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[L’azzurro corsivo è grafia d’altri]


 +      Anime e Anime !

        Mar de Hespanha, Epifania del 1922


A Sua Eccellenza Rev.ma

 Don Silverio Gomez Pimenta

 Arcivescovo di Marianna


 Umilio a Vostra Eccellenza Rev.ma i più devoti ossequi, e grazia e pace siano

con tutti quelli che amano il Signore Nostro Gesù Cristo.

 Questo povero peccatore, servo e figlio della Divina Provvidenza:

servo e figlio devotissimo, per divina grazia, della Santa Madre Chiesa, Cattolica,

Apostolica e Romana, unica Chiesa di Nostro Signore Gesù Cristo, - Dio nostro

e Divino Redentore del mondo, - e sola depositaria della vera Fede, dei Sacramenti

e della dottrina di Nostro Signore, come delle Sacre Scritture, nonché della tradizione

e disciplina apostolica: - questo vostro servo e figliuolo in charitate Dei, che,

per divina misericordia, si trova oggi pellegrino nella terra della Santa Croce,

e ospite di questa Vostra Archidiocesi di Marianna: - dopo essersi più

e più volte raccomandato alla infinita bontà del Signore, e aver invocata la SS. Vergine,

San Giuseppe, e i Beati Apostoli Pietro e Paolo, - e dopo avere per più di vent’anni

aspettato il tempo e il momento del Signore, abbandonato alle ammirante disposizioni

della sua Provvidenza, viene oggi umilmente ai piedi vostri. E ai piedi vostri,

siccome a quelli della Santa Chiesa di Gesù Cristo e del Vicario in terra di Cristo

e di Gesù Cristo istesso, umilmente chiede, nel Nome santo di Dio,

Padre Figliuolo Spirito Santo, che Vostra Eccellenza Rev.ma si degni,

nella sua paterna carità, di permettergli, e anzi, voglia benevolmente approvare,

con l’Autorità di Vescovo, che in qualche povero cantuccio dell’Archidiocesi di Marianna,

e dove piacerà alla mano della Divina Provvidenza di portarlo,

egli dia umile inizio a due rami della Congregazione della Divina Provvidenza.

 Questa piccola Congregazione già si parte in più rami, ma non si divide,

perché ha unità di spirito nella carità del Signore, ha unità di regola, ha unità di governo.

Per le due nuove famiglie, che andrebbero a formarsi nel silenzio, supplichevolmente

implora uno scritto da Vostra Eccellenza R.ma, munito del suo sigillo, che lo autorizzi,

e chiede la sua santa pastorale e paterna benedizione, onde si degni Iddio di largamente

benedirle.

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 Entrambe sarebbero costituite unicamente da elementi di colore nero o mulatto

potendo ammettervisi anche indiani., o di quel colore Le due religiose Famiglie

sarebbero l’una per giovani e uomini, celibi o vedovi, chiamati a vita comune di perfezione

nella pratica dei consigli evangelici; - e l’altra verrebbe formata da fanciulle e da donne,

nubili o vedove, che pure vogliano vivere a vita comune e in obbedienza, povertà e castità.

- Questi rami religiosi avrebbero entrambi i voti semplici, prima temporanei

e poi perpetui, a norma del D. C. - Ma, sia nella direzione morale

che nella amministrazione, vivranno totalmente separati e indipendenti: né vi dovrà essere

tra loro vicinanza, famigliarità o relazioni sospette da cui possa nascere scandalo, -

e neanche potranno esservi relazioni di direzione spirituale, senza specialissimo permesso.

 Unicamente fidati alla Provvidenza del Signore, come sorgerebbero,

e così essi sempre dovrebbero esistere, finché almeno piacerà a Dio di conservarli,

alimentandosi dello spirito e della vita della già esistente Congregazione

della Divina Provvidenza, quali rami d’una stessa pianta, da essa moderati e dipendenti

nell’indirizzo come nello sviluppo, e ad essa fortemente attaccati e sempre uniti.

Avrebbero vita sotto il patrocinio di Maria SS.ma Immacolata,

Madre della Divina Provvidenza, e celeste Redentora degli schiavi,

e sotto gli auspici di San Giuseppe, Sposo purissimo di Maria Vergine e Custode di Gesù.

 A Protettori scelgono San Giovanni Battista, S. Michele Arcangelo,

i Beati Apostoli Pietro e Paolo e gli altri Santi Apostoli.

 Il ramo maschile avrà poi a speciale Patrono San Benito, il nero, e il ramo femminile

Santa Efigenia. Avranno anche a Protettori tutti i Santi e le Sante dei Mercedari

e dei Trinitari: i Beati Martiri dell’Uganda San Francesco Saverio e i santi missionari,

nonché ogni altro santo di colore o Patrono delle Americhe e dell’Africa.

 Oltre al fine principale di aspirare incessantemente alla propria santificazione,

avranno quello, - comune ai due rami - di mantenere viva e salda

la Fede Cattolica nel Paese,

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specialmente tra quei di colore, e di alimentare e di crescere in sé e negli altri

un amore dolcissimo e un’obbedienza veramente piena e figliale

alla Santa Sede Apostolica e al Romano Pontefice, che sono, non soltanto il fondamento

di nostra Santa Religione, ma ben anco la pietra inconcussa della società umana.

E, insieme con l’amore al Papa, Vicario in terra di Nostro Signor Gesù Cristo

e Capo infallibile della Chiesa, essi selleranno in sé e negli altri l’amore e l’ubbidienza

ai Vescovi, che lo Spirito Santo ha posto a reggere la Santa Chiesa di Dio.

 E con l’esempio, con la parola e con l’opera infonderanno sentimenti di umiltà,

di subordinazione e d’unione nel Clero e nel popolo cristiano verso dei vescovi,

pastori e maestri in Israele veri e unici successori degli Apostoli.

E questo sovra tutto faranno con l’esempio della loro vita, che dovrà a tutti

predicare umiltà e devozione alla Santa Chiesa di Gesù Cristo, e risplendere

per ispirito di preghiera, di mortificazione, di illibatezza di costumi e di sacrificio,

totalmente e del continuo consacrato ad opere di carità sì spirituali che corporali,

specialmente verso i poveri e gli infelici.

 Il ramo maschile dovrà poi prendersi molta e assidua cura dei giovanetti neri

che mostrassero qualche segno di celeste vocazione al sacerdozio,

anche non intendano essere religiosi, ma presbiteri secolari e diocesani.

- Siano essi aiutati con grande carità e portati sino alla filosofia o alla teologia,

e poi vengano rimessi ai rispettivi vescovi, e raccomandati ad altro vescovo benevolo,

che si mostri disposto ad incardinarli in sua diocesi.

 Mentre questi giovani candidati al clero secolare restano nelle Case

della Divina Provvidenza, siano tenuti a fare vita al tutto comune sì e come noi,

e vengano bene disciplinati nello spirito, nella pietà e nello studio,

secondo gli ordinamenti della Santa Sede. Siano essi sempre pronti alle disposizioni

e ai cenni dei loro Rev.mi Vescovi, e ai loro vescovi i superiori diano conto,

ogni tre mesi, con ogni sincerità, - e anche più di frequente, a seconda del bisogno

o dei desideri dei vescovi.

 Vi siano Case della Divina Provvidenza, tenute dai nostri religiosi di colore,

ove possano, col permesso dei loro Ecc.mi Vescovi, venire i sacerdoti neri

a rifarsi nel fervore, sia con gli Esercizî Spirituali,

sia con giornate di periodico raccoglimento.

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E, sentiti i vescovi, si promuovano tra il clero secolare di colore le Case apostoliche

a vita comune, quali vengono preposte dal Codice di Diritto Canonico:

«Frater qui adiuvatur a fratre quasi civitas firma».

 Ma entrambe le nere famiglie della Divina Provvidenza ricordino

che hanno pure per iscopo le Missioni, cioè l’opera delle sacre missioni,

e che è una somma grazia l’essere da Dio Chiamati a sì sublime ministero.

 Le loro Missioni saranno sia all’interno che all’estero,

cioè anche fuori delle Americhe.

 È un’opera sommamente ardua e pericolosa, e però esige che sia ben accertata

la vocazione e che, specialmente chi è chiamato per le missioni specialmente estere,

vi si prepari colla santità della vita, e sia nutrito da ardentissimo zelo delle anime.

Anzi questi nostri Missionari per l’estero principalmente dovranno prendere di mira

la conversione a Gesù Cristo dell’Africa e la civilizzazione cristiana

di quel continente nero, facendosi così evangelizzatori in Cristo dei loro antichi fratelli.

 E di questo, dopo molti anni di orazione e di silenzio, mi pare che la misericordia

di Nostro Signore Gesù Cristo mi mandi, quantunque così miserabile peccatore,

a supplicare la carità di Vostra Eccellenza e della Santa Madre Chiesa.

E questo mi pare che Nostro Signore Gesù Cristo voglia e chieda:

che da questa terra della Sua Santa Croce i neri, nel Nome adorabile di Dio,

muovano a redimere i loro fratelli di origine, - per Crucem sanctam Domini Nostri

Jesu Christi! E questo non è di me miserabile, ma disegno della misericordiosissima

Provvidenza del Signore, e sapiente e benefico mistero di quel Dio benedetto,

il Quale dallo stesso male sa trarre sempre grandi beni per la sua gloria

e per la salvezza degli uomini.

 Ah le vie del Signore sono pur sempre elevate, e sempre coperte

da divina misericordia! E questa è la via del Signore: che là donde questi nostri cari neri

furono tratti in ischiavitù, là, essi ritornino a portare la libertà dei figli di Dio.

E che quel Continente, rimasto finora quasi refrattario all’opera dei missionari bianchi,

venga conquistato alla Croce per le fatiche e per la predicazione i sacrifici

e il sangue dei missionari neri.

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 Falliti i molti tentativi dell’Europa, come l’opera del Padre Olivieri,

e del Ven.le Padre Ludovico da Casoria, di convertire cioè l’Africa con gli Africani,

ma trasportando Africani a formarsi in Europa, nell’Italia meridionale e in Roma,

dove, per motivi ragioni di clima, e fors’ancheo per altro, le buone iniziative

presto si inaridirono, - ecco che i neri del Brasile, già barbaramente avulsi

e deportati dall’Africa, e vittime ancor oggi di pregiudizi anti cristiani e anti civili,

e di una ingiustizia sociale che pesa da secoli sopra di essi,

andranno ad una nuova Crociata, e Dio sarà che li condurrà, quel Dio onnipotente

il quale suole scegliere le deboli cose per confondere le forti, e ciò che agli occhi

del mondo è ignoranza ed è niente, per confondere umiliare la sapiente superbia

del secolo.

 E prima sarà un Calvario! E il Calvario non so dire quanto piacerà a Nostro Signore che sia lungo, ed il mondo poi ci dileggerà, e ci coprirà di compatimento e di sputi,

e con lui ci derideranno molti di quelli che, pur non avendo la veste del mondo, vedono,

vivono, e sentono, pur troppo, col mondo! E né al bifolco della Divina Provvidenza

né a Vostra Eccellenza Rev.ma sarà forse dato vedere gran che, se pur non ci sarà serbato

che un po’ del calice della Passione insieme con Nostro Signor Gesù Cristo Crocifisso,

e ciò per divina misericordia verso le anime nostre. E si morirà per cooperare

al fondamento dell’Opera, che vuole anche essere opera di riparazione e di espiazione.

per le bru ingiustizie e brutalità usate agli schiavi

Ma, dopo la prova, verrà il Paradiso, e ci verrà incontro la Madonna SS.ma,

e di là pregheremo e affretteremo il tempo della letizia, come già pregano quanti

quei giustificati che nella carità operarono per i neri e per gli schiavi, - e come pregano,

con aspettazione spoglia da ogni umana fretta, tutte quelle anime dei neri

che sono in luogo di beatitudine e di salvazione, e i loro Angeli tutelari:

i quali tutti silenziosamente adorano e pregano con dolce pazienza e affrettano

senza fretta l’ora di Dio. Ma, quando tutto sembrerà finito agli occhi degli uomini,

dove la mano dell’uomo davvero finirà, vedo cominciare la mano di Dio;

poiché questa non sarà opera d’uomo, ma della generosa, longanime e materna

Provvidenza (di Dio) del Signore. E molti e molti neri Iddio chiamerà con voce grande

di misericordia, e li susciterà, come dalle pietre ha cavato i figli di Abramo,

e li spingerà ad entrare al mistico convito, ed essi risponderanno,

e sederanno al posto dove altri non ha voluto sedere, e prenderanno posto

vicino all’Agnello di Dio, e per l’amore dolcissimo dell’Agnello daranno la vita,

perché anche i loro neri fratelli in Gesù Cristo vitam habeant et abundantius habeant.

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 E allora l’Africa riceverà Gesù Cristo, e avrà la civiltà dai figli stessi degli Africani.

E questo lo farà il Signore. E sarà pur grande gloria del Brasile di compiere

ciò che forti nazioni cristiane e civili non seppero o non vollero compiere,

vuoi per xxxxx cupidigia, vuoi per umana politica, e pur impedirono alla Chiesa

di poter compiere. Ma ciò che altri non poté o non volle, lo faranno questi poveri figli

di schiavi, tanto disprezzanti!

 Andranno essi non per a scopo di lucro, né per avidità di dominio,

non per egemonia di razza, né per asservire popoli, ma per servire e per i fratelli

e morire per la Fede e per onde togliere ogni rivalità e ogni odio tra bianchi e neri,

lasciando a parte tutto ciò che è politica, tutto che non è Gesù Cristo Crocifisso,

a tutti portando la pace, la carità e la fratellanza del Signore.

 Essi amano ameranno i loro nemici, e pregheranno per chi li perseguiterà:

non disputeranno coi bianchi, né li giudicheranno, ma li copriranno di carità, da miti,

pacifici e dolci fratelli, animati solo da quel divino fuoco che è la carità

di Nostro Signore Gesù Cristo crocifisso, Qui per Crucem suam redempsit mundum.

 E così daranno apostolicamente la vita, e dal loro olocausto e dal loro sangue

uscirà una luce grande di misericordia, che sarà luce di Santità, - di redenzione

e anche di verace progresso, e di lib di libertà e indipendenza di popoli.

E tutto questo farà il Signore, - non noi peccatori, non noi così piccoli e così miserabili,

che nulla possiamo da noi eccettoché storpiare le opere di Dio.

E la SS. Vergine, Madre di Dio, che ci ha generati in Cristo sul Calvario,

onde là ebbe principio il nostro diritto di chiamare Mamma la Madre del Signore,

la Ss. Vergine Immacolata, Redentora degli Schiavi, sarà la nostra tenerissima,

dolcissima e amabilissima Madre. A Lei anche le due nuove religiose famiglie

saranno particolarmente consacrate. Esse staranno sotto le ali della Provvidenza di Dio

come pulcini, e cammineranno, umili e fedeli ai piedi della Santa Romana Chiesa,

sotto il manto celeste della Madonna.

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 Maria è la nostra capitana come la nostra divina Madre Fondatrice:

Essa è la nostra Generalessa, come è la nostra forza e la nostra consolazione:

Essa che è «Regina Apostolorum» e che dal nostro Sant’Alfonso de Liguori è chiamata

«la Madre della santa perseveranza». E, dopo la Madre di Dio,

noi devotamente invocheremo e avremo quale «Dux et praesidium» S. Giuseppe,

il Quale tenne in terra la dignità di Capo della Sacra Famiglia, -

come Vicario e Rappresentante dello Sposo Celeste.

 E speciale devozione professeremo al Beato Apostolo Pietro, per quell’amore che,

per divina grazia, ci unisce con vincolo dolcissimo e strettissimo,

e con tutta la mente e con tutto il cuore e con tutta la vita al Vicario in terra di Gesù Cristo, il Papa, e alla Santa Sede Apostolica di Roma, nella quale,

secondo le espressioni del Crisologo: «Il Beato Pietro vive, presiede

e dona la verità della Fede a chi la domanda». (Ep. ad Eutig. II°).

 Le due nuove Religiose Famiglie benedette che siano e confortate

da Vostra Eccellenza Rev.ma e ajutate dalle Sue Vostre orazioni influiranno non poco

a far sentire ancor una volta a tutti i neri e alle genti di colore sparse nel mondo, -

che la Chiesa è sempre la grande madre dei popoli, senza distinzione di colore e di razza,

e che tutti chiama, - con amore di madre, all’unità in Cristo, e ad una più alta grandezza

e nobiltà morale. E molte tribù di popoli si commoveranno alla Crociata di redenzione

dei neri per i neri! E sarà un’onda viva di divino Apostolato - che mostrerà

tutta la divina vitalità, tutta l’opera di riabilitazione, di giustizia, di materna e di inesauribile carità, nonché di sociale civilizzazione della Santa Chiesa di Gesù Cristo.

 Chi, vocato da Dio, abbraccino questa vita, e in essa persevererà,

sia su di lui la pace e la misericordia del Signore!

 E in terra e poi in cielo viva in plenitudine benedictionis!

 E sia condotto in Paradiso a mano dalla Santissima Vergine, nostra Madre!

 E si ricordi Iddio di quanti ci aiuteranno e ci useranno carità

per l’amore del Signore!

 Si ricordi Iddio della paterna bontà di Vostra Eccellenza Rev.ma verso di noi,

poveri Figli della Divina Provvidenza, e del conforto della sua benedizione di vescovo

e di Padre delle anime nostre.

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 E la sorte dei nostri Benefattori sia in eterno in retributione iustorum!

 E ora Vostra Eccellenza Rev.ma mi permetta ancora di pregarLa

che il Suo venerato scritto voglia essere dato dalla basilica di S. Pietro

della Città di Marianna, basilica che facilmente deve essere è stata edificata

per opera degli schiavi deportati dall’Africa; e rechi la data del 12 gennaio,

quale atto di nostra filiale devozione a Vostra Eccellenza, e a grato ricordo

della riapertura al culto di codestoa monumento basilica,

che è uno dei più venerandi monumenti della nostra Fede cristiani del Brasile.

E così anche nel suo venerato scritto il nome glorioso del Beato Apostolo Pietro

di a Nostro Signore e alla Sua Santa Chiesa tutta la nostra Fede e il nostro attaccamento e amore incorruttibile.

 I poveri e piccoli Figli della Divina Provvidenza nulla più desiderano

che di essere tutta roba della Chiesa e di San Pietro e di rendersi dì e notte,

col divino aiuto, quasi olocausti viventi di amore a Dio e al «dolce Cristo in terra», il Papa!

 Vogliate ricordarvi di essi, o veneratissimo Vescovo e Padre in Gesù Cristo,

come essi sempre Vi porteranno nel cuore, e sull’ all’altare, e pregano pregheranno a Voi

grazia, pace a Voi e ogni santa consolazione da Dio Padre e da Cristo Gesù,

nostro Salvatore.

 Genuflesso ai piedi di Gesù Sacramentato e della SS. Vergine:

genuflesso in ispirito ai piedi della Santa Chiesa e di Vostra Eccellenza Rev.ma,

bacio con profonda e filiale venerazione, il sacro anello, imploro umilmente dalla carità

di Vostra Eccellenza su di me peccatore e su tutti i miei fratelli in Gesù Cristo

la vostra paterna benedizione.

 Di Vostra Eccell. Rev.ma osseq.mo obbl.mo e aff.mo servo servo e come figliuolo

in N. Signore Gesù Cristo crocifisso e in Maria SS.


         Sac. Orione Luigi

         della Divina Provvidenza

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