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compagni. Del clero di Messina diremo a suo tempo, tanto
che il piccolo ministro anticlericale di Tortona ne avrà a sufficienza per andarne confuso,
per oggi eccovi l’azione svolta dal clero superstite di Reggio Calabria,
opera veramente degna della divina missione del sacerdozio e del plauso
di quanti sono onesti e sereni nel giudicare degli uomini e delle cose.
Passarono
Passeremo come in rassegna rione per rione della
città di Reggio,
perché si veda come nulla ci sia di panegirismo in quanto diremo.
Nel primo rione è il Duomo, l’Episcopio, e il Seminario, -
dove il numero dei sacerdoti, canonici, beneficiati e professori del Seminario
vi si trovavano in maggior numero.
Mg.r
Vicario capitolare teol. Paolo Dattola, appe
non era terminata la scossa del terribile terremoto che uscendo dal Seminario
con circa novanta seminaristi, dividendo in squadre i chierici con il sig.r Finizia,
prete della Missione, li distribuì per tutta la città, ed ebbe a salvare moltissimi dai secondi
e
terzi piani, spogliandosi tutto essi
quasi completamente per vestire i superstiti
che mano mano salvavano.
Vero
Dopo l’alba poi, sempre della triste giornata,
potè riunire i sacerdoti della città che ancora vivevano e dare disposizioni di salvataggio
su grande scala, ordinando ancora i feriti e moribondi, e condurli, per quanto era possibile,
nella piazza del Duomo, in Episcopio e Seminario, rimasti in parte in piedi.
Di fatti quello stesso giorno, furono ricoverati nell’Episcopio
le
famiglie del dott. Giov. Morace la
famiglia le famiglie Carmelo Saccà,
la
famiglia Pizzimenti, Mariano, Adelardi col suocero
Barone di Aquino e figli superstiti -
Si è dato pure ricovero a moltissimo altre famiglie e superstiti -
e nei corridori si è improvvisato un vero ospedale,
ove
fra tanti feriti fra cui venne
dal sacerdote don Rocco Vilardi fatto portare
l’onor. Demetrio Tripepio, e fu curato nella rimessa del Cardinale Portanova defunto,
dai sig.ri dott. Giovanni Morace e Gennarino Bolzano da Siderno.
Nelle ore pomeridiane dell’istesso giorno, ad iniziativa del sacerdote Vilardi,
venne poi eretta la primissima baracca in piazza del Duomo, mentre pioveva,
dove
vennero furono
ricoverate oltre duecento persone, fra le quali molti feriti
gravi, -
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mentre ancora l’emozione in tutti era terrore perché le scosse si ripetevano
con un crescendo spaventoso: pensate che in quel giorno si ebbero a Reggio
più che 250 fortissime scosse che facevano traballare tutto.
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