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ai preti e ad altri, pare, e cerca d’imporsi. Egli era impiegato a Reggio

e ne fece una così grossa che doveva essere destituito. Poi

per l’appoggio dell’Onor. Camagna (massone e - si dice - sostenitore

e sostenuto dalla mff.) venne trasferito a Messina -

Ora è stato già sospeso per 5 giorni dall’ufficio anche qui,

e l’altro jeri è corso sempre dall’Onorevole Camagna perché lo sostenesse,

perché poiché c’è, pare, dello altro sul suo conto. Egli manda i suoi due figli

(anche quello che era a Roma dai Protestanti) a scuola all’Istituto di S. Prospero a Reggio

poiché la famiglia abita ancora a Reggio - Inutile dirle che li teniamo tutto il giorno

e gratuitamente. Ne aveva uno a Roma e ora ne vuole da me ricoverati due.

Vostra signoria prima aveva disposto pel ricovero del primo, quello che era a Roma,

L.300 una volta tanto, poscia, quando le dissi che a Mg.r Albera

e al sac. Felice Cribellati superiore di S. Prospero pareva d’avere a fare

con un padre prepotente e di quella società, ella mi scrisse che,

avendone parlato a Mg.r Bressan, si era stabilito di non occuparsene.

 Prima io aveva offerto il posto a Cassano Ionio, ma il padre allora lo rifiutò,

perché diceva che a Cassano Ionio non era un posto civile;

egli li vorrebbe collocati a Roma entrambi.

 Gli ho detto che intanto lo mandasse a scuola a S. Prospero.

Egli invece di uno ne mandò due, ed io li ammisi gratuitamente tutti e due;

ma essi non fecero buona prova: ora vengono ora non vengono,

tanto che sono i più negligenti e trascurati nei compiti, e il padre lo sa.

Egli venne a Messina, ove abita, a gridare (quando non ci sono: quando ci sono striscia).

 Andò a gridare a S. Prospero, dicendo male parole, ma così non mi si intimorisce,

anzi è il modo per rendermi più conscio della posizione

e per farmi resistere alla prepotenza. Io l’ho sempre trattato bene,

ma le soperchierie non mi spaventano più: Iddio sento che mettendomi qui

mi ha dato un intuito speciale e speciali grazie per non cedere quando

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vedo chiaro che con appoggi umani o con attestazioni o raccomandazioni o carpite

o rilasciate per togliersi noje si vuole abusare della generosa carità del S. Padre.

Egli ha un impiego che - se sa mantenerselo - può provvedere al vitto

e alla educazione dei suoi figli. Si dirà che era dai protestanti, e l’ha levato, e va bene:

ha fatto niente altro che il suo dovere: neanche doveva mettercelo.

Quanti in Calabria misero i figli dai protestanti o finsero di metterceli

per obbligare poi moralmente il S. Padre a dare loro un posto sicuro in Collegî cattolici,

dove i figli avessero potuto facilmente compiere i loro studî

e avere la licenza governativa e un impiego e vita, così detta civile!

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