,

ed ha spinto molte nazioni verso la loro grandezza morale e civile.

 Quel tempio sarà doppiamente sacro ai messinesi,

e servirà a gettare tra i superstiti un senso più largo di amore.

 Dinanzi al ricordo della sventura e della morte, sentiremo il bisogno della vita,

di una vita che soffochi tutti gli istinti non buoni, e affratelli maggiormente i superstiti.

Anche questa grande tomba avrà così la sua luce di conforto.

 Per questo monumento votivo io domanderei di avere l’area gratuita, e vorrei,

se è possibile, che fosse là dove accatastarono tanti morti: cioè la ex pista militare,

posta ad est del Collegio militare, circoscritta dal torrente Portalegni -

via Giuseppe Natoli - via Palermo - via Giuseppe La Farina. In un punto elevato,

che potrebbe essere - ritengo - scelto nell’area destinata alle abitazioni civili.

 Non vorrei fare opera esclusiva di religione, ma anche opera di beneficenza

e di pietà.

 Se avrò quell’area, farò sorgere per i bambini messinesi, orfani del terremoto,

un Istituto, un’opera di bene che non veda partiti.

 Non insisto, perché sento che farei torto all’animo gentile di vostra signoria ill.ma,

abbastanza compreso dai più alti sentimenti di pietà pei superstiti e pei morti.

 Le sarò profondamente grato di quanto ella farà,

e mi tengo onorato dichiararmi di lei, ill.mo sig.r prefetto, dev.mo servitore


           Sac. Luigi Orione


 Circa il quantitativo dell’area vorrei gradirei che fosse il più possibile.

Tenuto conto intendendo poiché intenderei non solo che fosse non solo

un monumento d ricordo imperituro che degno della immensità del disastro,

e non vorrei fare

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