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Eccellenza Rev.ma,
Ho sempre sperato, fino all’ultimo, di poter anch’io partire pel Brasile (con)
insieme [a] questi miei due sacerdoti, don Raffaele Ballino e don Francesco Casa,
che
umilmente presento a Vostra Eccellenza Rev.ma; e
così avrei così avuto
la
consolazione di ossequiarla, e trasmetterLe
il piacere di rimetterle personalmente
la
lettera e il plico che Don il
buon can.co don Borgia mi diede pochi giorni sono a Roma.
Circostanze
impreviste ritardano la
mi obbligano invece a ritardare la mia venuta,
che
non è rimane se non
temporaneamente differita.
Prego Vostra Eccellenza di degnarsi accogliere con la sua ben nota carità
e di
benedire a questi due miei fratelli in
Gesù Cristo, sacerdoti che vengono
invio per dare
perché diano un po’ di ajuto agli altri che già si trovano costà, e dei quali so
che Vostra Eccellenza Rev.ma conosce il don Angelo De Paoli.
Essi
vengono, col divino ajuto
pieni di buona volontà di lavorare,
con la divina grazia, per la gloria di Dio e la salute delle anime, e spero faranno bene,
come hanno fatto bene sin qui.
Si degni per altro V. Eccell. Rev.ma avvalorarli della sua benedizione
e
de’ suoi consigli: io li metto nelle
sue mani e faccia e
voglia far loro da Padre.
Io
li Nella speranza che Iddio mi conceda di
pres che non passi molto tempo
senza
che mi sia dato di riverirLa di
poterla di presenza riverire. Io li
metto
Eccellenza
Rev.ma io li metto nelle sue mani come nelle mani di
un
del
loro vero padre in Cristo, e la supplico di gui
degnarsi guidarli con i suoi consigli,
correggerli
con santa libertà ove occorresse,
e avvalorarli della sua paterna parola
e benedizione.
Non
le so dire quanto le sono grato, a
Vostra Eccellenza Rev.ma,
di ogni sua paterna bontà e carità per noi, che io ben conosco.
Avrei voluto inviare ajuto di personale prima d’ora,
ma la guerra me lo ha sempre impedito.
Le
sarò eternamente grato di quanto farà per ess
il Loro nostro bene
¨