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Continua


 Mi son buttato a dormire, ma siccome ho un po’ di mal di denti,

continuerò a scrivere, che intanto passerà. Dunque ti voglio raccontare un po’

di queste usanze di qui.

 Qui la domenica portan tutti in testa una calotta, molti anche bianca,

come quelle da notte che avrai vedute agli ammalati dell’ospedale.

 Le donne portano un gran sciallo che le copre tutte fino ai piedi,

si battono il petto sette o otto volte durante la messa, allargano le braccia,

fanno un crocino con le dita e baciano quel crocino.

 Tutti si danno del don anche gli spazzini di strada.

 Vino è quasi tutto come il marsala, io non ne ho ancora bevuto

che due o tre bicchieri in tutto. Qui il salame non sanno che cosa sia.

Il Di sale ne danno 5 chili al soldo. Olio d’ulivo purissimo e costa pochissimo.

Vino e uva molta americana. Pesca di tonno.

 Formaggio molto salato col pepe. Pane tutto senza lievito.

 Moltissime piante di carubbe e di mandorle. Riso molto anche e buono,

ma non così bianco come il nostro.

 Tutti i canonici di qui portano tutti la mitra e l’anello come se fossero Vescovi.

 Sono gente molto furba e molto calda.

 Si danno molta importanza, sono ancora tutti del Borbone,

dopo quarant’anni che non c’è più, e quello là lo chiamano il governo di Dio

e questo il governo del diavolo.

 Io sento tutto e tacio.

 Qui in Sicilia i buoi tirano i carri, come i cavalli a tir da due sotto le vetture,

e non credere mica solo nei paesi, no, anche nelle grandi città come Messina.

 Qui non nevica mai, siamo in marina, q c’è il mare a un tiro di schioppo,

è una primavera continua.

 Tanti fichi d’india

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