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[l’azzurro è dattiloscritto]


Venezia, 28 / III 1925

Copia conforme - D. Orione


         Venezia, li 27 marzo 1925


 Eccellenza Rev.ma, [Duarte Vesc. Brasile]


 Mi metto in ispirito ai piedi di Vostra Eccellenza Rev.ma e mi è dolce chiederle scusa della mia imperdonabile mancanza di non averle mai scritto.

 È questo un grave mio difetto che riconosco, e del quale umilmente mi pento

davanti a Nostro Signore e davanti ai miei Superiori e ai miei fratelli in Gesù Cristo.

E prego la bontà infinita di Dio e la carità di tutti di compatire alle mie miserie e mancanze,

e di volermi in ogni miglior modo ajutare ad essere meno indegno della misericordia

del Signore e della benevolenza della S. Chiesa e dei buoni.

E ciò che sto per scrivere non lo dico a scusa, ma in Domino, per la devozione

e l’affetto filiale che pure nel mio lungo silenzio ho serbato sempre nel mio cuore

verso la Eccellenza Vostra Rev.ma.

 Dal giorno che la mano della Divina Provvidenza mi ha portato

ai piedi di Vostra Eccellenza, il Signore mi ha ajutato che io non la ho dimenticata mai,

ma sempre ho portato Vostra Eccellenza nel mio cuore, come un povero bambino farebbe

verso suo padre.

 Ci soffrivo io stesso del mio silenzio, eppure mi pareva che la mia parte fosse questa.

E quando alcuni mesi fa i giornali d’Italia pubblicarono la notizia

che al Brasile era stato chiamato da Dio da questa misera vita a vita beata don Duarte,

e ignorando che ci fosse un altro Vescovo in Brasile di tal nome,

ho supposto che fosse Vostra Eccellenza Rev.ma, ne ho pianto di cuore, e ho celebrato

i suffragi cristiani e alcune Sante Messe, finché poi, andato a Roma in questi giorni,

seppi che si trattava di un’altro Vescovo di ugual nome.

E la mia gioia fu grande, come quella di un figlio che si sente sollevato da un grave dolore,

e quasi rinascere. E penso che Nostro Signore nella sua infinita bontà, qualche volta avrà

pur fatto sentire al cuore di Vostra Eccellenza Rev.ma che ella tiene qui nella lontana

Italia, e in questo povero straccio della Divina Provvidenza, un servo umile e sincero.

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E così mi ajuti la misericordia di Dio e le orazioni di Vostra Eccellenza Rev.ma

perché, almeno in questo Anno del Santo Giubileo, mi converta davvero ad amare

e a servire con tutta la mia anima e la mia vita Nostro Signore Gesù Cristo crocefisso

e la sua Santa Chiesa e tutti i servi del Signore e gli orfani e i derelitti e i poveri.

 Io vado leggendo, in questi giorni che ci avviciniamo al tempo

della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo, i mirabili discorsi che Vostra Eccellenza

ha scritto sulla Passione del Signore, e Dio mi conceda che ne possa cavare qualche frutto,

come spero.

 Ed ora vengo a ringraziare Vostra Eccellenza Rev.ma per tutto quanto

il p. Angelo De Paoli e p. Carlo Alferano mi hanno scritto.

 Ringrazio sentitamente l’Eccellenza Vostra di essersi degnata ricevere

con tanta paterna bontà e ascoltare il p. Angelo De Paoli, e della soluzione piena

di saggezza e di benevolenza che ella si benignò dare alla situazione che si era venuta creando costì.

 Di tutto io le sono profondamente grato, e prego Dio di largamente ricompensarla,

né lascierò mai di pregare per la vita di Vostra Eccellenza Rev.ma, e perché Iddio compia

tutti i voti del suo cuore di pastore, e la conforti di ogni celeste ajuto e benedizione.

 Penso di mandare qualche altro sacerdote, di buono spirito e di zelo,

in ajuto al p. Carlo Alferano, per la nuova parrocchia che Vostra Eccellenza si è degnata affidarci in S. Paulo. A bene di detta parrocchia, la cui località ben conosco,

perché Iddio dispose, mentre ero a S. Paulo, che di frequente andassi la domenica

a dire la S. Messa in quella piccola cappella che vi è e che va

sotto il nome di Madonna Acheropita, - farò tutto quanto sarà in me per secondare

i desideri di Vostra Eccellenza Rev.ma e mi prenderò molto a cuore

quanto potrà contribuire al bene di quelle anime.

 Ed ora sento necessario e doveroso per me di prevenire Vostra Eccellenza Rev.ma

che, fra non molto, (ora che a S. Paulo vi è p. Carlo Alferano), intenderei di togliere

da S. Paulo il p. Francisco Casa.

Egli ha bisogno di rifarsi nello spirito religioso e di vivere sotto paterna disciplina

e non isolato. Farò questo passo con ogni senso di paterna carità,

e così ne prego umilmente Vostra Eccellenza Rev.ma; perché ho motivo di credere che,

dopo gli orrori della guerra, a cui il p. Francisco Casa prese parte, egli abbia riportato

una forte scossa ai suoi nervi e un qualche esquilibrio alle sue facoltà;

il che è avvenuto a molti altri, ond’è che solo ora, si vedono e si constatano dolorosamente

tutte le tristi conseguenze della guerra.

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 Si capisce che sostituirò tosto il padre Casa con un altro sacerdote,

che darà consolazioni al cuore di Vostra Eccellenza Rev.ma e valido ajuto per la vita

e sviluppo della nuova parrocchia.

 Ed ora, mentre umilmente rinnovo scuse e vive azioni di grazie, mi metto in ispirito ai piedi di Vostra Eccellenza Rev.ma e la prego degnarsi di benedirmi.

 E con devoto ossequio e profonda venerazione, mentre le bacio il sacro anello,

imploro su di me e suo miei fratelli, i Figli della Divina Provvidenza,

il conforto della sua benedizione.

 Di Vostra Eccellenza Rev.ma Obbl.mo e umile servitore

in Nostro Signore Gesù Cristo e nella Santa Madonna


        Sac. Orione Luigi

        dei Figli della Divina Provvidenza

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