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+ Anime e Anime
Torriglia, il 24 maggio 1921
Mio caro Dondero, sempre mio più caro figliuolo in Gesù Cristo,
Mi trovo qui al tuo paese dove sono venuto jeri sera, e dove il Signore mi ha dato
oggi la consolazione di vedere molti e molti uomini venirsi a confessare,
e a ricevere la SS. Eucarestia, in occasione di una solenne festa a Maria Ausiliatrice.
Predicherò ancora stasera per ripartire domattina.
Jeri passando davanti alla chiesa di Saccio ti ho ricordato pregando per te,
e jeri, entrando in questa tua parrocchia dove sei stato battezzato
e vendendo attorno all’altare tanti bravi fanciulli, il mio pensiero volava a te
quando sei venuto alla Divina Provvidenza che eri ragazzo come loro.
Oggi ho ricevuto con gioja un orfano di padre che mi è stato raccomandato
dalla tua zia maestra, e l’ho fatto anche a tuo ricordo, o caro Dondero.
E ho pregato anche per tuo fratello Giuseppe, e per la tua buona mamma, per tutti i tuoi
e per codesti vostri cari confratelli. E non voglio partire dal tuo paese
senza dirti che ai piedi della Madonna della Divina Provvidenza, che qui è tanto
in venerazione, oggi ti ho pensato cento volte almeno col cuore, e nella Messa
e dopo sempre, si può dire, ho pregato la nostra Santa Madre che ti conforti,
che ti sostenga, che ti consoli e ti benedica sempre!
Spero che, a quest’ora, avrai ricevuto anche direttamente da don Felice
l’invito che egli ti ha fatto di venire alla sua consacrazione.
Questa benedetta consacrazione va un po’ ritardata a causa che il don Cribellati
fu eletto a vescovo di una diocesi che è di patronato regio, -
quindi tu farai ancora a tempo a venire.
Io non te lo impongo unicamente perché temo, o caro mio figliuolo in Gesù Cristo,
che tu non mi obbedisca, ma ti prego e ti supplico anch’io di venire, e sarà per me
e per tutti una grande consolazione averti qui. Solo ti dico che, se tu sei ancora
e ti consideri ancora figlio della Divina Provvidenza,
allora fa che il mio vivo desiderio sia adempito, imbarcati e vieni in Nomine Domini,
dal momento che ora so che sei in buona salute.
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Adopero questa forma di scriverti non perché, in caso negativo,
tu
rompa la il dolce
vincolo della disciplina religiosa ma unicamente
per farti dolce violenza a venire
¨