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[l’azzurro corsivo è grafia d’altri]


Conforme all’originale


         Sac. Orione della Div. P.


 +        Anime e Anime

         Tortona, il 5 Maggio

         festa di S. Pio V del 1919


 Carissimo Dondero,


 ricevo io la lettera che in data 20 marzo hai scritto a don Sterpi.

Egli è assente e per la prima parte, dove parli pure di S. Messe, ti risponderà lui,

essendo la sua partita.

 Non voglio tardare di un’ora a risponderti al resto,

anche perché il don De Paoli ha scritto qui per Pasqua dicendo che ti sei lagnato con lui

perché non ricevevi da me risposta alla tua lettera. Ora pensa che,

appena ricevuta la tua lettera, dovendo recarmi a Como, me la sono portata con me

e ti ho risposto di là il giorno dopo. E adesso vedo che tu quella l’hai ricevuta,

perché parli a don Sterpi della relazione che ti ho chiesto

e che non sapresti spiegarti meglio.

 Delle volte le lettere tardano, e non è bene lasciarsi subito scoraggiare.

Quando ti senti scoraggiato prega e il Signore ti conforterà.

 Vivo desiderio mio è che tu e don De Paoli vi riuniate insieme con carità

e unione vera di fratelli in Gesù Cristo, e se a Mar de Hespanha potete avere la parrocchia

come mi hai scritto o tu prenda la parrocchia e lui l’Istituto o tu l’Istituto e tu [lui]

la parrocchia, secondo che meglio vedrete per la gloria del Signore e il bene delle anime

e della nostra Congregazione.

 Questo è pure il sentimento unanime dei tuoi fratelli del Consiglio

e questa mia lettera ti prego di comunicarla a don De Paoli.

 Qui si desidera che non viviate più lontani, se ciò è possibile appena appena,

ma che ci sia unione di cuori e di spirito e di lavoro per edificare in voi

e negli altri Gesù Cristo.

 Vi vogliate compatire nei vostri difetti; e tu senti lui che è tuo fratello ed egli senta te

che sei suo fratello, e così amatevi nel Signore e fatevi santi, e fate del bene!

Il mio più grande dolore riguardo a voi fu da quando vi ho saputo divisi,

anche solo di luogo; - ora vi supplico con amore di padre in Gesù Cristo, di riunire

le vostre forze e di compatirvi, sopportandovi l’un l’altro nei vostri difetti,

poiché tutti abbiamo in nostri difetti, e dobbiamo col manto della carità

coprirci l’un l’altro per l’amore di Dio. Che importa se aveste cento Case,

ma se non aveste la carità di Gesù Cristo!

  V051P009


 Vi confesso che mi sarei sentito animato a darvi dell’aiuto,

se avessi visto in voi più unione. Però vi uniate o non vi uniate l’aiuto lo manderò,

e vedrò di accontentarvi in tutto e quanto più potrò.

 Tenete presente che mentre vi scrivo qui in Italia viviamo ancora

come sotto di un incubo e non sappiamo se la guerra sarà finita, o se si dovrà ricominciare per i motivi che pure al Brasile conoscerete.

 Quanto poi al dare all’Istituto di costà indirizzo agricolo

già ho risposto che ne sono contentissimo.

 Desidero sapere che personale hai tu con te a Mar de Hespanha:

so che ne avevi parecchi, ma ora ho bisogno di conoscere almeno questo.

 E se avete difficoltà tu e don De Paoli per stabilirvi entrambi a Mar de Hespanha

e dividervi da buoni fratelli il lavoro, vogliate espormi tutto, con tutta sincerità e libertà

in Gesù Cristo.

 Benedico a te, a don De Paoli, a tuo fratello e a quanti sono con voi

e a cui si estende il vostro lavoro.

 Vi prego, o miei cari figliuoli, di non offendervi se in questa lettera trovaste

delle espressioni dolorose; ma abbiatele in buona parte e fatevene meriti per

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