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Giovanni Calabrò furono Francesco e Nunnari Francesca
da
S. Alessio d’Aspromonte - circa 300
mila - nato 11 Aprile 1893 -
ricoverato al manicomio Mandalari l’11 di agosto [1]1910 - aveva 17 anni -
per allegata demenza pericolosa per incarico del tutore -
Avv. Andrea Princi. Giudice al Tribunale di Reggio Calabria
Aveva gravi interessi di conflitto con i parenti -
per cui il Presidente del Sottocomitato di Reggio Calabria pregava in quei giorni
il Presidente del Sottocomitato di Messina di prestare la sua opportuna vigilanza
nel periodo di osservazione per la ammissione definitiva in detto manicomio.
La mia visita al Calabrò fu il 10 febbraio 1911
Riferî con lettera al Presidente Sofio in data 11 febbr. 1911
L’incarico era venuto con lettera riservata dall’On. Chimirri in data 4 febbr. 911.
Il 16 febbrajo 911 - l’On.le Chimirri mi rispondeva:
Gentilissimo Don Orione,
Ho ricevuto il rapporto da lei redatto sulle condizioni di salute
dell’orfano Calabrò Giov. rinchiuso nel manicomio Mandalari di codesta città,
e mentre la ringrazio del pietoso e insieme nobile interessamento
spiegato in favore dell’orfano suddetto sono lieto di assicurarla
che farò tesoro dei suoi apprezzamenti per il miglior bene del derelitto
affidato alle nostre cure
Gradisca gli atti della mia stima
firmato Chimirri
(a Sofio Chimirri:
«contro mi furono feroci gli uomini e la natura»
Io già conosceva il caso Calabrò, Calabrò fu dimesso dal manicomio il 9 - 7 - 1911,
non
so se dietro richiesta di parenti o d o
del Sottocomitato di Reggio Cal.
da cui dipende.
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in fondi rustici circa 300.000 l. in titoli creditorî e moneta contante altre 100.000 -
La notte del 28 egli era in Reggio a divertirsi: aveva 14 anni?
La dimane corse a S. Alessio accompagnato dal suo guardiano
D’Agostino Natale di Francesco - Fu ricoverato in quei giorni dal cugino Alessio Calabrò,
Sindaco di S. Alessio.
Ebbe a trovare circa 40 mila lire in moneta cartacea e metallica
e gran quantità di carte e scritture e cambiali.
Impossessatosi di tutta la moneta, e messi in un sacco carte e titoli creditorî
di ogni specie affidava questo al suo guardiano D’Agostino, analfabeta
Il sig.r Alessio Calabrò sindaco faceva arrestare il D’Agostino
per ingiustificato possesso di quel sacco; e il sacco fu sequestrato e consegnato al Sindaco,
che dopo qualche giorno faceva rilasciare in libertà il guardiano e gli restituiva il sacco.
Quanto alla moneta l’orfano la tenne sempre addosso
finché non giunge in Motta S. Giovanni dai cugini Focà Fortunato
e dalla pro zia Annunziata Calabrò. Quivi giunto il giorno appresso
la consegnò quasi tutta alla suddetta pro zia e le contarono in lire 30.000.
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