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[l’azzurro corsivo è grafia di altri]


           Anime e Anime

           Messina il 2/3 [1]911


 Illustre e caro signor Conte


 2° Iddio aprirà poi lui le vie, se gradirà questo lavoro come non ne dubito;

ciò che mi fa tremare è la mia indegnità e debolezza e ignoranza,

non la bontà della causa che è santa e urgente la difesa - Cercherò di impastarmi

di carità di dentro e di fuori e di annichilirmi per la salute dei fratelli

e per tirare all’amore di Dio e della chiesa le anime e il popolo:

cercherò di pregare e di stare bene unito a n. Signore e di darmi tutto al suo amore

fino all’olocausto di me - e questo confido di fare con la sua divina grazia

e posto tutto nelle mani della SS.ma Vergine e della chiesa.

Voglio che sia tutta opera di umiltà, di fede e di carità, perché da me nulla potrò,

confido tutto nella Madonna SS.ma e nella benedizione della s. chiesa.

 Però è tempo, caro signor Conte, che chi ha zelo per la nostra santa

e dolce madre la chiesa di Roma esca e la segue.


 3° Oggi, chi appena lo può, non può più esserne davvero figlio,

se non l’accetta tutta nel senso suo, e non la difende tutta,

e non ne è anche soldato e a corpo morto. E l’opera di fedeltà e di difesa

è tanto più doverosa e urgente in quanto molti di quelli che erano con noi

passarono così altre da essere in realtà veri disertori, e talora disertori,

e talora denigratori feroci e perfidi della sede apostolica;

essi vanno spargendo un sordo malumore nelle file delle nostre organizzazioni,

e la diffidenza, e fin l’alienazione degli animi, per non dire l’indisciplina tacita

e la insubordinazione verso gli ordini precisi di Roma: la sede apostolica

è derisa e abbandonata e si vorrebbe umiliata perché dovesse capitolare,

e molti che erano figli e altri che esigono di essere considerati ancora come tali,

si sono in atto fatti quasi settarî, contro le direttive del S. Padre Pio X

del quale ne sospirano la morte e sono veri crocifissori morali

del Vicario di nostro Signore.

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