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 Eminenza Rev.ma,


 Bacio con profonda venerazione ossequio venerazione la sacra porpora

ed umilio sentimenti di venerazione di devotissima umile e devotissima venerazione.

Mi p Voglia scusare scusarmi se vengo a toglierLe togliere un po’ del suo tempo

prezioso. Ricevo oggi per avion due lettere che credo bene trasmetterLe trasmettere

a V. Eminenza Rev.ma per norma di V. Eminenza Rev.ma.

Una la prima è del Presidente dei Vicentini, l’altra è del D.r Castano.

Quando ho letto che molti orfani erano avulsi dalla Spagna erano erano mandati in Russia,

mi sono ho sentito una grande pena al cuore e parlandone col D.r Bourdien, ho detto

pensavo se non era fosse il caso di prenderne salvarne quanti più possibile,

magari portandoli in Argentina e nelle in altre nazioni della del Sud America lati

di lingua spagnola; e salvare così la loro fede, e dare così alla Madre Spagna,

che diede la fede e la civiltà a tanta parte del Sud America, dare si sarebbe data

in quest’ora così dolorosa una un’altra prova di testimonianza gratitudine salvandone

i figli dalla salvando la fede di tanta gioventù esposta alla estrema rovina. Però dissi

sempre E parlandone al Presidente dei Vicentini che disse, se ci fosse stato col divino aiuto

avessi potuto fare qualche cosa, da fare solo avrei voluto fare quando solo quando

Vostra Eminenza avesse approvato e benedetto, stando umile ai piedi di V. Eminenza

e da figlio senza limite obbediente e devoto.

 Mando pure una lettera del caro D.r Castano, nel caso che portassero la cosa

davanti a V. Eminenza Rev.ma.

A Io penso che San Vincenzo de Paoli e San Giuseppe Benedetto Cottolengo

non risserebbero mai per né per qu codeste piccolezze né per altro:

il Cottolengo ha posto la Sua C Piccola Casa della Div.na Provv. sotto gli auspici

di S. Vincenzo de’ Paoli. La verità era che il e che la Casa pel Consultorio pro Obreros

la diedero offersero le vicenzine si chiami poi di San Vincenzo o si chiami del Cottolengo,

poco importa: basta che l’opera buona si faccia. questo è che nupor

 Io sono ben felice e contentissimo dell’idea che Dio mi ha mandato:

resto grato a V. Emin.za che si degnò benedirla, ora poi basta che il bene si faccia,

resto lietissimo in Domino.

 Vennero anche delle alcune signore spagnuole o di origine spagnuola,

e anche parlai similmente a loro come al Presidente dei Vicentini, dichiarandomi disposto

a dare il personale occorrente per salvare orfani provenienti dalla Spagna, ad

per aprire un Asilo, una Casa e a dare loro a quei fanciulli una istruzione elementare

e poi ad avviarli ad un arte, sì da restituirli poterli restituire poi alla Spagna verso i 18 anni,

con la fede dei padri, educati al timore di Dio e con in mano un’arte remunerativa

che desse loro un pane onorato nella per la vita.

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 Però tutto stando ai piedi del card. arcivescovo e ai suoi ordini,

senza però che venisse in nessun modo, e per qualunque evenienza,

compromessa la sua autorità.

 Al D.r. Bourdien accennai anche a quei 200.000 mil., che mi aveva offerto

la sig.ra A. e che ancora insiste non è molto ha insistito con me.

 Però ora non crederei che ora sia ora il caso di parlarne; in avvenire se

e in questo senso ne scrivo al D.r Bourdien.

Mando Credo doveroso mandare a V. Eccellenza Emi. la lettera di lui,

perché, facilmente se egli venisse da V. Eminenza

ed è bene che V. Eminenza già ne sia informata -

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