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Pax
Cris
a Mg.r Vanfville 19 / 1 [1]910
Veneratissimo Monsignore,
Ho ricevuto da pochi giorni la sua lettera,
poiché
mi sono era andata
alla Colonia agricola di Cassano Jonio
in Calabria.
La
sua lettera mi è parsa come la visita gra
lieta santa di un fratello in Domino.
Ho pure ricevuto il vaglia di L. 25. Le 20 lire del buon sacerdote
le ho date in sussidio dell’orfano Alfonso Perrot fu Egidio,
il
cui padre morì dopo a
seguito del terremoto, e la madre ha tanti figli -
Il
fanciullo l’ho mandato a Cassano Jonio,
e il denaro l’ho dato inviato
al
Direttore sacerdote don
don Contardi che dirige la Colonia.
Il fanciullo è avviato all’arte del sarto, ed ha tredici anni -
Non sapeva neanche i misteri principali della nostra s. fede:
egli pregherà pel suo benefattore. Domani o dopo spedisco le cartoline a lei.
Così pure sto combinando col fotografo,
benché su questo riguardo trovò delle difficoltà per la poca loro abilità e onestà, mi pare:
egli si metterà in relazione direttamente con v. Sig.ria rev.ma.
Io potrò più tardi, al mio ritorno qui, (poiché ora sono sul partire)
accontentare
di occuparmi per la proposta del rev.mo
Cheramy,
in modo che la famiglia che riceverà l’orfana ne rimanga poi contenta -
Ne parlerò anche a Mg.r Cottafavi.
La ringrazio poi delle sue espressioni di bontà e di quanto mi riferisce
del
nostro beatissimo padre e di sua Eminenza R
il sig.r Cardinale di Stato.
Oh
essi sono uomini di pieni
di Dio e vedono tutto bene,
ma io so bene di essere un povero peccatore:
io
solo sono pieno di desiderî vorrei
consumarmi di amore di Gesù e della s. chiesa,
ma
poi mi vedo tanto
freddo per le misericordie di Dio su di me
e
per la carità che la S il
Santo Padre mi usa che mi vergogno di me stesso -
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Tuttavia voglio cominciare e cominciare subito ad amare ad amare ad amare Gesù
Lei mi ajuti con le sue orazioni.
Presto spero venire a Roma, ma sempre c’è lavoro, ed ora che sto per partire
vedo che si è fatto nulla pel grande bisogno.
¨