V050T239 V050P278
[l’azzurro corsivo è grafia di altri]
Anime e Anime
Messina il 2/3 [1]911
Illustre e caro signor Conte
2° Iddio aprirà poi lui le vie, se gradirà questo lavoro come non ne dubito;
ciò che mi fa tremare è la mia indegnità e debolezza e ignoranza,
non la bontà della causa che è santa e urgente la difesa - Cercherò di impastarmi
di carità di dentro e di fuori e di annichilirmi per la salute dei fratelli
e per tirare all’amore di Dio e della chiesa le anime e il popolo:
cercherò di pregare e di stare bene unito a n. Signore e di darmi tutto al suo amore
fino all’olocausto di me - e questo confido di fare con la sua divina grazia
e posto tutto nelle mani della SS.ma Vergine e della chiesa.
Voglio che sia tutta opera di umiltà, di fede e di carità, perché da me nulla potrò,
confido tutto nella Madonna SS.ma e nella benedizione della s. chiesa.
Però è tempo, caro signor Conte, che chi ha zelo per la nostra santa
e dolce madre la chiesa di Roma esca e la segue.
3° Oggi, chi appena lo può, non può più esserne davvero figlio,
se non l’accetta tutta nel senso suo, e non la difende tutta,
e non ne è anche soldato e a corpo morto. E l’opera di fedeltà e di difesa
è tanto più doverosa e urgente in quanto molti di quelli che erano con noi
passarono così altre da essere in realtà veri disertori, e talora disertori,
e talora denigratori feroci e perfidi della sede apostolica;
essi vanno spargendo un sordo malumore nelle file delle nostre organizzazioni,
e la diffidenza, e fin l’alienazione degli animi, per non dire l’indisciplina tacita
e la insubordinazione verso gli ordini precisi di Roma: la sede apostolica
è derisa e abbandonata e si vorrebbe umiliata perché dovesse capitolare,
e molti che erano figli e altri che esigono di essere considerati ancora come tali,
si sono in atto fatti quasi settarî, contro le direttive del S. Padre Pio X
del quale ne sospirano la morte e sono veri crocifissori morali
del Vicario di nostro Signore.
¨