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Copia conforme per l’Archivio
+ Anime e Anime !
[Tortona] 13 maggio 1919
Mio caro Dondero,
Ricevo oggi la tua lettera del 14 aprile con acclusa la mia di ritorno;
non voglio che tramonti questo giorno senza averti risposto.
Quanto adunque ad assumere la parrocchia di Mar de Hespanha
da parte della Congregazione, ripeto quello che già almeno due altre volte ti ho scritto,
che cioè ne sono contentissimo.
Attendo solo una tua lettera che mi dica, come ti pregai nei passati giorni,
se credi meglio di assumerla tu oppure don De Paoli,
ed io manderò subito la licenza richiesta. E intanto scriverò a Mg.r Arcivescovo
dicendogli che la Congregazione accetta, e lo ringrazia.
Come già ti ho detto nella lettera, che ti inviai pochi dì fa (5 maggio),
desidero nel Signore, e per il migliore andamento delle case nostre, che tu e don De Paoli
vi riuniate a Mar de Hespanha, e che vi ajutiate e confortiate fraternamente:
frater qui adiuvatur a fratre quasi civitas firma.
Ma tu prenderai la cura della Parrocchia, e lui l’Istituto, oppure tu l’Istituto
e lui la parrocchia.
Se tra voi due poi non poteste accordarvi, se tu prendere la cura parrocchiale
e lui l’Istituto, oppure viceversa, allora deciderai tu, - lui prende l’altro, e così è cosa fatta,
e subito decisa.
Quanto poi a ciò che, anche in questa tua ultima lettera
può toccare me personalmente, ti ringrazio per il bene che le espressioni che usi possono
fare all’anima mia; ma non le posso approvare, e ti ho già risposto nella lettera mia
del 5 maggio, a te riservata.
Sento che è mio dovere di non tralasciare di inculcarti di vincere te stesso,
e di pregare quotidie per te, a questo scopo.
E non devo contentarmi di stare alla superficie, ma devo con ogni affetto paterno
e carità verso l’anima tua e con forza spirituale andare alla radice del tuo male spirituale,
e perseguitare sopra tutto in te quel tuo amor proprio che ti acceca,
e perseguitarlo in tutte le sue fallaci e in tutti i suoi nascondigli.
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Chiedi incessantemente al Signore la santa, la fondamentale umiltà, o figliuolo mio,
e la carità e il buono spirito di unione con i tuoi confratelli.
Una delle pene mie più grandi è il timore che ho che, mandando del personale,
tu, con quel tuo carattere, me lo abbia presto a disgustare, non vedendoti ancora
ben temprato a mitezza e a buono spirito di umiltà religiosa.
Confido però che ora vorrai metterti in tutto quello che vedi di mancare,
e pregando umilmente, molte cose vedrai, - e per cui sai di avere fatto il deserto
d’attorno a te, invece di edificare nella carità di Gesù Cristo.
Confida, o figlio mio, nel Signore, e sostieniti con l’orazione
e con la divozione alla SS. Vergine.
Quanto nella presente e in ogni altra mia sono venuto scrivendoti, non ti confonda,
o caro figliuolo mio, perché nulla bramo e chiedo a Dio di più che di poter centuplicare
verso di te tutta la mia stima e la mia fiducia.
Ogni buona notizia che ho da te o di te, mi dà la più grande consolazione:
ogni tua pena o dolore, è mio dolore, e dolore più sentito e più grande che altri dolori.
Che Iddio misericordioso ti tenga ben ferma e paterna la sua mano sulla testa,
e la Madonna SS. ti voglia stare vicino e confortarti di ogni grazia celeste,
e farti sempre da Madre.
Saluti da tutti.
Don Sterpi è sempre assente, a Venezia, e lo aspetto a giorni.
Ti sono in Gesù Cristo e con affetto più che di padre
Sac. Luigi Orione
dei figli della Div. Provv.za
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