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 +       Anime e Anime !

        Mar de Hespanha, il 3 sett.bre 1921


 Mio caro padre in Gesù Cristo,


 Vostra Eccellenza Rev.ma avrà ricevuto già una parola che le inviai da Rio;

le avevo pure scritto da Barcellona, ma ho poi trovato lo scritto nel breviario

quel breve scritto mentre ritenevo credevo averlo spedito insieme con altra corrispondenza.

 Come già le dissi, il viaggio fu buonissimo ed ho e non ho affatto patito

mal di mare, solo sentii un po’ di cerchio alla testa al passaggio del Golfo di Leone,

ma ho anche celebrato anche quella mattina e ogni giorno, sempre ed ebbi dal Signore

e dalla SS. Vergine grandi ajuti. Ora sono qui con i miei sacerdoti e facciamo insieme

un po’ di Santi Esercizî per prima di cominciare il lavoro; siamo in 7 sacerdoti

e la Parrocchia di questa piccola città ha una Chiesa martire nuova bellissima, e degna di stare a Rio de Janeiro, è anche affidata ai Figli della Div. Provvidenza, e qui abbiamo pure

un Istituto, e gli unici tutti né vi sono altri sacerdoti del luogo sono della Provvidenza

con tanti terreni di proprietà della Div. Provvidenza per circa un 700.000 lire

della nostra moneta italiana.

Però ho trovato che qui hann avranno circa 30.000 lire di debiti, passività che si vuol fare

fatti però per a scopo di bene. un po’ per spese e ora con macchine nostre

qui facciamo lo zucchero e la farina di mandioca e si produce pure riso, caffè e meliga,

quante se ne vuole.

 Ho trovato che i sacerdoti nostri sono qui molto stimati per la condotta, pietà e zelo,

e questo mi ha consolato assai.

 Uno di essi però mi ha da è da qualche anno che mi dà dei dispiaceri,

non per la sua condotta nè per lo zelo e pietà, che è un Santo Sacerdote e di molta abilità,

ma perché uno spirito di che abbia uno spiritonon umile, non né subordinato

e non gli si può dire nulla perché sempre crede di essere perseguitato,

e questa fissazione è per me un martirio, e darei volentieri la vita per levargliela;

ma penso sia un po’ una malato. Egli non sta qui, ma è venuto a Rio al mio arrivo,

e poi qui dove si fermò alcuni giorni e tornerà spero lunedì. Cerco di mostrargli

una grande carità, e non so più che farei per lui, povero figliuolo!

E in Italia non vuole venire, ed ha già buttato sangue, e non gli si può quasi parlare

tanto è suscettibile.

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 Io non so più che fare; ma la Madonna m’ajuterà.

 Ho cercato di mettermi a fare un po’ più il bravo, ma anche perché la Madonna

ci metta la sua santa mano, ma invoco anche l’ajuto di V. Eccellenza, -

voglia, o mio buon Padre, pregare che quia non est auxilium mihi in me,

e perché anch’io con tutta l’anima sia anche benché sia venuto al Brasile

quasi più per questo mio sacerdote che per altro sia anche pronto a ripetere

con tutta l’anima mia le parole di Giobbe piene di rassegnazione e di abbandono in Dio,

che abbiamo re sono nell’ufficiatura di stassera: si bona suscepimus de manu Dei,

mala autem quare non sustineamus? Dominus dedit, Dominus abstulit:

sicut Domino placuit, ita factum est: sit nomen Domini benedictum!

 Abbiamo celebrata tutti con grande giocondità di spirito e ora per ora

la festa della Madonna della Guardia, e quante oh quante volte sono ho pensato

in quel giorno a Tortona! Con lo spirito sono stato tutto il giorno e tutta la notte

e tutto il giorno a S. Bernardino.

Ora Sto ora studiando il portoghese, ed ho i e Mg.r Arcivescovo di Marianna

volle darmi la facoltà di predicare e confessare - che è un Vescovo moro di nero

ma di molta dottrina e santità e assai stimato in stima come valente letterato

e membro dell’Accademia Brasilena.

Ora Sto facendo gli Esercizî Spirituali a un Noviziato di suore, ma voglio vorrei

poter predicare in portoghese. Sono sta A Rio de Janeiro sono stato dal Cardinale

Arcivescovo e dal suo Vescovo dall’Arcivescovo Ausiliare, e fui molto ben accolto

e sono stato anche fui più volte dal Nunzio, che mi volle anche a pranzo,

egli è il nipote del Card. Gasparri e avevo lettere dello zio per lui.

 Un altr’anno è il centenario della indipendenza del Brasile, e spero penso

spero che le missioni che la S. Sede e il nostro Governo manderanno qui,

troveranno già a Rio de Janeiro un grande nostro bell’Istituto con Scuole professionali

per 260 giovani, e una parte sono figli d’Italiani qui emigrati forse Mi sono già messo

in pieno e voglia lavorare vogliamo stiamo pregando perché l’Italia si faccia

di noi onore onorino. L’Isti Mi sono già inteso tanto col Cardinale e col Nunzio

come con le Autorità locali - il nostro Ambasciatore verrà entro settembre -

ed ho tutto il loro appoggio. Il locale è una delle posizioni centrali di Rio de Janeiro.

 Vi è qualche difficoltà, ma mi pare che la Madonna mi conducae.

Preghi perché non sia il mio amor proprio, ma la carità del Signore nostro Gesù Cristo.

Io prego per Vostra Eccellenza tutti i giorni e la sogno fin di notte.

Ella dirà che sono un grande sciocco, ed ha ragione; ma, cosa vuole,

diventando vecchi e lontani dall’Italia si diventa come bambini.

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 Qui gli Italiani mi hanno fatto una grande accoglienza.

 Ah se lo Stato i nostri uomini di governo sapessero mandare qui ogni tanto qualcuno

a parlare ai nostri dell’Italia quanto ajuto finanziario ne avrebbe il nostro paese

e quanti altri vantaggi più grandi di ordine più elevato. Io fin’ora ho rifiutato il danaro,

ma per ma cerco le anime, e ne ho visto tanti piangere tanti di trovare

a sentire un povero prete che parli della loro religione e della bene della loro Italia

e ritornare alla fede. E quello che non ha sa saputo fare il governo ambasciato ambasciati

d’Italia, che manda ha manda[to] qui ambasciatori dei Bosdari che..,

bisogna che lo faccia la Chiesa. Ma, pensi che in Rio de Janeiro non c’è una chiesa

per gli italiani, tenuta tenuta da Italiani dove si predichi in italiano. - Rio fa un milione

e centomila abitanti, e più di 100.000 sono italiani, che fanno a prend tante sciocchezze

da far perdere il credito al nome italiano, poi vi sono i nati da Italiani;

anche il cameriere del Card. Albuquerque è figlio di italiano.

 Se V. Eccellenza Rev.ma avrà occasione di incontrarsi con alcuni di quelli

che stanno lassù, ma voglia dire una di quelle parole sue di Vescovo e di italiano

perché lo Stato faccia qualche cosa per tenere viva l’Italia che è all’estero,

viva e unita alla Madre Patria.

 Si è fatto tanto per Trento e Trieste, ma vi è un problema forse ben più grave,

di non perdere i milioni di Italiani emigrati.

 La Germania, ancora oggi, dispensa sin dal servizio militare

i sacerdoti che vanno all’estero per cinque anni, a fare opera da tedeschi tra i tedeschi,

e la Francia fa di più. I Sacerdoti missionarî francesi che non fanno all’Estero

per la Francia! E il Governo li sussidia, li protegge perché poi facciano

opera di penetrazione francese - E l’Italia che fa?

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